Lo stato delle Cose” è il tuo ultimo disco, uscito nel marzo di quest’anno. Un disco duplice che si divide in due progetti artistici, differenti eppur mai così uniti, ovvero “Songs” e “Walk on the Piano Side”. Come nasce questo disco e l’idea di accorpare questi due progetti?
Nasce dal desiderio di urgenza che accomuna tutti coloro che vivono di arte. La voglia di condividere e raccontare la parte più profonda del sé, il lato più intimo e autentico.
Sono composta di due anime “artistiche” (se così posso definirle). L’anima pianistica, musicale e strumentale. Ed un’anima arrivata più in là, l’anima cantautorale che attraverso le parole e la voce ha raccontato ancor meglio il mio mondo interiore ed emotivo.
L’una non può esistere senza l’altra. Così sono davvero e finalmente io.
Quando la musica ha iniziato a germogliare nel tuo animo e hai deciso di essere una pianista?
E’ stato un passaggio naturale. Non ho deciso, almeno non credo. La musica è arrivata e con prepotenza, le mie mani non hanno potuto fare a meno di posarsi sui tasti bianchi e neri.
Come l’amore, anche la musica (e l’arte in generale) succede e basta. Grandissimo privilegio.
Perchè hai scelto proprio il pianoforte per esprimere al meglio la tua vena artistica?
Fin dai primi anni di vita muovevo le dita sul seggiolone e successivamente sul tavolo da pranzo, sul letto, sul divano, come se sotto i polpastrelli ci fossero tasti da premere, suoni da muovere. Così mi ha raccontato la mamma, complice di questa avventura.
Da lì a poco ho iniziato il mio percorso di studi.
Ancora non andavo a scuola. Le mie lettere sono state le note, ancora prima dell’alfabeto!
Hai musicato la mostra di Botero che si è tenuta a Tokio, in Giappone. Quanto questa esperienza ti ha arricchito e come, dal tuo punto di vista, i giapponesi fruiscono la musica, in contrapposizione con il popolo italiano?
Questa esperienza ha segnato ufficialmente il mio ingresso nel mondo delle colonne sonore. Inoltre è stato un onore dare vita con le note ad immagini bellissime legate al mondo artistico del Maestro.
Il Giappone ama la musica ed in particolar modo il piano, perciò credo che “Hands” (il titolo del brano scritto appunto) sia stato sinceramente apprezzato.
Hai vinto diversi premi, ma qual è quello a cui tieni di più e che non ti aspettavi di ricevere?
Sono legata a tutti questi premi, segnano e solidificano il mio viaggio dentro la musica. Senz’altro ricevere il premio “Sisme” come miglior interpretazione nel “Festival Musicultura” ( il più importante in Italia dopo Sanremo) è stato inaspettato e pieno di stupore.
Ti piacerebbe poter vedere la tua musica legata anche in altri contesti, come il cinema per esempio?
Assolutamente sì!
Il mio terzo sogno da inseguire è proprio scrivere per la cinematografia ed il commerciale. La mia musica evoca immagini. E’ molto distintiva e bisogna approfittarne.
Stai lavorando a nuovi progetti?
Stanno arrivando cose belle. Spero a breve di potervele comunicare. E poi si continua a scrivere, dolcissima ossessione.
Ci sono date o appuntamenti dove i nostri lettori possono ascoltarti live?
Stiamo definendo la seconda parte del live tour de “Lo Stato delle Cose”.
Presto metterò in rete le date con tante belle novità.
Ci sarà sicuramente modo di incontrarsi anche negli store d’Italia de La Feltrinelli.