Torna il Rock in Roma che tocca quota otto delle sue edizioni. Puntuale anche quest’anno l’appuntamento con il festival musicale capitolino che nel 2015 ha intrattenuto 200mila persone. “In otto anni abbiamo superato il milione e mezzo di presenze”, tiene a precisare Sergio Giuliani. Insieme a Maxmiliano Gucci (in foto) è fondatore e organizzatore del festival, quest’anno snocciolato nelle serate che vanno dal 7 giugno al 30 luglio e che ospiterà 3 grandi big del settore: David Gilmour, Bruce Springsteen (al Circo Massimo)e Iron Maiden (all’Ippodromo di Capannelle). Ci sarà spazio per tutte le sfumature di genere, dai Duran Duran a cui è affidata l’apertura del festival agli Skunk Anansie, Nightwish, Slayer, Stereophonics e Primal Scream, per citare i più noti (qui l’elenco completo).
“Il nostro festival nasce come spettacolo di periferia e diviene centrale con l’approdo dei Rolling Stones al Circo Massimo” esordisce Giuliani alla conferenza stampa di presentazione. In effetti, quando il Rock in Roma apparve pareva essere un appuntamento per aficionados nelle periferiche lande dell’Ippodromo di Capannelle di Roma. Poi, l’anno scorso, l’ingaggio per la band che ha fatto la storia della musica: “Abbiamo fatto un esperimento con i Rolling Stones – ammette Giuliani – soprattutto dal punto di vista della gestione di ben 70mila spettatori. Portare questa musica in quel luogo è stata una bella scommessa”. Quel luogo è il Circo Massimo, passato dalle bighe al rock’n’roll e attraversato dal fuoco delle polemiche quando si scoprì che l’affitto del Maximus per gli Stones venne a costare appena 8mila euro. A domanda diretta Giuliani chiarisce che quest’anno l’affitto è salito a mezzo milione di euro totali per le serate di David Gilmour (che si esibirà il 2 e 3 luglio) e Bruce Springsteen insieme (in concerto il 16 luglio). E sul punto ci siamo.
Poi, le presenze. Oltre un milione e mezzo in otto anni, 200mila solo l’anno scorso. “Quest’anno credo che si andrà sulla stessa cifra del 2015” confida Giuliani, e forse si tiene basso, per non sbagliare. Se lo scorso anno gli Stones suonarono per 70mila persone su un totale di 200mila, con il doppio appuntamento Gilmuor-Springsteen si potrebbe superare la soglia. Ma è bene esser prudenti. Perché c’è la crisi economica, sempre più forte. E, da poco, il terrorismo. Il tema della sicurezza è un tasto dolente quando si parla di raduni pubblici, ma gli organizzatori non temono che possa influire sulle presenze. “Nell’autunno scorso eravamo un po’ delusi dalla platea di artisti che avrebbero girato il mondo per il tour 2016 – spiega Max Bucci – ancor più dopo i fatti del Bataclan che hanno convinto molti artisti ad annullare i propri tour. Poi fortunatamente tutto è cambiato e siamo anche orgogliosi di avere un artista come Gilmour che generalmente non partecipa ai festival”. Per l’ex Pink Floyd si attende un’accoglienza da re, giacché nella doppia serata che lo ospiterà il Circo Massimo verrà trasformato in un vero e proprio teatro all’aperto con posti a sedere per il pubblico. Del resto, nella pentola dei fu Pink Floyd bollono sempre idee strambe, staremo a vedere cosa riserverà Gilmour all’urlante pubblico romano.
Compito di Max Bucci quello di elencare gli artisti partecipanti, essendo, fra gli organizzatori, quello che si occupa direttamente della line up artistica. Dunque lo spazio riservato esclusivamente alle band italiane denominato Italian Way “che ospiterà 2-3mila persone a prezzi ridotti” in un palco a parte di Capannelle (60 euro il costo totale dell’abbonamento per tutti gli spettacoli dei nostrani). “Abbiamo dato spazio anche alle band emergenti – continua Bucci – e affronteremo molte tematiche del mondo musicale (da Woodstock a David Bowie) proponendo dj set e proiezioni ad ingresso gratuito”.
Main partner del festival sarà anche per questa edizione Poste Italiane, con sconti e agevolazioni per chi acquista i biglietti tramite postepay. Virgin Radio è invece la radio ufficiale dell’evento e sono previste collaborazioni anche con Save the Children e Hippogroup Capannelle attraverso campagne di sensibilizzazione per il sostegno a distanza e corsi di ippoterapia per diversamente abili e ragazzi socialmente svantaggiati. Dice Giuliani: “Noi ci occupiamo di spettacolo, quindi di divertimento. Ma volevamo, nel nostro piccolo, dare un aiuto alle persone e ai migranti che arrivano qui da noi. Lo spirito del festival è proprio questo: l’integrazione e l’accoglienza”. Sono rockettari dal cuore tenero gli organizzatori di un festival che si pone in realtà un obbiettivo più alto: fare cultura. Con un genere sporco, di strada, il rock. “Il 75% dei biglietti è acquistato da persone che abitano fuori Roma – chiosa Bucci – il nostro sogno per il prossimo anno è di organizzare un weekend che sia attrattivo per tutto il mondo, sfruttando le più belle location della città: il Circo Massimo, il teatro di Ostia Antica, le Terme di Caracalla”. Insomma di trasformare le rovine del sacro romano impero nel nuovo stadio di Wimbledon. Se ci riescono, applausi.