Le Follie di Frankenstein

La compagnia teatrale Sogni di Scena è tornata a regalarci parodiche, divertentissime incursioni nell'immaginario orrorifico

Horror comedy scritta da Peter Walker e Katherine Jean Leslie
Traduzione, adattamento e regia di Emilia Miscio

Con Cristiano Migali, Emanuele Vircillo, Marco Gargiulo, Jessica Ferro, Mattia Cirelli, Antonino Palmeri, Arianna Bigazzi, Federica Pallozzi Lavorante, Fabrizia Sorrentino, Sara Zottoli, Gabriella Iovino, Giada Randazzo, Alessia Borgioni, Elisa Forte, Stella Isoli

Scene: Giorgio Miscio
Direttore di scena: Simona Borrazzo
Fonica e disegno luci: Giorgia Caredda
Foto e video: Riccardo Dell’Era
Ufficio Stampa: Chiara Bencivenga

TEATRO DEGLI EROI (via Girolamo Savonarola, 36 – Roma)
Dall’8 al 13 settembre 2020
Dal martedì al sabato ore 21.00; domenica ore 17.30

Intro: Dall’8 al 13 settembre il teatro degli Eroi di Roma ha ospitato per la prima volta la Compagnia Sogni di Scena, con un’horror comedy del 1977 firmata dagli statunitensi Peter Walker e Katherine Jean Leslie, Le follie di Frankenstein.
A seguito di una tempesta di neve, un gruppo di sciatrici americane e il loro maestro trovano rifugio in un antico castello abitato dai discendenti del famoso Dottor Frankenstein: i due fratelli Frankenstein – il dottor Frank e il prestigiatore George – la zia Elizabeth, la Creatura Mike e l’assistente di Frank.
Quando il dottor Frank Frankenstein annuncia la sua intenzione di creare una sposa per la Creatura usando i nuovi ospiti femminili come “pezzi di ricambio”, brividi e caos si scatenano nel castello.
In una scenografia dai colori tetri, inseguimenti e rumori sinistri, i vari e strambi personaggi si susseguono sul palco con ritmo serrato e gag divertenti, che lasciano però spazio ad alcune domande che l’uomo non smetterà mai di porsi: cosa si farebbe pur di restare per sempre giovani e immortali? Fino a dove si spingerebbe l’uomo per sfidare la morte?

Nel recente passato abbiamo preso confidenza in più di un’occasione col teatro di Emilia Miscio, immergendoci volentieri nelle atmosfere divertenti, folli e movimentate dei suoi spettacoli. Per certi versi è stato così anche stavolta. Ma altrettanto forte, sia per il pubblico che per gli interpreti, era la sensazione di trovarsi a una sorta di “ballo delle debuttanti”, o per meglio dire a un ballo in maschera: del resto siamo nell’era Covid e la mascherina, agli albori di una stagione teatrale sopraggiunta dopo mesi difficilissimi, è d’obbligo.
Ma se alle precauzioni per accedere nei locali pubblici ci stiamo facendo il callo, veder armeggiare sul palco gli attori con la loro mascherina d’ordinanza ha prodotto senz’altro un effetto curioso, straniante, per cui tocca confessare candidamente che nei primi minuti della rappresentazione l’occhio cadeva spesso e volentieri su quelle mascherine, indossate e poi scostate dagli interpreti con cautela mista a disinvoltura. Questa è la follia dei tempi moderni, basti pensare al surreale ritorno degli studenti a scuola. Ma per fortuna gli spettacoli della Miscio hanno uno humour e un ritmo inconfondibili, sicché superato lo sconcerto iniziale sono state Le follie di Frankenstein a prendere il sopravvento, proiettandoci di nuovo in quell’immaginario gotico che la regista sa rivisitare sempre con smalto e ironia, tra sinistri cigolii di porte e apparizioni tanto orrorifiche quanto buffe, grottesche.

La scelta della horror comedy firmata nel 1977 dagli statunitensi Peter Walker e Katherine Jean Leslie, pièce funambolica da lei poi tradotta, adattata e diretta, ci ha inoltre confermato quel gusto per le rappresentazioni corali e con tanto movimento in scena, testato con successo nelle precedenti occasioni. Affine tematicamente a La creatura!, l’opera di Jack Sharkey già messa in scena dalla Miscio al Teatro San Genesio, Le follie di Frankenstein sembra avvalersi di un afflato persino più libero e post-moderno nello scompaginare allegramente il mito del celebre Barone, nonché altri archetipi riferibili al genere: ben due discendenti più una zietta assatanata finiscono per contendersi, ognuno alla sua maniera, l’eredità del mad doctor per eccellenza, nella speranza che un gruppetto di turiste americane con il loro svagato maestro di sci si prestino a qualche folle esperimento, compreso nell’ospitalità del maniero fuori mano di turno.

Mattia Cirelli, “creatura” in agguato

Ma la sinistra location, che i trucchetti da prestigiatore cari a uno dei rampolli della famiglia Frankenstein fa apparire ancora più eccentrica, singolare, “magica”,sulla presenza di una mostruosa (e invero tragicomica) “creatura” poteva già contare, da prima del loro arrivo: quella che Mattia Cirelli ha saputo impersonare con irresistibile goffaggine e istinti mascolini fuori controllo, tant’è che alle belle ragazze in visita nel castello apparirà ben presto più come un malinconico essere costantemente allupato, tipo l’indimenticabile Ciccio Ingrassia di Amarcord (“voglio una donnaaaa”), che come un’oscura minaccia. Forte di un cast ancor più numeroso del solito e perdipiù giovanissimo, Le follie di Frankenstein procede così a gran ritmo verso un’inaspettata catarsi, per proprietari e ospiti della stravagante dimora, tra cadenze da vaudeville, inseguimenti continui e tante, tante risate.

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