Coronadays
Regia Fabio Del Greco
Uscita 7 maggio 2020 sulla piattaforma Indiecinema
Sinossi: Un uomo resta in casa, solo, a causa delle misure d’emergenza Coronavirus. La solitudine, il tempo e lo spazio diventano i suoi nemici, l’immaginazione e i ricordi i suoi alleati.
Cosa resterà di questi anni ’80, cantava Raf qualche anno fa… Cosa resterà invece di questo 2020? Tra le altre cose, questo film, che mostra, tra crisi, sconforto ed acuta ironia, la vita di un italiano ‘al tempo del Corona’. Se infatti la quarantena è ormai agli sgoccioli e la libertà sta per essere riconquistata, due mesi di isolamento coatto hanno messo a dura prova la nostra resistenza; il regista Fabio Del Greco, cofondatore di Indiecinema, piattaforma on line dedicata al cinema indipendente, ha scelto di impiegare proficuamente il suo tempo documentando i suoi giorni di isolamento e montando il tutto in modo molto personale ed astratto (con un simpatico effetto virus vagante che diverte più che inquietare), miscelando immagini del passato ad una dettagliata cronaca del presente, tra interni claustrofobici ed esterni ‘rubati’, girati in quel di Ostia, lungomare di Roma, con un semplice smartphone.
L’ironia di Del Greco si unisce alla disperazione di un’attrice e allo scompenso di un intellettuale per mostrare un’Italia sull’orlo del collasso psicotico e della crisi economica, tra ribelli della quarantena e delatori, nell’incertezza del mondo che verrà. Le sue riflessioni sono acute e profonde, purtuttavia descritte con quella leggerezza che le rende fruibili senza appesantire la drammaticità insita nel lockdown imposto ad una intera Nazione da una epidemia improvvisa e subdola e soprattutto da un Governo a tratti woodalleniano (l’ironia dilagante in rete richiama infatti alla mente il suo celebre stato libero di Bananas). Il risultato è una sorta di ‘diario di viaggio’ che mostra un chiaro ritratto di una prigionia che priva l’essere umano del fondamentale diritto alla libertà ma è allo stesso tempo un cammino all’interno dell’animo umano, laddove quella stessa libertà è sempre viva.
Michela Aloisi