EXIT VOTO

EX
Una mostra davvero singolare, tra creatività e misticismo, svelataci dalle parole della curatrice Rossana Calbi
EXIT
“Santa Rosalia” di Francesco Viscuso

Roma, Galleria Parione9, Martedì 28 giugno ore 19
EXIT VOTO
110 artisti / 110 santi
A cura di Rossana Calbi
Dal 28 giugno 2016 al 7 agosto 2016

Intorno alle 19 del 28 giugno ci si è ritrovati in uno spazio già affollatissimo, per l’inaugurazione di una mostra che aveva suscitato in anticipo la nostra curiosità: EXIT VOTO, con ben 110 artisti chiamati in causa, alla Galleria Parione9 per l’appunto, affinché esponessero altrettante figure di santi da rivisitare secondo la sensibilità di ognuno. La stessa Galleria Parione9 è un ambiente piccolo ma carico di suggestioni, anche per via della collocazione nel cuore della Roma barocca. Nella circostanza di aspetti suggestivi se ne sono aggiunti poi altri. Al di là della fascinazione esercitata dalle singole opere, anche il modo di proporle al pubblico ha saputo catturare l’attenzione, dato che con un tocco sapiente e piccoli elementi decorativi inseriti ad arte si è voluta ulteriormente sottolineare l’iconografia, nonché la disposizione stessa dei cosiddetti “Ex voto” nelle chiese, nei monasteri e nei santuari cristiani. Quanto poi al taglio conferito dai diversi artisti alle suddette agiografie, ossia ai santi e alle sante di cui si sono voluti occupare, ciò che colpisce positivamente è anche la varietà degli approcci, sia estetici che tematici, al già complesso territorio del “sacro”. Ma di tutto questo abbiamo parlato più accuratamente con la curatrice della mostra Rossana Calbi.

Tanto per iniziare, Rossana, ci piacerebbe indagare con te cosa lega l’altra mostra collettiva da te curata e ispirata al film “Fantasticherie di un Passeggiatore Solitario”, alla mostra EXIT VOTO da pochissimo inaugurata. Abbiamo già notato la presenza ricorrente di alcuni artisti. Si può parlare quindi di una “factory”? O di un particolare metodo, cui ti appelli per stimolare la creatività e la curiosità di artisti giovani, di talento?

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Locandina dell’ormai imminente mostra “Message in a Bottle”

Si tratta di due progetti molto diversi tra di loro, anche se esiste un tracciato comune: amo molto i lavori su carta, avendo un rapporto quasi morboso con i libri, quando mi è stato proposto il progetto per il film Fantasticherie di un Passeggiatore solitario che racconta di una ricerca tra le parole di un libro mai finito ho pensato, assieme alla mia collaboratrice Giulia Piccioni e al team di comunicazione di Laboratorio Bizzarro, di far esprimere gli artisti su dei libri antichi o vintage, supporto non facile da lavorare perché le parole sottostanti dovevano interagire con l’opera stessa e diventarne parte integrante. Nel caso di EXIT VOTO ho lavorato su delle idee che macinano nella mia testolina da anni: il rapporto con il divino traslato nel contemporaneo, ed è un tema che affascina molto anche gli artisti con cui lavoro: con Gerlanda Di Francia ho rivisitato gli ex voto per la sua personale Thanks to my Soul e con Giulia Bannister Di Vara abbiamo incentrato un’intera mostra sul tema mariano: Proud Mary. Nelle collettive mantengo le collaborazioni più interessanti e valide e do modo a me stessa di incontrare nuovi stili e nuovi modi di lavorare che spero di sviluppare in progetti successivi, così è nata la collaborazione con Valeria Patrizi con cui sto preparando la prossima mostra presso Not Your Dolls, un lavoro sulla dimenticanza e sull’assenza: Message in a Bottle che inaugurerà il 7 luglio. Non una vera factory: siamo persone che lavorano bene assieme per vari motivi.

Visioni sacre. Visioni talora dissacranti, come nel caso di Padre Pio. In EXIT VOTO si colgono approcci che possono essere anche molto distanti tra loro, sia sul piano figurativo che tematico o di tecniche utilizzate nelle opere. Cosa puoi dirci a riguardo?

Pio
“San Pio da Pietrelcina” di Marco About

Io poco perché quando m’approccio all’artista do delle misure e un tema, non do indicazioni tecniche sulla realizzazione dell’opera, per me è fondamentale che l’artista si esprima liberamente. Do fiducia alle persone con cui lavoro sempre e comunque, sperando che questa mia fiducia non vada disillusa. Ci sono artisti che riescono sempre a stupirmi positivamente per originalità e spessore, come Marco About, l’autore di San Pio da Pietrelcina di cui dicevi sopra, che ha una capacità di sintesi incredibile, e che per esempio contrasta di netto con il collettivo Ver Eversum, con cui ho l’onore di lavorare per la terza volta. I Ver Eversum incastrano il loro mondo in mille dettagli che raccontano quanto la loro costruzione artistica sia minuziosa e comunque altrettanto efficace. Mi piace combinare la diversità stilistica, questo è proprio un tratto fondamentale della mia ricerca.

