Il principio di esclusione

L’elegante giallo letterario di Francesco Lalli conquista il lettore con garbata ironia e attraverso personaggi molto ben tratteggiati

Il principio di esclusione
Autore: Francesco Lalli

Editore: Robin
Collana: Biblioteca del vascello
Anno edizione: 2017
In commercio dal: 8 maggio 2017
Pagine: 199 p., Brossura

L’11 maggio scorso, a circa due anni dalla sua pubblicazione con Robin Edizioni (successiva a una prima versione, uscita tramite self publishing), la Libreria Aurelia Books di Roma ha ospitato l’ennesima presentazione di un romanzo di Francesco Lalli, Il principio di esclusione, la cui stessa ambientazione torinese aveva destato in noi una certa curiosità. Per un motivo o per l’altro, avevamo perso tutte le altre presentazioni. Stavolta non ci saremmo fatti scoraggiare nemmeno dalla contemporanea chiusura di tutte le fermate della metropolitana, ipotesi a Roma tutt’altro che fantascientifica. E l’incontro con l’autore, ottimamente moderato dalla giornalista Elisa Mariella, ci ha spinto con naturalezza verso una lettura che ci attraeva in partenza, ma che si sarebbe poi rivelata ancor più avvincente, piacevole, intensa.

Di Francesco Lalli si conoscevano già, da precedenti esperienze letterarie, l’arguzia e l’ironia, doti che ha saputo qui riversare in una narrazione armonica che travalica i generi di riferimento, ponendo sotto la lente di ingrandimento personaggi estremamente umani, credibili. Il principio di esclusione è una sorta di giallo letterario che mescola con gusto svariati elementi, da quelli di marca più intimista a vivaci descrizioni d’ambiente, da un culto del ricordo e della sua funzione che sembra rimandare amorevolmente a Proust fino al classico processo narrativo, di matrice metalinguistica, per cui è un altro racconto inserito all’interno del romanzo a prendere talvolta il sopravvento. Trattasi nella fattispecie di un manoscritto giunto incompleto al protagonista, il cui fulcro è costituito dal forte rapporto di amicizia e stima reciproca creatosi all’epoca tra Carl Gustav Jung e Wolfgang Pauli, uno dei fisici più creativi del Novecento. Sincronicità junghiana e meccanica quantistica, i temi del dibattere. Francesco Lalli vi accenna con semplicità e chiarezza. Senza mai appesantire la narrazione. Ed usando al contrario con sottigliezza questo accattivante côté letterario, quale controcanto degli eventi cui va incontro Alberto, il protagonista.

Alberto Barassini, il personaggio principale del romanzo, è un apprezzato talent scout letterario, erede assieme al fratello di una stimata casa editrice torinese, che pare aver perso lo smalto di un tempo, in seguito al grave incidente che lo ha fatto rimanere a lungo tra la vita e la morte e che, soprattutto, gli ha tolto l’unica donna da lui veramente amata. Giovanna, scrittrice a sua volta. In una routine lavorativa divenuta sempre più grigia, deludente, monotona, compare all’improvviso la bozza di quel racconto inedito su Pauli e Jung, sulla cui provenienza vi è però un alone di mistero. Risolvere quel mistero significherà per Alberto non soltanto affrontare il futuro della loro casa editrice, ma anche fare i conti coi traumi del passato…
Sono tanti gli aspetti della scrittura di Francesco Lalli che strada facendo si fanno apprezzare: la garbata ironia, il sottilissimo spleen dell’ambientazione torinese, la capacità di scolpire personaggi secondari la cui presenza in scena non è mai accessoria (dal bonario pasticcere romano trapiantato a Torino alla segretaria la cui compostezza ha un marchio tipicamente sabaudo, per approdare infine all’ex poliziotto idealista tormentato anch’egli da brutti ricordi), le folgoranti battute con cui il protagonista stempera la propria malinconia, l’epilogo tutt’altro che scontato. Il resto lasciamo che sia il lettore a scoprirlo, qualora voglia farsi trascinare in questa accurata detection che parte dai libri, per soffermarsi poi sui non meno accidentati percorsi della memoria.

 

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