IL VENTENNALE DEI KULA SHAKER

L'emblematico titolo "K 2.0"

KULA SHAKER – K 2.0 – STRANGE FOLK RECORDS – 2016K 2.0 1

Produzione: Crispian Mills & Alonza Bevan

Formazione: Crispian Mills – voce e chitarre; Alonza Bevan – basso; Paul Winterhard – batteria; Harry Broadbent – tastiere

Titoli: 1 – Infinite sun; 2 – Holy flame; 3 – Death of democracy; 4 – Love B (with U); 5 – Here come my demons; 6 – 33 crows; 7 – Oh Mary; 8 – High noon; 9 – Hari bol (the sweetest sweet); 10 – Get right get ready; 11 – Mountain lifter

 

Sono passati 20 anni da quel K, astronomico debutto dei Kula Shaker, e questo titolo K 2.0 sembra volerlo ricordare, e anche in parte omaggiare, senza però nulla togliere a quanto di buono e di nuovo il biondo Crispian Mills abbia partorito dalla sua fervida fantasia, come di consueto contaminata anche dai suoi viaggi in India, che lasciano il segno anche sulla copertina.

Il momento più trascendente dell’album è Hari bol (the sweetest sweet), fratellino minore di quel Govinda del 1996 che ha tanto venduto e fatto conoscere la band nel mondo; stavolta però la parentesi “mistica” non viene prescelta come singolo, lasciando il posto all’opener Infinite sun, introdotta dai caratteristici sussurri dell’angelo biondo. Un perfetto anello di congiunzione tra gli esordi e i tempi moderni, parecchio diversi. Incantevole quella chitarra appena pizzicata che si fa strada a metà pezzo, accompagnandolo al crescendo fino alla fine.

K 2.0 3Stavolta però c’è nel complesso meno psichedelia e più elettricità, seppur con quella buona dose di imprevedibilità, che si concretizza nel giro di pianoforte seguito dal coro gospel di Love B (with U) oppure una Get right get ready quasi disco anni ’70, in cui sembra inizialmente di ascoltare i Bee Gees, poi riprende un certo piglio, anche nel cantato, e si fa più rock & roll, o magari anche la “litania” di High noon, una carezza che non annoia assolutamente.

Here come my demons parte in sordina e poi si guadagna tutta la sua identità, mentre Death of democracy Holy flame sono i brani che più spostano la lancetta dalla parte del rock, nonostante il senso della melodia non manchi praticamente mai.

Un disco che non è banale perchè non lo è il gruppo che lo ha inciso e non lo è il quasi esclusivo compositore, Crispian Mills, capace sempre di mantenere una coerenza di fondo nonostante i tanti capricci stilistici messi in mostra.

Non ci sono superbrani da classifica ma credo che i nostri se ne freghino altamente.K 2.0 2

Magari altri gruppi del genere che con i Kula Shaker hanno condiviso quei fantastici anni ’90, come gli Oasis, i Blur, e soprattutto gli Stone Roses fossero ancora uniti e capaci di fasti simili!

 

 

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