Doppia pelle (Le Daim)

La follia del daino sacro

Doppia pelle

Regia: Quentin Dupieux

Con: Jean Dujardin, Adèle Haenel

Il titolo originale, Le Daim, ben sintetizza questa folle commedia noir dell’altrettanto folle ma geniale artista francese Quentin Dupieux, il regista Quentin Dupieuxconosciuto nel mondo della musica elettronica come Mr. Oizo (pseudonimo che deriva dal francese “oiseau”, che significa “uccello”); l’eclettico parigino Dupieux, infatti, è un produttore discografico, musicista e regista sopra le righe, dallo stile surrealista e vintage che confonde ma appassiona, shocca ma diverte, portando lo spettatore a smarrirsi in un mondo paradossale eppure fatalmente vero.

Le Daim, il daino, più che Georges (un incredibile Jean Dujardin) è il protagonista di questo film a dir poco bizzarro; non a caso, lo stesso animale fa più volte capolino nella pellicola. La pelle di daino 100% è l’ossessione di Georges, che per comprarsi una giacca (originale italiana) dà fondo al suo conto e al suo matrimonio. Morbida e decorata di frange, la giacca assume quasi contorni “umani”, lo fa innamorare fino a possederlo e farlo precipitare in un delirio criminale. Inizia rubando un cappello (sempre di daino) al suicida receptionist del suo albergo; l’incontro con la cameriera del bar del paese, Denise, gli darà poi lo spunto per metter in atto un piano folle. A lei, Georges racconta di essere un regista che sta girando un suo film; Denise, dal canto suo, ha la mania di smontare film celebri: il daino li fa e poi li accoppia, verrebbe da dire. Così Georges, a cui il vecchio proprietario della giacca aveva regalato una videocamera digitale, inizia a girare un vero film sul suo amato “blouson cognac”, iniziando al contempo ad attuare il suo piano a dir poco criminale: eliminare dalla faccia della terra ogni altra giacca, ad ogni costo e con ogni mezzo. Intanto Denise lo asseconda, diventa sua inconsapevole complice, lo sostiene economicamente (con i suoi soldi Georges si comprerà un paio di stivali, sempre di daino, e pagherà gli “attori”) e gli regala persino il resto del completo: pantaloni e guanti, ancora di daino. Rivestito tutto in pelle di daino 100%, Georges si trasforma progressivamente in una bestia selvaggia (chè tale è il daino, ma l’uomo selvatico ha in sé una vena malevola che manca totalmente alle vere bestie), dando via al massacro indiscriminato di tutte le persone che rifiutano di consegnargli le loro giacche, fino al momento in cui il predatore diverrà preda, e il testimone passerà alla sua aiutante…

Le daim è una commedia che rimanda al teatro dell’assurdo di Beckett e Ionesco: mette in scena l’alienazione dell’uomo contemporaneo e la sua crisi, l’angoscia, la solitudine, l’impossibilità di ogni comunicazione espressa attraverso situazioni e dialoghi surreali, che si traduce nel film nei dialoghi silenziosi, fatti di sguardi, tra Georges e la sua giacca di pelle di daino 100%, il suo “Tesssoro”, parafrasando Gollum, con cui il nostro eroe condivide una ossessione malata. La sua quotidianità viene distrutta e ricostruita in maniera inquietante e scomposta ma ripetitiva (tratto tipico di Dupieux), creando un effetto comico e tragico al tempo stesso. L’interpretazione del protagonista Jean Dujardin è in tal senso perfetta, oscillando tra sense e nonsense, riunendo nel suo Georges i tratti dell’imbecillicità gioiosa a quelli della pazzia criminale e bizzarra; a lui si affianca un’altrettanto brava Adèle Haenel, che, complice (in)volontaria(?) di un eroe troppo folle per restare umano, conserva fino alla fine la sua dolcezza e la sua paradossale verità.

Michela Aloisi

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