Tra le opere esposte in EXIT VOTO diverse sono quelle realizzate da donne il cui tratto si era fatto apprezzare anche nell’altra mostra, da noi precedentemente citata. Per esempio Daria Petrilli e Gerlanda di Francia. Ci sono quindi alcune presenze femminili, nel cui sguardo artistico ti identifichi con una certa naturalezza, oppure si tratta di una notazione del tutto casuale?

Nel corso degli anni mi sono resa conto di riuscire a lavorare molto bene con le donne, per questo è nato il progetto itinerante dedicato all’illustrazione al femminile Graphiste che curo con Alessia Defilippi. Non c’è nessun pensiero retrologico di comunanza d’intenti: si tratta solo di somiglianze nette che percepisco immediatamente con alcune persone, come anche nel caso di Marta Bandini ed Elettra Bottazzi, le due galleriste di Parione9 che hanno accettato subito il progetto di EXIT VOTO anche se sapevano fosse estremamente laborioso e difficile. Il punto è la sensibilità personale e quella artistica. La finezza di alcuni artisti si esprime anche nel loro modo di lavorare: Gerlanda di Francia e Daria Petrilli sono persone molto precise puntuali e disposte a contaminarsi e a ricevere spunti esterni. Quest’ultima, ad esempio, in occasione della collettiva Fantasticherie di un Passeggiatore solitario ha realizzato un lavoro a quattro mani con Shone. I due artisti hanno combinato immagine e calligrafia, riportando alcune frasi del film, era la loro prima collaborazione e il risultato mi ha lasciato basita: la poesia della costruzione di Daria si è accompagnata benissimo al tratto di Shone. Lavorare con loro è facile, oltre che emozionante, quindi continuerò a farlo per quanto mi sarà possibile.

"San Francesco" del collettivo Ver Eversum
“San Francesco” del collettivo Ver Eversum

Un’altra cosa che ci ha colpito positivamente, della mostra allestita alla Galleria Parione9, è la cura con cui le opere sono inserite nel contesto, con quei piccoli tocchi decorativi e con una presentazione alquanto studiata che si riallacciano, in modo comunque leggero e armonico, al tema della mostra stessa. Come viene portata avanti questa parte della preparazione?

Questa mostra nasce grazie a un ricordo: due anni fa in occasione della morte della mia nonna materna nella sua casa di Girifalco, il suo paese di nascita in provincia di Catanzaro, mi sono imbattuta in mille santini e rosari. La tipica casa della donna meridionale credente: piena di mille cose, credo di aver ereditato da lei il mio problema con l’horror vacui, tutto si è mischiato ai miei diversi esami di antropologia, e i testi di De Martino e Frazer si sono concretizzati in questo progetto che doveva ricordare la casa della mia nonna con i santini reinterpretati in nuove visioni. La persona più adatta per aiutarmi in questo lavoro era Francesca Toscano, architetto e allestitrice che assieme all’artista Francesco Viscuso realizza il progetto Scatola Nera, abbiamo ragionato, scherzato e avuto dei contrasti prima e in corso d’opera, ma io sapevo che solo lei poteva rendere viva la mia idea di confusione ordinata e ricreare la sensazione che avevo quando entravo a casa di mia nonna.

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“Santa Sofia” di Marianna Pisanu

Puoi dirci, in breve, da dove si è mosso agli inizi il tuo interesse artistico e in quali altri progetti si è concretizzato, più di recente?

Ho iniziato come redattrice d’arte, mi sono occupata di arte in generale per anni, e poi è venuto fuori il mio animo organizzativo: ho fondato la mia prima associazione con Marianna Pisanu, artista e restauratrice. Con Traslochi ad Arte ho lavorato per due anni a progetti multiartistici per l’intera Capitale. Il mio interesse e il mio gusto sono diventati sempre più precisi, quando la mia compagna di avventure è tornata nella sua natia Genova, io ho proseguito da sola ma con mille altre persone in realtà. Il bello di questo lavoro è la capacità di ritrovarsi in modo nuovo: l’ultimo progetto di Traslochi ad Arte aveva il titolo Per Viam; curai l’esposizione presso il centro polifunzionale Elsa Morante di Roma, la tematica era la santità per la strada e solo in quell’occasione, in due anni di lavoro assieme, ebbi il piacere di poter esporre un’opera di Marianna Pisanu. In EXIT VOTO siamo tornate a lavorare assieme, nell’invito ho esordito: ti ho lasciato parlando di santi e voglio ricominciare a farlo con te, e lei ha realizzato Santa Sofia.

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