Intervista a Malia Delrai, fondatrice di Delrai Edizioni

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Malia Delrai è la giovane fondatrice di una spumeggiante casa editrice.

delraiedizioniDelrai Edizioni nasce grazie all’entusiasmo e alla determinazione di Malia Delrai, giovane scrittrice che ha deciso di fondare la propria casa editrice a poco più di 30 anni, scommettendo anche su altri giovani autori in un’ottica non solo commerciale, ma di arricchimento, volontà e passione comune.
In poco più di due anni la Delrai è giunta a proporre 37 titoli per 14 autori, con una quota rosa quasi del 100% e un’età media degli autori che si aggira intorno ai 30 anni: un successo ottenuto sfidando i pregiudizi e le difficoltà quotidiane che la piccola editoria porta con sé.

 

La Delrai Edizioni nasce nel 2016 e pur essendo relativamente giovane, ha già all’attivo 37 titoli e 14 autori, con una media di 30 anni. Qual è dunque la mission della casa editrice?
Cercare autori di talento e fare in modo di farli conoscere. Ma non è solo questo.

È creare un percorso di crescita graduale con loro, per riuscire ad affinare la loro bravura, il talento che hanno.

Mi piace pensare che questo sia possibile e che i lettori possano accorgersi di questo e apprezzare il lavoro dell’autore, l’amore per i suoi testi.

Quando hai deciso di dedicarti all’attività di editore?
C’è stato un momento in cui ho pensato che valesse la pena impegnarsi per dare voce anche ad altri autori, oltre me stessa. Lo credevo giusto, perfetto per me, per la persona che sono: immaginavo una realtà di persone che sarebbero state in grado di confrontarsi a livello culturale e che fossero capaci di crescere insieme.

Quando nasce la tua passione per i libri?
Per i libri, intesi come oggetti, non nasce tanto presto.

Ho imparato ad amare l’oggetto libro da quando ho aperto la casa editrice: impaginazione, carta, stampa, copertina.

Però sono amante della lettura da molto prima. Amo vivere altre vite, capire attraverso la lettura verità che mi fanno riflettere.

Non è facile leggere, non facile come sembra: ci sono momenti in cui leggi per svagarti, e allora è più semplice, ma in altri devi saper usare concentrazione, intelligenza, e tutto ciò che secondo me c’è di più bello in un essere umano.

È confrontarsi con se stessi, per questo non è semplice.

Quanto è difficile oggi inserirsi nel mercato editoriale?
Non so ancora se sia possibile farlo.

Io sto provando a capirne le dinamiche, gli spazi, credo che sia una giungla per un piccolo editore.

Quali sono le differenze che possono far emergere sia un nuovo editore e sia un nuovo autore?
Oggi soltanto una cosa penso possa differenziare autori/editori: passione.

Non quella passione che ti spinge a scrivere, oppure a dedicarti alle pubblicazioni perché ti piace, no, c’è qualcosa in più: dedizione, sacrificio, costanza, volontà, mancanza di stanchezza intellettuale. Credo che sia il segreto del vero successo.

Dare una spinta simile a una realtà, significa donarle un’identità. Ho la sensazione che il mondo abbia bisogno di questo.

Ci sono anche storie che vale la pena essere raccontate?
Se non rispondessi di sì, non farei l’editore.

Credo fermamente che ci siano storie che valga la pena raccontare.

In fondo però, se ci pensiamo, ogni persona ha qualcosa da raccontare, da mostrare, da dire, e se scopre il modo giusto per farlo, è bello che lo faccia.

Ormai non c’è più l’idea originale, ma c’è la nostra persona, il nostro modo di vedere le cose.

Quali sono i prossimi libri in uscita?
Abbiamo due autrici inglesi in uscita e due italiane.

Alexandrea Weis con un romance dal titolo Dalla prima all’ultima pagina e Sylvain Reynard con una novella paranormal dal titolo Il principe, per quanto riguarda gli Usa.

Per l’Italia, Natascia Luchetti con Il Battesimo di Luce e Alice Chimera con L’equilibrio delle emozioni.

Quali i prossimi eventi in cui invece i lettori potranno incontrare gli autori?
Il prossimo evento in calendario per noi è il Salone Internazionale del libro a Torino dal 9 al 13 maggio.

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