Della bellezza dei corpi

Il risveglio della sensualità pagana, nell’illuminante, brillante ed eclettica disamina di Riccardo Campa

Della bellezza dei corpi – Il risveglio della sensualità pagana
Autore: Riccardo Campa
Editore: D Editore
Collana: Libreria di NeoAntropologia
In commercio dal: 21 marzo 2019
Pagine: 232 p.

Intro: I Padri della Chiesa raccontano che Gesù di Nazareth è venuto tra gli uomini in figura “vile e dispregevole”, per sancire il primato della bontà sulla bellezza, dell’etica sull’estetica. Eppure, alle soglie della Modernità, gli artisti rinascimentali rappresentano il Cristo incarnato come un Dio greco: alto, bello e muscoloso. È un passaggio simbolico di fondamentale importanza.
Della bellezza dei corpi scava nel passato per spiegare il presente: anche oggi, i personaggi dello sport e dello spettacolo sono idolatrati per le loro capacità atletiche e il loro aspetto fisico, si assiste a una continua esibizione di corpi perfetti sui media per veicolare messaggi pubblicitari e molte persone comuni dedicano gran parte del tempo alla “manutenzione” e all’esibizione del proprio corpo. C’è chi parla di deriva edonistica della società occidentale, ma il culto della bellezza corporale può anche essere interpretato come un ritorno alle radici, come un risveglio della sensualità pagana.

Riccardo Campa

Negli ultimi anni non pochi testi di valore, ben argomentati e per certi versi illuminanti, sono stati pubblicati a sostegno di tesi che vedono il recupero del paganesimo, delle sue basi culturali, dei suoi valori, tra le priorità del mondo contemporaneo. Basti pensare al validissimo e approfondito saggio di Maurizio Bettini pubblicato nel 2014, Elogio del politeismo. Quello che possiamo imparare dalle religioni antiche. Insomma, un vero e proprio “Rinascimento editoriale”. E in questo panorama che va arricchendosi di continuo i libri di Riccardo Campa hanno saputo ritagliarsi uno spazio speciale. Si sono cioè imposti all’attenzione dei lettori e del mondo accademico per l’approccio metodologico tutt’altro che scontato, per la varietà dei temi trattati, per la capacità di produrre prese di posizione forti con la conseguente scia di polemiche sui temi più caldi del momento, vedi le questioni di bioetica.

Della bellezza dei corpi. Il risveglio della sensualità pagana è un’uscita editoriale tutto sommato recente, si parla del marzo 2019. Ma sempre grazie a D Editore, che ne sta pubblicando i testi in Italia, il pensiero di Riccardo Campa ci si era già rivelato qualche anno prima con La rivincita del Paganesimo. Una teoria della modernità. Per una nostra fisima “filologica” ci verrebbe spontaneo consigliare al lettore di partire da lì. Ma a conti fatti non è così importante: entrambi i testi che abbiamo citato possiedono una notevole autonomia e sono veicolo, soprattutto, di idee originali e avvincenti.
Tornando per un attimo a La rivincita del Paganesimo, tra gli elementi che ci avevano maggiormente colpito vi è ovviamente la rivalutazione del mondo classico, del suo sistema di valori e di conoscenze, ma in un’ottica che trascende quanto già espresso dai vertici del “pensiero tradizionale” nel Novecento, per introdurre sul versante sociologico e di storia delle idee spunti interpretativi nuovi e oltremodo coraggiosi, per quanto puntellati da solidi ragionamenti: ne è un esempio l’aspra ma ben motivata critica a un mostro sacro della Sociologia moderna come Max Weber, di cui viene smontato con perizia un libro arcinoto come L’etica protestante e lo spirito del capitalismo. Alle arbitrarie conclusioni del filosofo e sociologo tedesco basterebbe forse contrapporre l’ardita e al contempo veritiera affermazione di Kierkegaard, per il quale “la filosofia moderna non era né più né meno che paganesimo”.

Per portare avanti visioni del genere, destinate in ogni caso a generare polemiche, bisogna avere lo spessore giusto, bisogna avere “i galloni”. E Riccardo Campa, apprezzabilissimo esempio di italiano di successo all’estero, tant’è che oggi insegna all’Università Jagellonica di Cracovia, i gradi se li è conquistati sul campo a suon di pubblicazioni discusse a livello internazionale, di servizi giornalistici e di convegni, il tutto affiancato anche dall’importante ruolo ricoperto nell’Associazione Italiana Transumanisti.
Un ulteriore merito, che emerge con forza nel più recente Della bellezza dei corpi, è l’agilità di scrittura, che consente a Campa di trattare temi ponderosi con lodevole spirito di sintesi e una levità, che può sconfinare persino nel “pop”, senza per questo pregiudicare la coerenza dell’analisi e lo scrupolo filologico delle ricerche. Si parla qui di risveglio della sensualità pagana. E lo si fa senza porre limiti alla contrapposizione, per certi versi ovvia, tra la concezione del corpo in ambito cristiano, con gli esiti moralistici, punitivi e così spesso degradanti storicamente accertati, ed il diverso modo di concepire il mondo fisico (assieme ai suoi non scontati ma naturali collegamenti con quello spirituale) che caratterizzava il pensiero antico, politeista; un pensiero che in guisa di fiume carsico sta riemergendo, da tempo, nella modernità, questa la novella così rinfrancante (almeno per noi) che la lettura di Campa propone.
Altra sfida contenuta nel libro è aver raccolto saggi di vario argomento, pubblicati in tempi diversi, ma che convergono tutti verso la tesi di fondo, ampliando considerevolmente l’indagine. Vale quindi la pena di elencare i quattro capitoli in cui è suddiviso Della bellezza dei corpi, così da suggerire la portata e la profondità dello studio:

1) La religione dei corpi perfetti. Osservazioni sulla dimensione estetica dello Zoroastrismo
2) La bambola, la madre, l’amazzone. Risvolti psicologici del rimodellamento dei corpi femminili
3) Il culto del corpo. Una prospettiva genealogica e biopolitica
4) La cura del corpo nella pedagogia umanistica di Vittorino da Feltre

Anche cronologicamente il libro assume così un impatto vertiginoso: si passa con sorprendente agilità da una complessa indagine sulle nostre radici indoeuropee e sull’impronta sociale, filosofica e religiosa dello Zoroastrismo, all’immagine della donna nella società contemporanea, con relativi archetipi di più antica formazione; dal culto del corpo nei regimi totalitari del Novecento alla formidabile riscoperta di un pedagogo rinascimentale capace di incidere, coi suoi insegnamenti, nelle corti italiane dell’epoca.
Troppo ci sarebbe da dire sui singoli capitoli e lo spazio, trattandosi di una modesta recensione, scarseggia. Lasciamo perciò al singolo lettore facoltà di “esplorare” il libro come meglio crede, invitandolo tutt’al più a soffermarsi sulla stratificata architettura del terzo capitolo, dove basterebbero forse le svariate e folgoranti citazioni di Nietzsche a costruire una trama esaltante.

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