Il diritto di contare

QUEL genere di film che dovrebbe uscire più spesso per ricordarci quanto l’essere umano sia stato meschino (e, forse, lo è ancora!)

DATA USCITA: 08 marzo 2017

GENERE: Drammatico

ANNO: 2016

REGIA: Theodore Melfi

ATTORI: Taraji P. Henson, Octavia Spencer, Janelle Monáe, Kevin Costner, Kirsten Dunst, Jim Parsons, Mahershala Ali, Aldis Hodge, Glen Powell, Kimberly Quinn

SCENEGGIATURA: Theodore Melfi, Allison Schroeder

FOTOGRAFIA: Mandy Walker

MONTAGGIO: Peter Teschner

PRODUZIONE: Chernin Entertainment, Fox 2000 Picture

DISTRIBUZIONE: 20th Century Fox

PAESE: USA

DURATA: 127 Min

 

Candidato a vari premi, tra cui miglior film e miglior sceneggiatura non originale, Il diritto di contare è uno dei 10 film migliori del 2016 secondo il National Board of Review Awards.

Tratto dal libro Hidden Figures: The Story of the African-American Women Who Helped Win the Space Race di Margot Lee Shetterly, è ambientato nei primi anni ’60, in pieno regime di segregazione razziale.sddefault

Il film si incentra sulla storia vera di tre donne afro-americane: della matematica Katherine Johnson, dell’ingegnere Mary Jackson e della responsabile del settore IBM,  rispettivamente interpretate da Taraji P. Henson, Janelle Monáe e Octavia Spencer, calcolatrici nel campus aerospaziale della NASA, che sono entrate a far parte della storia come eroine.

Tutte e tre i personaggi sono figure molto forti che, in qualche modo, riescono a ribellarsi alla situazione di segregazione e sottomissione alle quali sono costrette, dato il periodo. Mary Jackson, matematica, diventa il primo ingegnere donna di colore della NASA obbligando il giudice a farla ammettere all’università aperta solo ai bianchi. Dorothy Vaughn, sfidando la sua coordinatrice (K. Dunst), diventa il primo responsabile afro-americano a capo della divisione programmazione.il-diritto-di-contare1

Il personaggio di Katherine Johnson, matematico, grazie alle sue abilità di calcolo, riesce a far parte del team delle missioni spaziali perché molto brava in calcoli di traiettorie, finestre di lancio e percorsi di ritorno di emergenza tanto che, sia nel film che nella realtà, l’astronauta John Glenn ricorre a lei per avere un parere sulla correttezza dei dati non fidandosi dei calcoli del primo calcolatore IBM installato alla NASA.

Il genio delle tre donne si incastra perfettamente con la voglia degli americani di conquistare lo spazio prima dei russi. Purtroppo i russi annunciano la conquista dello spazio prima di tutti ma gli americani non riescono a darsi per vinti progettando una missione che vede come responsabile Ed Harris (Kevin Costner) ed il suo team.

HF-207 - Jim Parsons as Paul Stafford, Taraji P. Henson as Katherine G. Johnson, and Kevin Costner as Al Harrison in HIDDEN FIGURES. Photo Credit: Hopper Stone.

Il personaggio di Ed Harris, in realtà, non è esistito. Nel film invece acquista un ruolo dominante soprattutto quando si reca personalmente nell’ala dove lavorano solo le persone di colore ad abbattere l’insegna razzista appesa sul bagno. Questo perché la Johnson, ogni giorno, per andare al bagno, e poteva usare solo quello, deve percorrere più di 1 miglio ad andare e altrettanto per tornare al posto di lavoro.

Quando Harris la redarguisce sulla sua perdita di tempo la Johnson si ribella facendogli presente che lei deve pur andare in bagno. Harris è all’oscuro del fatto che la Johnson non può utilizzare i bagni vicino all’ufficio. Dopo aver divelto il cartello dice “Il colore della pipì è uguale per tutti!” dando un primo segno di apertura ed integrazione.

Il Successo della conquista dello spazio da parte degli americani fu dovuto anche al lavoro svolto dalla Johnson per il quale tutti, nella NASA, ne sono fieri.images

Anche la figura della coordinatrice del personale, interpretata da Kirsten Dunst, è una bella figura di pentimento, di apertura mentale nei confronti delle persone di colore.

Un bellissimo film, veramente uno dei migliori del 2016.

Le note sulla sigla finale raccontano il proseguo della reale storia delle tre scienziate.coverlg_home

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Le tre protagoniste vere.

E’ bello sapere che la storia non finisce con il film: le tre scienziate lavorarono a lungo per la NASA ottenendo posizioni di prestigio, in particolare Katherine Johnson calcolò anche le traiettorie per le missioni Apollo 11 e Apollo 13. Andò in pensione nel 1986. Nel 2015 ottenne da Barack Obama la Medal of Freedom (Medaglia della Libertà), la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti e nel 2016 le fu dedicato un importante centro di ricerca della NASA.

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