Wrap It Up

Wrap it up
Tobias Rehberger e le sue opere.

  Wrap it upRoma, 17 Settembre 2014, Museo Macro

Il museo Macro di Roma, dedicato all’arte contemporanea, ha avviato il nuovo ciclo di mostre con l’esposizione di Tobias Rehberger, vincitore del Premio Deutsche Bank’s “Artist of the Year”, premio nato in collaborazione con la Deutsche Bank.

La mostra “Wrap it up” accompagnerà i visitatori fino all’11 Gennaio 2015, per un percorso espositivo davvero originale, quanto il suo autore Tobias Rehberger, uno degli artisti tedeschi più interessanti dell’arte contemporanea. 

La mostra è una sorta di raccolta dei lavori di Tobias Rehberger, sviluppandosi nell’arco di venti anni di attività, che va dal 1991 al 2003, ed è composta da disegni, collage e stampe.

Tra le opere esposte vi è anche uno spazio per l’installazione “Infections” realizzata in velcro, composta da dei paralumi realizzati dagli allievi dell’artista semplicemente basandosi sull’idea di come Tobias Rehberger avrebbe realizzato quelle stesse opere, modificate dall’artista stesso in caso non rispecchiasse la sua idea di realizzazione.

Un materiale ritenuto estremamente duttile dall’artista, che ha così potuto modellare a suo piacimento alcuni dei paralumi realizzati.

Wrap it upLa mostra si avvia con svariati acquerelli realizzati dall’artista, ispirati ai paesaggi, alla moda, al design ed a quel gioco di colori che solo una pittura come l’acquerello può rendere emozionante, utilizzata in un particolare periodo in cui erano veramente in pochi ad usare ancora la tecnica dell’acquerello.

Dalla carta si passa ai poster realizzati attraverso la grafica computerizzata e ad alcuni programmi, con semplicemente l’idea di utilizzare un determinato numero di “step” o “click”. Un risultato quindi sconosciuto in partenza, ma che si realizza concretamente alla fine dei “click” a disposizione, per delle opere che colpiscono per i colori e l’essenzialità delle forme.

Nella successiva sala è il concetto di ispirazione il vero protagonista dei bozzetti esposti, che non sono altro che un lavoro nel lavoro, una preparazione del progetto da realizzare. In inglese questa fase di attesa viene racchiusa nella frase “Ispiration is a little town in China”, ciò a significare che non possiamo sapere quando l’ispirazione arriverà e dove essa risiede, ma è lì e dobbiamo essere pronti ad accoglierla quando sarà giunto il momento.

Wrap it upL’ultima sala racchiude alcuni dei progetti più “folli” di Tobias Rehberger, ovvero una serie di stampe realizzate con i pigmenti ottenuti dalla bruciatura di tutto il guardaroba dell’artista, fatta eccezione soltanto per l’abito utilizzato per il suo matrimonio, mentre sulla parete opposta campeggiano manifesti pubblicitari realizzati ispirandosi ai marchi che Tobias Rehberger ritiene di suo gradimento, come una sorta di omaggio realizzato da un semplice fan. Tra questi compaiono quello realizzato per la “Panda” della Fiat e quello per il collutorio “Listerine”. Una sperimentazione che vede l’artista affiggere all’incirca trecento copie sparse in città, semplicemente per il gusto di creare, omaggiare e in qualche caso, divertirsi anche nel verificare l’effetto che produce proprio sui protagonisti inconsapevoli delle sue opere.

Le opere raccolte in “Wrap it up” evidenziano un lato ancora poco conosciuto dell’artista, ma che sanno senz’altro divertire e colpire, sia per l’originalità e sia per il concetto di arte stessa, ispirata al design, alla moda, allo stupore e dai colori. Lo stesso Rehberger si definisce uno “scopritore”, un ricercatore sia nella creazione dell’opera e sia nel verificarne l’effetto che produce sulle persone.

Wrap it upLa mostra è curata da Friedhelm Hütte – Global Head of Art di Deutsche Bank.

Tobias Rehberger nasce a Esslingen, in Germania, nel 1966. Attualmente vive e lavora a Francoforte e tra le sue mostre personali più recenti si segnalano Schirn Kunstalle, Francoforte (2014); Galerie Bärbel Grässlin, Francoforte (2012); Museum Ludwig, Colonia (2008); Stedelijk Museum, Amsterdam (2008); Fondazione Prada, Milano (2007); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid (2005) e Whitechapel Gallery, Londra (2004).

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