Artemisia Gentileschi e il suo tempo

artemisia
In mostra a Palazzo Braschi fino al 7 Maggio 2017

artemisiaPalazzo Braschi ospita al suo interno una selezione di opere di Artemisia Gentileschi che ripercorrono la pittura ed i capolavori della pittrice, nota anche con il solo nome di battesimo Artemisia, corredata da opere di altri pittori del Seicento che hanno avuto modo di conoscere la pittrice o che in qualche modo hanno ispirato la sua pittura.

Una pittrice talentuosa, nata nella bottega del padre Orazio Gentileschi, dotata di una forza e di un temperamento che l’hanno portato a lavorare su diverse opere commissionate da facoltosi sovrani e mecenati, da Firenze a Napoli, naturalmente iniziando nella città natale di Roma, giungendo anche a Londra.

Un percorso espositivo che pone in evidenza dunque le sue opere che si intrecciano con la vita ed il tempo dell’artista, tra Roma, Firenze e Napoli. Un intreccio indissolubile, per una donna che ha saputo farsi largo in un mondo artistico predominato all’epoca per lo più da uomini, una donna vivacemente intelligente, creativa, un’artista che ha saputo “catturare” ed assimilare il meglio dagli artisti dell’epoca, ma declinando e rinnovando con il suo stile per le opere realizzate.

artemisiaUn talento “incontrollabile”, una icona da ammirare per il genere femminile che vede in Artemisia proprio quella “eroina” che ha saputo con il suo talento e la sua volontà ferrea, affermarsi nel mondo dell’arte.

Una artista che ha fatto parlare di sè anche per via della sua vita privata, tra i numerosi spostamenti, momenti drammatici ma anche momenti di pura sintonia con gli artisti ed i potenti dell’epoca, che non hanno annientato la sua anima artistica ma che anzi, l’hanno rafforzata e resa una delle donne più rilevanti nel panorama pittorico.

Artemisia nasce a Roma nel 1953 e nella bottega del padre ha modo di mettere a frutto il suo talento. Talento che di certo non passa inosservato e che viene conteso da svariati committenti.

artemisiaArtemisia, dopo aver subito violenza da Agostino Tassi, si trasferisce a Firenze nel 1613 dove entra all’Accademia delle Arti e del Disegno. All’Accademia Artemisia impara anche a leggere, scrivere e a suonare il liuto, permettendole così di frequentare il mondo culturale con una “ricchezza” straordinaria.

Nel 1620 Artemisia rientra a Roma, ma nel 1626 si trasferisce a Napoli, dove morirà nel 1653, passando però anche da Londra.

Il percorso espositivo è racchiuso in 100 opere, tra quelle più rappresentative del periodo romano, napoletano, fiorentino e londinese, tessendone così la vita e le opere, raccontando il legame, gli scambi e le influenze artistiche con gli artisti a lei vicini.

La mostra vanta prestiti internazionali, con opere che giungono dal Metropolitan Museum di New York, dal Museo di Capodimonte, dal Wadsworth Atheneum di Hartford Connecticut, dalla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze e dal Národní galerie v Praze di Praga.

artemisiaTra le opere in mostra vi sono “Giuditta che taglia la testa a Oloferne“, “Ester e Assuero“, ma anche “l’Autoritratto come suonatrice di liuto“.

Notevoli anche le opere realizzate in giovanissima età, come “Susanna e i vecchioni” e “Giuditta e la fantesca Abra“, che evidenziano il talento di Artemisia, la composizione pittorica con una narrativa drammatica. Tele che sanno emozionare il pubblico e che all’epoca emozionarono e conquistarono anche la corte di Cosimo de Medici.

Le opere di Artemisia sono messe in relazione con le opere dei pittori attivi in quegli anni a Roma, tra i quali Guido Cagnacci, Simon Vouet e Giovanni Baglione.

artemisiaVi sono inoltre anche le opere relative agli anni in cui Artemisia può vantare di una sua bottega, in confronto con le opere dei pittori Jusepe de Ribera e Francesco Guarino a Massimo Stanzione, Onofrio Palumbo e Bernardo Cavallino. Una tra queste è quella dell’ Annunciazione del 1630.

A concludere il percorso espositivo vi è anche un documentario realizzato da Sky Arte HD.

L’esposizione, promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group e organizzata con  Zètema Progetto Cultura, nasce da un’idea di Nicola Spinosa, che ha curato anche la sezione napoletana, in collaborazione con i curatori Francesca Baldassari (per la sezione fiorentina) e da Judith Mann per la sezione romana.

La mostra è aperta al pubblico fino al 7 Maggio 2017.

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Vittorio Messina
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