Arance e Martello

REGIA:  Diego Bianchi
GENERE: Commedia
SCENEGGIATURA: Diego Bianchi
ATTORI: Diego Bianchi, Giulia Mancini, Lorena Cesarini,Francesco Acquaroli, Luciano Miele, Ludovico Tersigni, Emanuele Grazioli, Antonella Attili, Stefano Altieri, Ilaria Spada, Giorgio Tirabassi.
FOTOGRAFIA: Roberto Forza
MONTAGGIO: Alessandro Pantano, Diego Bianchi
DISTRIBUZIONE: Fandango in collaborazione con RAI Cinema
PAESE: Italia, 2014
DURATA: 101 Min

TRAMA:  Siamo nell’estate 2011. Si scorge il crepuscolo dell’era berlusoniana, ma in un mercato rionale di Roma la vita quotidiana è stravolta dalla notizia della sua chiusura da parte del Comune. L’unica speranza è cercare aiuto nella sezione del PD del quartiere. Ma la politica è ormai lontana dalla vita reale del paese…

Colori, umanità, saggezza popolare, chiacchiere da bar: il mercato rionale torna al centro del grande schermo grazie a Diego Bianchi, alias “Zoro”, che ne fa il palcoscenico di un discorso più ampio su politica e cittadinanza. “Arance e Martello”, questo il titolo che il blogger e conduttore televisivo ha scelto per il suo lungometraggio, si svolge nel mercato rionale di via Orvieto a Roma (zona San Giovanni), quartiere ben conosciuto dal regista, che qui è nato e cresciuto. Familiare è anche la sezione del PD (prima era DS e prima ancora PCI)  dall’altra parte della strada, ora diventata lontana e invisibile agli occhi per via dei lavori per la costruzione della nuova metro C di Roma.

Siamo nell’estate del 2011, Berlusconi è al governo e la fiducia nei suoi confronti è al minimo. Anche il comune di Roma e la regione Lazio sono guidate dalla Destra di Alemanno e della Polverini. Mentre, tra le bancarelle, un gruppo di attivisti della sezione locale del PD vuole contribuire alla raccolta di dieci milioni di firme per far dimettere Silvio Berlusconi, la radio annuncia che il Comune vuole chiudere il mercato. Per commercianti e cittadini smarriti l’unica salvezza è rivolgersi ai militanti di quella piccola sezione politica al fondo della strada.

Ma separata dal mercato e dal mondo (separazione anche fisica per via del muro di cemento dei cantieri a simboleggiarne il distacco), la politica non è in grado di dare una risposta immediata: servono le consultazioni, il voto, il benestare del partito. La tensione cresce e tutti sono pronti a difendere i propri interessi e le proprie opinioni. A questo punto arriva “Zoro”, ovvero Diego Bianchi che  interpreta se stesso per raccontare, con la telecamera e con il suo stile, la protesta dei cittadini.

I commercianti sono sul piede di guerra, dopo essere stati sedotti e abbandonati dalla Destra cercano il sostegno della Sinistra, rappresentata da quella sezione del PD. Si giunge così a una grottesca e surreale giornata di lotta nel quartiere. I politici non si dimostrano all’altezza e così i commercianti fanno da sé: occupano la sezione per attirare l’attenzione dei media e del sindaco (interpretato da Giorgio Tirabassi).

Dopo il successo come autore e conduttore della fortunata trasmissione televisiva Gazebo, Diego Bianchi si dimostra artista di talento. Racconta con leggerezza e ironia la complessa convivenza di persone di fasce sociali diverse, di varie etnie, di interessi e ideologie divergenti in un microcosmo urbano storicamente complicato come quello romano. Il film racconta un’umanità varia fatta di giovani e vecchi, italiani e non, romani e “fuori sede”, mettendo in luce le incomprensioni ma anche una grande forza di unione nei momenti difficili, quello in cui conta principalmente l’aiuto reciproco. Nel film emergono comunque l’ironia e gli atteggiamenti tipici di una certa “romanità” e il “romanesco”, infatti, la fa da padrone.

Bianchi alla regia ricalca in qualche modo i cliché di Gazebo, riuscendo a far ridere un pubblico probabilmente già “affezionato” allo stile e proteso alla risata. La struttura narrativa ha qualche limite evidente che il regista cerca di superare innestando il proprio stile più televisivo che cinematografico, ma alla fine il film risulta godibile, ironico e tendente al “cazzeggio”. Chi è abituato a seguire Zoro in TV o su Internet non se ne dispiacerà, per gli altri, probabilmente, ci sarà bisogno di più attenzione.

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