BOWIE, ADDIO ALL’UOMO DELLE STELLE

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Scompare l’artista più eccentrico degli ultimi quarant’anni. Il genio musicale che fu leggenda.

Il 10 gennaio scorso il mondo ha perso un pezzo della sua storia. David Robert Jones, meglio conosciuto come David Bowie, si è spento nella sua abitazione di New York, circondato dai suoi cari, dopo aver lottato con un cancro al pancreas per 18 mesi. La notizia della malattia era stata tenuta segreta al pubblico, e anche i funerali si sono svolti nel minimo riserbo. Il giorno dopo, su twitter, sono arrivati gli omaggi di milioni di persone, tra cui certi grandi della terra come Barack Obama e David Cameron.

david-bowieEccentrico, eccessivo, David Bowie fu il primo in tante cose. Primo ad indossare vistosi costumi di scena, creando dal nulla quella corrente musicale chiamata glam rock. Primo musicista a quotarsi in borsa, imitato più tardi da altri artisti tra cui Elton John e James Brown (al debutto a Wall Street i Bowie Bonds valevano complessivamente 55 milioni di dollari). Primo cantante a creare un sito web personalizzato: era il 1996 ed il dominio si chiamava davidbowie.com.

Premiazioni e riconoscimenti si sprecano nella sua scintillante carriera decennale, nata a singhiozzi e terminata nella malattia. Il suo ultimo album, Blackstar, è considerato il suo testamento ufficiale. L’album esce l’8 gennaio, nel giorno del suo compleanno e a 48 ore dalla morte. Come se già sapesse. Numerosissimi, infatti, i riferimenti alla malattia e alla morte presenti nei brani, un album in cui lui stesso si era dato l’appellativo di “stella nera”.

bowie-david-bowie-3Sarà stata questa, forse, l’ultima trasformazione operata da Bowie, l’ultimo alter ego. Nel corso della sua carriera ne aveva creati tantissimi, in un miscuglio ragionato di teatro e musica. I suoi stessi fan lo hanno identificato di volta in volta nei panni di Ziggy Stardust o del Duca Bianco, giusto per citare i più noti. Nel periodo in cui Bowie abusava di droghe pesanti i suoi alter ego gli causarono non poche perplessità: “la mia intera personalità ne risentì – dirà successivamente – divenne molto pericoloso. Iniziai a dubitare seriamente della mia sanità mentale”. La sua personalità si confondeva con quelle create dalla sua immaginazione, così scandalizzava il pubblico a seconda dei panni indossati in quel momento. Si dichiarò bisessuale e omosessuale nel periodo di Ziggy Stardust e Aladdin Sane, fu accusato di nutrire simpatie naziste nei panni dell’algido e borghese Duca Bianco. La verità non si sa bene dove stia, del resto lui stesso si smentiva tra un’intervista e un’altra. L’unica cosa certa pare essere il gusto nello scandalizzare la morale comune, cosa che lo divertiva molto.

Era uno scriccioletto tutt’ossa quello nato a Brixton nel ’47, strombazzava il sassofono e creava sperimentazioni musicali condite con rumori, colpi di tosse e scoppi. Una roba improponibile. Recitava a teatro, suonava con i suoi amici, nel ’69 il primo riconoscimento internazionale con il capolavoro Space Oddity. Uscita in contemporanea alla missione Apollo 11, la canzone non bastò a dargli il successo sperato. Gli anni successivi furono segnati da flop artistici e da case discografiche che non seppero promuovere le sue produzioni. Finché lui stesso non capì il funzionamento dei media e come poter sfruttare al meglio quel meccanismo.

bowieNel febbraio del ’70 si presentò sul palco con calzamaglia colorata e mantello. Il pubblico non la prese molto bene, ma era nato il glam rock, e lui lo sapeva. Di lì a poco la strada fu tutta in salita, ha composto più di 700 canzoni spaziando dal folk all’hard rock, dal soul alla new wave, dal pop al rythm and blues. Sapeva far tutto, Bowie. Life on Mars, Starman, Rebel Rebel, Heroes, sono pietre miliari della musica contemporanea.

Sapeva recitare, anche. Nel film fantasy Labirinth, nel celebre L’uomo che cadde sulla terra di Nicolas Roeg, nel più recente The Prestige e nel tedesco Christiane F.- Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino. Proprio la capitale europea fu di grande ispirazione per quella che venne definita la trilogia berlinese, gli album Low, Heroes e Lodger. La trilogia fu pensata nella città del Muro, ambientata nella Guerra Fredda e influenzata dall’astrattismo. Bowie era l’artista che faceva la Storia nella Storia. E quando spariscono persone così, portano via con sé l’intera memoria del mondo.

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