A CHI GIOVEREBBE – DELITTO E CASTIGO IN UNA CASA DI PIACERE

Teatro Porta portese dal 29 maggio al 31 maggio 2023

 

Testo: Enza Li Gioi

Regia: Mariaelena Masetti Zannini

Protagonisti e ruoli:

  • Enza Li Gioi: Gemma, tenutaria della casa
  • Emanuela Bolco: Angelica, prostituta Toscana
  • Loredana Guagliuolo: Gina, prostituta napoletana
  • Mariaelena Masetti Zannini: Eneide, prostituta emiliana nella vasca
  • Sara Pastore: Fosca, prostituta cantante lirica
  • Sylvia Di Ianni: Vittoria, prostituta muta
  • Simona Sorbello: Elide, cameriera siciliana della casa
  • Noemi Euticchio: portinaia, romana, del palazzo
  • Elena Marcon: fantasma della prostituta morta assassinata
  • Daniele Sirotti: Commissario La Face
  • Franco Dragotta: dottor Finetti
  • Antony Rosa: onorevole Biscardi
  • Francesco Paniccia: Igor, pianista della casa
  • Con la partecipazione di ReginaQueen

Gustosa e colorita commedia ambientata in una casa di piacere … pardon, una maison de plaisir amministrata con polso fermo dalla signora Gemma (la maitresse).

Le ragazze della casa sono tra le più variegate: c’è la toscana, l’emiliana perennemente in vasca, la napoletana, la romana, la ragazza muta e la cantante lirica, e c’è anche la ragazza fantasma … insomma ce n’è davvero per tutti i gusti.

Lo spettacolo si apre con la portinaia romana che, spazzando l’androne inveisce pesantemente contro la “signorina” che appostata al portone del palazzo cerca di “lavorare” e non se la fila più di tanto.

L’epoca in cui si svolge la vicenda è il famigerato 1957, anno in cui la legge Merlin chiude le case di tolleranza nell’illusione di far sparire dalla faccia della terra il mestiere più antico del mondo, di fare pulizia insomma, con il risultato di aver nascosto solo la polvere sotto il tappeto con le conseguenze che tutti abbiamo sotto gli occhi a tutte le ore del giorno e della notte a distanza di 80 anni.

Ma non divaghiamo; l’ambientazione è colorata e festosa e la pièce si apre con Fosca che intona un’aria lirica accompagnata magistralmente da Igor il pianista della casa, impersonato dal maestro Francesco Paniccia, allietando le compagne, i clienti e noi spettatori.

Tutto procede come sempre nell’atmosfera allegra e scanzonata del postribolo quando accade l’irreparabile: una ragazza (peraltro richiestissima) viene strangolata da un cliente durante un gioco erotico.

Malauguratamente il cliente è un noto personaggio politico che non si può assolutamente infangare con una simile accusa, e il commissario La Face (anch’esso cliente assiduo della maison) chiamato a dipanare la matassa, fa di tutto per cercare di insabbiare la faccenda, invano, adducendo la scusa di voler evitare uno scandalo che sarebbe sicuramente controproducente per la maison in questo momento storico.

A questo punto le ragazze si vogliono assolutamente vendicare e si ingegnano per farla pagare in modo bizzarro e colorito, e almeno in parte, al malfattore (seppur onorevole) facendogli prendere uno spavento coi fiocchi; ovviamente lo scherzo verte sulla dubbia “prestanza” dell’onorevole, lasciando libero sfogo ad allusioni e battute da parte delle ragazze prontamente redarguite dalla signora Gemma.

Nonostante tutto quello che accade fuori e dentro la maison (e mi riferisco ai venti di tempesta che si paventano all’orizzonte) tra le ragazze si fa festa, si canta e si balla sotto l’occhio vigile della signora Gemma, coinvolgendo anche il pubblico (maschile ovviamente).

Ad un certo punto appare come una visione eterea anche il fantasma della ragazza strangolata.

Spettacolo molto divertente, storia molto verosimile raccontata in chiave comica dalla sua autrice Enza Li Gioi nonché tenutaria della maison; nonostante l’ambientazione  e il velato turpiloquio, a volte dialettale, la commedia non trascende mai nel volgare. Complimenti anche alla regia di Mariaelena Masetti Zannini, bella e curata nei minimi dettagli.

Attrici e attori credibili e all’altezza del ruolo rappresentato; dopotutto “il teatro fa sangue” come disse in chiusura il dottor Finetti (Franco Dragotta) al calar del sipario … e non solo.

Se proprio volessi trovare una morale a questa storia oserei dire che: “la legge è una rete che i pesci grossi sfondano impunemente e che imbriglia solo i pesci piccoli”, e purtroppo è un’amara verità che non conosce epoca.

Manzoni docet.

 

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