G8 – SOTTO L’IRA DEL SOLE

Un tema delicato affrontato con sobrietà

G8 – SOTTO L’IRA DEL SOLE di Mary Ferrara e Alexandro Sabetti

Produzione e organizzazione Margherita Caravello e Sharon Orlandini per TST

Regia Mary Ferrara

Con gli allievi dell’Accademia Arti Drammatiche TeatroSenzaTempo e gli allievi del percorso Smart Academy: Angela Bulzomi, Marin De Battè, Daniela Di Salvo, Cinzia Greco, Simona Manzoni, Andrea Melchiorre, Sara Morassut, Priscilla Petruccioli, Nour Zrafi, Gabriella Adesso, Simone Carrozzo, Rita Lo Nardo, Ornella Monda, Massimiliano Moroni e con Andrea Palmieri

Scene e costumi Virginia Menendez per TST

Teatro Due, Roma, dal 16 al 19 maggio 2019

 

Un tema scottante, delicato, a rischio polemica, portato degnamente in scena da un gruppo di attori, in buona parte molto giovani ma molto ben preparati e diretti questa stagione dalla sola Mary Ferrara, visti gli impegni di Antonio Nobili con lo spettacolo dedicato ad Alda Merini.

Quella giornata, catastrofica per le nostre istituzioni finite sotto accusa, viene fatta rivivere per riflettere, mettendo in luce la bontà di tutti gli allievi.

Scenografia minimale, clima pensieroso come un pò tutti i personaggi, ma per fortuna non è mancata qualche eccezione, come ad esempio Rita Lo Nardo nel ruolo della Signora A, povera massaia genovese impaurita dagli incidenti perchè residente in zona, che si ritrova perfino la sua umile Panda danneggiata risultando così ancora più simpatica, oppure Sara Morassut, leggiadra e volteggiante nella personificazione del testo di Dostoevskij che Lander (Andrea Palmieri) sta rielaborando con enorme fatica: molto abile anche quest’ultimo, specialmente in certi atteggiamenti “schizofrenici” nei suoi turbamenti interiori, proprio mentre lei invece gli svolazza accanto dolcemente. Intelligente da parte della regia l’introduzione di questi elementi che danno un pò di leggerezza ad un tema altrimenti piuttosto pesante.

Colpisce anche la neutralità con cui la spigolosa materia viene trattata: si dà persino voce alle “autorità”, nella circostanza ad un poliziotto ben interpretato da Simone Carrozzo, che spiega le ragioni della Polizia, così nell’occhio del ciclone in seguito a quella giornataccia; accento del Sud portato fieramente e convinzione di sè. Oppure il tono dimesso di Marin De Battè nel ruolo del povero giornalista inglese Mark Covell, malmenato senza motivo, non certo unico ad aver subito tale destino, grazie all'”irruenza” di certi sbirri, come quello interpretato da Andrea Melchiorre, autore del famigerato sparo verso Carlo Giuliani.

Tutti gli interpreti riciclano abilmente se stessi in un doppio ruolo: la stessa Rita Lo Nardo, pochi attimi dopo aver pianto la sua Panda nei panni della Signora A, si trasforma per incanto in un integerrimo PM di fronte al giudice Ornella Monda (anche dottoressa in altri passaggi) e all’avvocato difensore Priscilla Petruccioli. Al tempo stesso tutti o quasi rappresentano dei manifestanti in vari momenti dello spettacolo, mostrando particolare abilità.

Nonostante la serietà dell’argomento lo spettacolo scorre via fluido, grazie all’energia di tutti gli interpreti nel riempire sempre molto abilmente la scena e grazie ad una regia che sa alternare bene i saliscendi emotivi della narrazione.

Alessandro Tozzi

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