Roma, Complesso del Vittoriano, 6 Dicembre 2013
Fino al 19 Gennaio 2014 è possibile visitare presso il Complesso del Vittoriano la mostra dedicata al grande compositore Giuseppe Verdi, in occasione delle Celebrazioni del bicentenario della nascita dell’illustre musicista.
Una esposizione ove attraverso l’utilizzo di vari materiali dell’epoca, come spartiti musicali, partiture, fotografie, ritratti e quant’altro, è possibile (ri)scoprire la figura del compositore originario di Busseto, raccontando sia la sua carriera artistica e musicale, sia il suo rapporto con la politica e le vicende storiche dell’ottocento italiano, quando la nostra Nazione, non ancora Repubblica, stava appunto per diventarlo, unendosi sotto un’unica bandiera.
Il percorso espositivo è diviso in sei aree tematiche, a cominciare dalla sezione Vedere Verdi, in cui il compositore è presentato attraverso ritratti, fotografie, autografi, documenti dell’epoca e sculture, ove sono posti in risalto i primi anni della formazione di Giuseppe Verdi e del suo percorso artistico e musicale.
Verdi e il Romanticismo è la sezione ove protagonista è la produzione musicale di Verdi, tra locandine, incisioni, programmi di sala e documenti, in relazione con la cultura romantica dominante e di cui ormai il compositore ne era diventato uno dei principali protagonisti in assoluto. Il teatro d’opera italiano all’inizio dell’ottocento era diffuso su tutto il territorio nazionale e seguito con una certa popolarità. La passione di Verdi per lo scrittore Shakespeare si tramuta in grandi opere compositive, come quella del Nabucco del 1842, Lombardi alla prima Crociata del 1843 e Simon Boccanegra del 1857, mentre la trilogia melodrammatica di Verdi si sprigiona con il Rigoletto del 1851, Il Trovatore del 1853 e La Traviata del 1853.
Nella sezione Scene e primi interpreti del melodramma verdiano invece vi sono in esposizione abiti e fotografie di scena, forse le primissime pose di questo filone fotografico. Il melodramma concepito da Verdi si muove all’interno di una teorizzazione del teatro ottocentesco, ove se le scene sono molto naturali, i protagonisti sul palco compiono gesti molto marcati, per trasmettere al pubblico quelle stesse sensazioni musicali che vivono i personaggi verdiani. Sul modello del prontuario da artista realizzato da Alamanno Morelli nel 1852, gli interpreti in scena eseguono degli specifici gesti, presi ad esempio dagli attori/cantanti delle opere di Verdi coniugando così recitazione e canto, soprattutto nell’espressione dei sentimenti.
La sezione Requiem è quella dedicata sia alla memoria dell’amico Alessandro Manzoni, grande amico del compositore con il quale scambia in vita numerose lettere, sia alla memoria dello stesso Verdi, ove trova spazio il filmato storico dei funerali di Giuseppe Verdi, alcune fotografie e delle composizioni in tema.
Sentire Verdi è la sezione centrale della mostra ove è disposto uno storico pianoforte a coda, oltre a numerosi macchinari per l’ascolto della musica, dai giradischi ai grammofoni, oltre a degli altoparlanti ultra moderni. Un susseguirsi di oggetti che fanno parte della memoria storica dell’ascolto, assieme a puntine per i giradischi, cere, dischi a 78 giri ed LP. Vi sono inoltre alcune postazioni ove è possibile ascoltare le opere di Verdi.
L’ultima sezione è dedicata a Verdi al Cinema, ove vi sono brani di film ispirati alle opere del grande compositore, con locandine, manifesti e fotografie di scena. Vi è persino una foto della bellissima Sophia Loren.
All’interno dello spazio espositivo vi è anche un filmato ove protagonista è il Maestro Riccardo Muti, presidente del Comitato d’Onore della mostra, che attraverso il pianoforte farà conoscere ai giovanissimi visitatori della mostra la magia e la grandezza dell’opera di Verdi.
Giuseppe Fortunino Francesco Verdi è stata una delle figure musicali, storiche e politiche che durante il corso dell’Ottocento ha rappresentato una delle figure che ha definito l’identità culturale italiana, quando non era ancora nata la nostra giovane Repubblica, consolidando al momento della consacrazione della Repubblica Democratica, quello spirito di unità e fratellanza che ha riunito tutti gli italiani in un unico popolo.
Giuseppe Verdi, seppur di umili origini, è diventato grazie al mecenate e protettore Antonio Barezzi, che gli ha permesso di proseguire gli studi musicali, uno dei più grandi compositori italiani nel mondo.
Un grande talento, quello dell’allor giovane compositore Giuseppe Verdi, che ha fatto la storia del belcanto italiano e che saprà sicuramente ispirare le nuove generazioni.
La mostra è ad ingresso libero e si può visitare fino al 19 Gennaio 2014.