DIREZIONE LAURENTINA

Al festival estivo del Teatro Marconi uno spettacolo già entrato nel cuore di molti

DIREZIONE LAURENTINA
Di Veronica Liberale
Regia Pietro de Silva
Compagnia Sorrisi d’autore
Con Fatima Ali, Daniele Antonini, Antonia di Francesco, Simone Giacinti, Veronica Liberale, Francesca Pausilli
“Marconi estate”

Intro: In una serata d’inizio autunno una guardia giurata, un giovane venditore ambulante afghano, un’elegante signora borghese, una ragazza incinta e sua madre si ritrovano sulla banchina della metropolitana di Roma. La giovane futura mamma ha un leggero malore, niente di serio, ma gli altri per soccorrerla perdono l’ultimo treno e nel momento in cui risalgono in superficie per uscire scoprono di essere rimasti chiusi dentro. La chiusura della metro coincide con l’arrivo di un brutto nubifragio, i telefonini non hanno copertura di rete e alle linee di emergenza nessuno risponde. A tutto questo si aggiunge anche la notizia che il giorno dopo è stato indetto uno sciopero dei mezzi di ventiquattr’ore. I malcapitati si vedono così costretti a passare la notte e il giorno seguente sotto la metro ma il destino ha in serbo per loro delle altre sorprese. I cinque personaggi rappresentano un campione di mondo, il mondo sotterraneo della metropolitana di Roma,  dove ogni giorno milioni di persone si sfiorano senza mai incontrarsi, ognuno con le proprie differenze e diffidenze, ognuno nella propria direzione come dei robot attratti dalla calamita dell’urgenza quotidiana. Fin dall’ inizio i loro rapporti risultano difficili, soprattutto quelli tra Manolo, guardia giurata in un supermercato, che viene da una situazione familiare non facile, che fa un lavoro duro ed alienante e che vede nel diverso (il giovane ambulante Afghano) una minaccia continua e forse un capro espiatorio per i suoi problemi. A far da paciere tra i due Benedetta, un’elegante signora, scappata da una festa che per un guasto alla macchina è stata costretta a prendere la metropolitana e che è poco avvezza a questo mondo sub-urbano, lei che vive negli agii e nelle comodità. Ai conflitti legati alla sfera sociale si aggiungono quelli generazionali tra Immacolata, la ragazza incinta e Teresa, sua madre. Lo stato di Immacolata diventa urgenza per tutti quando la ragazza comincia ad avvisare le prime doglie. Inizia allora per tutti un vero e proprio viaggio verso la luce e la salvezza.

Fatima Ali

E’ un viaggio metaforico che porterà i protagonisti a una sorta di riscatto con l’ingresso di un sesto personaggio, nascosto nell’ombra e con un colpo di scena finale! “Direzione Laurentina” è una favola metropolitana, divertente e amara sulle moltitudini di storie e solitudini che popolano i mezzi pubblici, su una solidarietà apparentemente sopita che come i suoi protagonisti, aspetta il momento di tornare alla luce. E’ un omaggio a questa finestra sul mondo, che è la Metropolitana e a tutti coloro che si sono perduti all’interno del suo universo sotterraneo soprattutto attraverso le parole e gli occhi del personaggio di Teresa, capace di vedere e sentire, per gioco o necessità, presenze invisibili. Ecco perciò i cinque protagonisti costretti dagli eventi a fermarsi, confrontarsi, rimettersi in gioco in un’ esperienza e in una serie di eventi, che rappresentano per tutti una seconda possibilità , la possibilità che può nascere anche da un treno perso.

Un mese di luglio davvero scoppiettante al Marconi Teatro Festival, approdato in forma smagliante alla 6ª edizione. Work in progress e spettacoli già rodati. Cabaret e teatro drammatico. Musica dal vivo ed esibizioni tese a celebrare lo sport o altri importanti fenomeni sociali. Il palinsesto è stato quanto mai vario, cosa a noi molto gradita, ed ha proposto tra le altre una rappresentazione che attendavamo al varco da tempo, per via del lusinghiero passaparola portato avanti da chi fino ad ora ne aveva tessuto le lodi. Fama meritata, possiamo ora dire a proposito di Direzione Laurentina. E non soltanto perché siamo anche noi tra gli assidui frequentatori a Roma della Linea B della metropolitana…

Caleidoscopio di tensioni metropolitane e di sogni infranti, di esistenze in chiaroscuro e di un desiderio di riscatto talora frustrato da tragicomiche fatalità, questa pièce così attuale – nonché vincitrice del Premio Comic Off 2018 – è frutto della penna ispirata di Veronica Liberale e dell’accorta, sapiente messa in scena di Pietro de Silva. Una regia, la sua, capace di portare a teatro un montaggio dal taglio quasi cinematografico di situazioni costantemente al bivio tra ficcante umorismo e possibili evoluzioni drammatiche; tutto ciò nel segno di uno sguardo all’occorrenza tagliente ma sempre compassionevole nei confronti dei personaggi, così diversi tra loro, rimasti chiusi di notte, per una serie di sfortunati eventi, all’interno di quella fermata della metro assediata dal maltempo.

Daniele Antonini

L’umanità presente nel testo è anche qualcosa che pulsa nelle interpretazioni così vibranti e sfaccettate di Fatima Ali (sua la toccante epifania proposta in coda), di Daniele Antonini, di Antonia di Francesco, di Simone Giacinti, di Francesca Pausilli e dell’autrice stessa, Veronica Liberale. C’è chi diffida degli stranieri e chi lotta ogni giorno coi pregiudizi. Chi non può fare a meno di esibire pose da radical chic e chi non nasconde certo l’estrazione popolare della propria famiglia. Chi è ancorato pesantemente alla realtà e chi non ha smesso di sognare o di cogliere presenze impalpabili, presenze che magari gli altri ritenuti ‘normali’ non sono in grado di vedere, di riconoscere. Comunque la si metta, vi è in Direzione Laurentina un ritratto collettivo della Romanità che evita sterili manicheismi risultando incredibilmente vero, sanguigno, proprio perché nato da quell’osservazione della realtà nella quale le tipizzazioni confluiscono senza cristallizzarsi, senza adagiarsi sui più triti stereotipi, ma sublimandosi. Tra lampi di irresistibile comicità e senso di tragedia incombente si galoppa così verso un epilogo capace di sorprendere e commuovere. E sempre a proposito di commozione, il saluto conclusivo del regista Pietro de Silva al pubblico del Teatro Marconi ci ha permesso anche di scoprire, senza svolazzi retorici ma con il giusto afflato emotivo, che uno degli interpreti più brillanti visti sul palco era purtroppo reduce da un grave lutto famigliare. Ripensando all’energia da lui sprigionata in scena e alle emozioni particolari colte sul suo volto, nei suoi gesti, pur senza nominarlo – per un eccesso di discrezione, probabilmente – ci viene spontaneo rivolgergli un pensiero più personale e ringraziarlo così di questa prova d’amore, prima ancora che di bravura…

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