Acid Muffin

Acid Muffin
Gli Acid Muffin sono un trio romano alternative/grunge, composto da Marco Pasqualucci, Matteo Bassi e Andrea Latini. “Nameless” è il loro EP d'esordio, composto dalle tracce: Around The Hole, Just Another Way, Bones, On The Skin e Nothing Inside.

Acid MuffinGli Acid Muffin si formano a Roma nel 2010. Qual è l’origine del nome della vostra band?
Avevamo bisogno di un nome in grado di rispecchiare il nostro stile musicale, che a detta di molti risulta decisamente ‘’made in U.S.A.’’, così abbiamo pensato a ‘’muffin’’, tipico dolcetto americano.

Per distinguerlo dai muffin tradizionali doveva però avere un sapore diverso, doveva essere in qualche modo contaminato, come la nostra musica, così abbiamo deciso ‘’Acid Muffin’’. Un muffin acido, difficilmente lo trovi in confezioni da sei.

Nameless” è il vostro EP di debutto, col quale finalmente gli Acid Muffin si presentano al grande pubblico. Come nasce questo lavoro?
L’idea dell’EP nasce dall’esigenza di avere un prodotto professionale e qualitativamente valido che ci permetta di entrare nel music business, trasformando quindi quella che è una grande passione in un lavoro vero e proprio.

Avevamo in mente un disco dove i pezzi funzionassero sia singolarmente che nell’insieme, per questo i cinque brani dell’EP sono tra loro molto differenti ma complementari, e questa è una caratteristica finora sfuggita alla maggior parte degli addetti che hanno recensito il nostro lavoro.

Per quanto riguarda il titolo ‘’Nameless’’ volevamo che il nostro EP sfuggisse a facili etichettature di genere, in tal modo già dal titolo dovrebbe risultare chiara l’originalità della musica che proponiamo. Qual è il pezzo più significativo che narra l’essenza degli Acid Muffin?
In questo momento “Around the Hole” è il nostro brano preferito perché rispecchia in particolar modo il nostro stile e soprattutto perché è molto divertente e impegnativo da suonare.

Dal punto di vista della sezione strumentale e degli arrangiamenti, presenta una struttura articolata e ben congegnata, che si sposa alla perfezione con la parte lirica.

Around the hole” è il primo singolo estratto, nonchè prima traccia dell’EP, nasce in un momento delicato ed introspettivo. Quanto la musica vi permette di raccontare il mondo che vi circonda e al contempo le vostre emozioni?
Per quanto ci riguarda la musica è raccontare ciò che succede dentro e fuori di noi.

In particolar modo “Around the Hole” racchiude in sé una riflessione ben definita sulle condizioni della società attuale e la loro conseguente ripercussione nella vita di tutti i giorni.

Il pezzo comincia col suono di una campana Tibetana, come a simboleggiare la ricerca del Nirvana, ma subito viene interrotto da una chitarra che introduce una vaga inquietudine, fino a quando entrano basso e batteria che stravolgono completamente la calma iniziale.

Il riff principale lascia poi spazio alle strofe fino all’esplosione del ritornello, che precede una lunga parte strumentale, profondamente oscura.

La musica è arricchita da un testo che denuncia l’impossibilità quotidiana di fermarsi anche solo per un attimo a pensare con tranquillità, dato che tutto si muove caoticamente e troppo in fretta, pur restando in realtà fermo. Questo è il buco, e tutti noi continuiamo a girarci intorno.

Il disco è stato registrato dal noto producer Steve Lyon, il quale ha lavorato anche con i Cure, Depeche Mode, Subsonica e Suzanne Vega. Raccontateci questa esperienza fantastica.
Prima di cominciare le registrazioni ci siamo incontrati più volte con Steve per pianificare il lavoro e fargli capire le nostre intenzioni.

Come poi ci ha rivelato, non si aspettava un atteggiamento così professionale da parte nostra.

Arrivati in studio, abbiamo passato la prima giornata a sistemare la strumentazione e a studiare i suoni.

Risolti vari problemi tecnici di sorta, eravamo pronti per cominciare le registrazioni così, il giorno seguente, abbiamo eseguito i cinque brani una prima volta e riascoltandoli ci siamo resi conto che le riprese di ogni brano erano ottime, quindi non c’era bisogno di suonarli nuovamente.

Puntavamo esattamente a questo e alla fine siamo riusciti a stupire Steve, che continuava a complimentarsi con noi per la determinazione dimostrata in studio.

Il vostro sound potrebbe definirsi grunge, o meglio, post grunge, legato anche ai grandi che hanno reso leggendario questo genere di musica, come i Nirvana, Alice in Chains e Pearl Jam. Ma come vorreste definirvi voi?
Il nostro è un sound Rock con influenze Alternative/Grunge ma in realtà adoriamo sperimentare e contaminare, sono caratteristiche che contraddistinguono la nostra musica.

E’ chiaro, la musica che abbiamo sempre ascoltato ha certamente influenzato le nostre origini musicali ma, per quanto ci riguarda, abbiamo intrapreso già da tempo una direzione tutta nostra e continueremo a muoverci con la consapevolezza di avere ancora molto altro da dire.

Qualche anticipazione riguardo live o tour?
Attualmente siamo in promozione con la Blob Agency, quindi contiamo di riuscire ad esibirci molto presto in tutta Italia, anche se l’obiettivo resta quello di arrivare all’estero.

Progetti futuri?
Ultimata la fase di produzione dell’EP, ci siamo messi subito a lavorare sul nuovo repertorio che andrà a comporre il nostro primo Full Lenght, l’obiettivo è quello di registrare in analogico su pellicola ed eventualmente stampare su vinile, in modo tale da ottenere un sound estremamente fedele a quella che è la nostra concezione di musica.

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