GLI AC/DC CI SONO ANCORA!

In memoria di Malcolm

AC/DC – PWR UP – Columbia Records – 2020

Produzione Brendan O’ Brien

Formazione: Brian Johnson – voce; Angus Young – chitarra; Stevie Young – chitarra; Cliff Williams – basso; Phil Rudd – batteria

Titoli: 1) Realize; 2) Rejection; 3) Shot in the dark; 4) Through the mists of time; 5) Kick you when you’re down; 6) Witch’s spell; 7) Demon fire; 8) Wild reputation; 9) No man’s land; 10) Systems down; 11) Money shot; 12) Code red

 

Prima uscita degli Ac/Dc dopo la dipartita di Malcolm Young, sostituito con immancabile dedica già dal precedente Rock or bust del 2014 dal nipote Stevie Young, e ci si accorge come in tante altre occasioni che basta un pò di autenticità e di voglia di esserci perchè un mito conclamato come gli Ac/Dc faccia ancora parlare di sè, pur vivendo di rendita sui fasti del passato.

L’opener Realize poteva intitolarsi Thunderstruck II, forse è vero; Demon fire e la conclusiva Code red presentano più di una sensazione di già sentito, verissimo; Through the mosts of time è una balad un pò banale, sacrosanto, anche perchè ritengo che una voce come quella di Brian Johnson, tornato in pista con tanto di apparecchio acustico che dovrebbe farlo di nuovo esprimerlo al meglio anche dal vivo, ritengo sia nata per graffiare e non per accarezzare.

Però c’è la ruvidità blueseggiante di Kick you when you’re down, a mio avviso il brano migliore dell’album col suo sound cristallino e ben cadenzato; c’è il lento ma incessante No man’s land, con un Angus Young come sempre marchio di fabbrica del sound Ac/Dc, così come Wild reputation, riempita fino all’orlo dalla cascata di note del chitarrista. Adrenalina pura e alto voltaggio anche in Rejection e nel singolo Shot in the dark, proposto in un azzeccato video in cui abbondano scariche elettriche ed interruttori accesi, in omaggio al titolo dell’album, una sorta di “fratello minore” del leggendario High voltage del 1976.

Stevie Young all’altra chitarra sembra aver ben appreso i segreti del mestiere dallo zio Malcolm, il batterista storico Phil Rudd è in buona forma dopo i travagli giudiziari, e così gli Ac/Dc suonano potenti come al solito, grazie anche al confermatissimo Brendan O’Brien alla produzione.

Se e quando si tornerà all’attività live post-pandemia, il bassista Cliff Williams, qui pesanetmente presente sul disco, ha annunciato il suo ritiro, ma mai dire mai…

I testi, in linea di massima opera di Brian Johnson, sono sempre arguti e mai scontati, ma quel che conta è che ci sono tutti gli ingredienti della ricetta vincente degli Ac/Dc, nonostante gli scricchiolii dell’età e degli eccessi.

Come viene spesso da pensare ascoltando molte giovani bands… se quelle sono le forze nuove, lunga vita a vecchietti come gli Ac/Dc, capaci ancora di sciorinare un’ora di rock & roll inedito senza annoiare un attimo.

Alessandro Tozzi

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