BOCCACCIO RIVIVE AL TEATRO SAN GASPARE

Grazie all'Associazione Quattro passi nel tempo

BOCCACCIO IN PDF – Maurizio della Michelina

Regia Michela Barone

Con Maury Incen, Michela Barone, Eugenia Brandi, Luciano Tribuzi, Claudio Bravi

Teatro San Gaspare, Roma, 16 aprile 2023

 

Cinque persone dei nostri tempi, più o meno normali, o per meglio dire “normali”, in una sala convegni per un importante incontro di lavoro, la corrente elettrica che salta in tutto il quartiere, porte bloccate e buio pesto.

Unico appiglio per passare il tempo in attesa del ritorno della luce, un tablet con su il Decameron di Boccaccio.

Inizia così, quasi svogliatamente, la lettura di alcune novelle, in cui i cinque prendono vesti, sembianze e linguaggio dell’epoca, facendo davvero quattro passi nel tempo, dal nome dell’associazione che li riunisce.

Molto sapiente l’adattamento di Maurizio della Michelina nell’alternare scenette con protagonisti i personaggi moderni a quelle di tuffo nel Decameron, in cui lui stesso, alias Maury Incen, interpreta un esilarante amministratore delegato cinese, Chow-Sing-Chi, e poi disinvoltamente i personaggi delle novelle; la regia e l’interpretazione di Michela Barone come Diana Cavalieri non mostrano eccessi di protagonismo e scorre sempre fluida, e comunque sopra le righe le performance di Luciano Tribuzi (l’industriale Otello Ganascia, borgataro romano arricchito nel personaggio dei nostri tempi), della sua segretaria Miriam Foschi (Eugenia Brandi), sempre misurata ma esplosiva nel suo accento barese quando si infervora, e di Vittorio Giambrambilla (Claudio Bravi), industrialotto milanese dai modi molto più sobri del suo omologo romano.

Vengono proposte le novelle di Chichibio, di Calandrino e l’elitropia e di Masetto e Nuto, ed è uno spasso continuo. L’ingenuità di Calandrino (Luciano Tribuzi), la furbizia di Chichibio (Maury Incen), la lavandaia veneta (Michela Barone), l’elettricità di Masetto e Nuto (Tribuzi e Incen), il nobile scroccone (Claudio Bravi) nel suo linguaggio nobiliare che ricorda il barone Zazà di Totò, tutti impeccabili!

Il testo di Boccaccio, oltraggioso per i tempi, è naturalmente accettabilissimo ai nostri giorni ma grazie all’adattamento e alla regia riesce sempre a regalare un umorismo senza pause, e la prigionia forzata mette a nudo i difetti dei personaggi in scena, quelli moderni, che si avviano verso una sorta di redenzione.

Un pubblico numeroso e divertito ha partecipato dall’inizio alla fine per uno spettacolo al quale non è mancato davvero nulla!

Alessandro Tozzi

 

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