KISS – END OF THE ROAD TOUR
Formazione: Paul Stanley – chitarra e voce; Gene Simmons – basso e voce; Tommy Thayer – chitarra e voce; Eric Singer – batteria e voce
Praga, Eden Arena, 19 giugno 2019
Milano, Ippodromo Snai, 2 luglio 2019
Zurigo, Hallenstadion, 4 luglio 2019
Un tour d’addio lungo 3 anni, 3 passaggi in tutto il mondo cambiando di volta in volta le città… ecco il saluto dei Kiss (se davvero addio sarà, visto che ci hanno abituato a tante smentite), alla loro maniera, in grande, alla fine dei giochi con quasi 500 concerti in un triennio, poi si vedrà se sarà davvero ora di andare in pensione.
Intanto, sempre per mantenere la dimensione di tutto grandissima come sempre, un palco enorme, gli effetti speciali che li hanno resi celebri moltiplicati e potenziati, show allungato rispetto alle ultime uscite, spettacolo un circo impazzito di lucida follia, come e più del solito.
Personalmente ho visionate le tre date sopra riportate e dunque riporto i miei ricordi e le mie sensazioni come somma delle tre serate.
La serata di Praga si incastona in un festival, il Prague Rock, per cui mi gusto molto volentieri anche un pò di ZZTop, in programma proprio prima dei Kiss, poi tocca a loro e noto subito che manca qualche parte di palco, evidentemente non è stato possibile portarla per motivi di spazio e per non creare problemi con la scaletta di tutte le band di scena. Le serate di Milano e di Zurigo sono esclusive dei Kiss, quindi scaletta e palco completi di tutto, impressionanti!
A Milano e Zurigo la platea viene invece riscaldata dal painting di David Garibaldi, schizzi schizofrenici su tele ovviamente a soggetti rock, conclusi prevedibilmente in gloria con un’immagine dei Kiss. Intrigante.
Poi inizia il più frenetico circo rock del mondo e, al di là della performance in senso stretto, discreta a Praga e Milano, e per quanto mi riguarda ottima a Zurigo, è il solito spettacolo che incanta per l’esplosione di luci, di colori, di sorprese di ogni tipo. Sul soffitto 11 schermi luminosi ottagonali con immagini sempre a supporto del pezzo che si sta suonando, le coreografie che hanno reso famoso il gruppo, come il balletto ondeggiante di Deuce, i numeri volanti di Gene Simmons sul suo solo che sfocia in I love it loud o di Paul Stanley per Love gun e I was made for lovin’ you, eseguite in un palchetto personale posizionato a centro arena, la chitarra fumante di Tommy Thayer durante Shock me, la batteria lievitante di Eric Singer, che a Milano si esibisce anche nel solito drum solo, mentre con nonchalanche si dà una rinfrescata con un asciugamano, rivelando poi nel backstage la nascita dell’idea. Molto divertente. Poco più tardi si siede addirittura al piano per la performance canora di Beth, con gli altri tre quasi a prenderlo in giro scherzosamente.
Molto ben rivitalizzata anche Psycho circus, il singolo della reunion del 1998, con tanto di scenografia a tema, ma letteralmente ogni brano si avvale di un contorno di effetti e controscene impressionante.
Quelle di qualche aiutino tecnologico, perfino per le voci, sono qualcosa più che delle ipotesi, ma d’altronde cosa importa? Si sta assistendo alla celebrazione di un mito, e poco conta se dei quasi settantenni si avvalgono di qualche sostegno pur di divertire ancora.
Tanti sono i sorrisi, sul palco e giù dal palco. La sensazione generale è quella di una festa colossale, che dura ancora per due anni in giro per il mondo, l’occasione è di quelle da non perdere!
Alessandro Tozzi