La guerra infinita

Ricordando èStoria 2019, dove venne presentato l'avvincente romanzo di Andrea Frediani

La guerra infinita
Autore: Andrea Frediani
Editore: Newton Compton Editori
Collana: Nuova narrativa Newton
Pagine: 384 p.
Formato: rilegato

Intro: Spagna, 137 A.C. Quella tra i conquistatori romani e i ribelli celtiberi è una guerra sanguinaria, che sembra non avere mai fine. Muzio Spurio, veterano pluridecorato, ne ha abbastanza: ha deciso di chiedere il congedo e di tornare da quella famiglia che ha trascurato per troppi anni. Ma, dopo tanto tempo trascorso sui campi di battaglia, il vecchio soldato non è più lo stesso e il ritorno alla vita civile si rivela più difficile del previsto. E quando l’orrore travolge la sua stessa casa, portandogli via ciò che ha di più caro, Muzio comprende che non sarà mai libero finché durerà quel brutale conflitto. Accompagnato dalla figlia maggiore e dal suo amico più fidato, il veterano si avventura così in territorio ostile, tra feroci avversari e pericoli di ogni sorta, in cerca della propria vendetta e di una bambina rapita. I tre romani, divisi da anni di incomprensioni e di segreti, si confronteranno, si perderanno e poi si ritroveranno davanti alle mura di Numanzia, la roccaforte dove si sono rinchiusi gli ultimi ribelli. E proprio là, nella città-simbolo della più strenua resistenza al dominatore, oggetto di un implacabile assedio, si compirà il loro destino e quello della guerra infinita.

L’autore a Gorizia

In seguito alla pandemia anche gli organizzatori di èStoria, il meraviglioso Festival Internazionale della Storia che si svolge ogni anno a Gorizia, sono stati costretti ad alzare temporaneamente bandiera bianca. Così si è espresso il curatore Adriano Ossola, nella comunicazione ufficiale di cui riportiamo uno stralcio: “L’emergenza legata all’epidemia di COVID-19 ci impone, nostro malgrado, di non svolgere la sedicesima edizione di èStoria – Festival internazionale della Storia nelle date finora programmate (29, 30 e 31 di maggio).
La decisione è quanto mai sofferta, considerato lo stato molto avanzato del programma, i numerosi ospiti confermati e le tante realtà che hanno collaborato con importanti proposte. Dopo aver atteso l’evolversi della situazione appare oggi necessario comunicare il rinvio della manifestazione, per evidenti ragioni di opportunità, a data da destinarsi.
Ovviamente il nostro augurio è che anche questa preziosa manifestazione culturale possa risollevarsi al più presto. E il pensiero corre nostalgicamente alla scorsa edizione, che ha avuto luogo nel maggio 2019 e che, tra i tanti meriti, ebbe pure quello di farci scoprire l’avvincente scrittura di Andrea Frediani: romanziere, saggista e storico originario della capitale che al passato dell’Urbe ha dedicato una parte consistente della propria ricerca. In realtà non avevamo potuto partecipare alla presentazione ufficiale dell’attesissimo nuovo romanzo, La guerra infinita, proprio a causa del calendario così fitto dell’evento goriziano, che rende a volte difficile la scelta tra appuntamenti di notevole prestigio internazionale o comunque degni della massima attenzione. Ma abbiamo provato a rimediare fiondandoci all’altro incontro con l’autore, incentrato sulla dinastia di Costantino. “Parenti serpenti”, verrebbe da dire, perché in sintonia col tema dell’edizione 2019 che era per l’appunto FAMIGLIE, complici poi i brillanti riferimenti alla serie Il Trono di Spade (Frediani è un affabulatore nato: sa rendere coinvolgente l’approfondimento dei fatti storici, mescolando sapientemente coloriture pop, comparazioni vertiginose e una fredda, folgorante analisi degli eventi), lo scrittore ha saputo donare al pubblico di èStoria un’acuta, caleidoscopica disamina della violenta, spietata, prepotente ascesa di Costantino, al culmine delle lotte fratricide che funestarono la Roma imperiale.

Rinfrancati da tale esposizione, ne abbiamo approfittato per aggiudicarci al volo una copia del romanzo che ci aveva precedentemente incuriosito, ossia La guerra infinita: copia su cui campeggia ora un garbatissimo autografo, “a Stefano, con gratitudine”, dovuto al fatto che Frediani con grande cordialità si era fermato alcuni minuti col sottoscritto, per scambiare qualche parola in più sul tema della conferenza appena conclusasi e sull’eredità lasciata dall’Impero Romano.
All’istintiva simpatia del personaggio si è presto sommata una sincera ammirazione per l’approccio alla materia. Chi scrive tende ad amare i romanzi storici ambientati nell’antica Roma, ad esempio quelli di Giulio Castelli focalizzati sull’Impero al tramonto, ma per uno strano scherzo del destino la nutrita bibliografia di Andrea Frediani stazionava ancora all’orizzonte. Grazie a questo ruvido e appassionante racconto l’ingresso nel suo mondo non poteva essere migliore. Molte testate importanti del resto ne hanno lodato il lavoro. E faceva bene un quotidiano come Il Tempo ad introdurre così, nella propria rubrica letteraria, una simile narrazione: «La sua scrittura ha l’andamento avvincente di una macchina da presa che inquadra l’angolatura giusta al momento giusto.»
Difatti, nel descrivere il cruento consolidarsi della presenza romana nella penisola iberica, tutto un susseguirsi di rivolte e di spedizioni punitive culminate col celebre assedio di Numanzia, che Publio Cornelio Scipione Emiliano riuscì a concludere vittoriosamente mostrando sul campo notevole ingegno, La guerra infinita attinge a un linguaggio che oltre a rendere bene la crudezza del conflitto sa trasfigurarlo e cristallizzarlo in immagini quasi cinematografiche. Non un peplum bensì un western crepuscolare, se volessimo identificare il genere di riferimento. Ed è un vero e proprio far west iberico, quello attraversato dai protagonisti, detour dell’immaginario rivisitato all’insegna di un nume tutelare d’eccezione: il leggendario John Ford. Sì, perché Frediani si è divertito ad omaggiare uno dei maestri del western sin dalla trama, che riecheggia il capolavoro Sentieri selvaggi in molteplici modi. A partire, naturalmente dal rapimento della bambina durante una scorreria condotta negli insediamenti romani dai Celtiberi, indomiti guerrieri, spietati nello scannare i nemici e le loro famiglie, ma a loro volta vittime di chi ne stava colonizzando le terre; un po’ come i Pellirosse nell’epopea della frontiera americana, questo l’azzardo narrativo proposto dall’autore. Con risultati senz’altro apprezzabili. Poiché la lettura non concede un attimo di tregua, tra inseguimenti a cavallo nei brulli paesaggi ispanici, spavalde legioni schierate contro un nemico altrettanto fiero, tragedie famigliari affrescate con ferocia e anticipate da sapide descrizioni della quotidianità negli accampamenti romani, legionari più risoluti nella caccia al “selvaggio” di turno di quegli stessi personaggi che John Wayne interpretava per il cinematografo; ed il prode centurione Muzio Spurio, in tal senso, è controverso eroe che si staglia in chiaroscuro su un racconto livido, cui non difettano certo dettagli macabri, sfacciatamente “pulp”, che rendono il cozzare degli scudi e il roteare di lance e gladi in battaglia talmente vivido da sembrare proiettato su uno schermo.

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