JIMMY BOBO

 

GENERE: Azione, Poliziesco, Thriller

REGIA: Walter Hill

SCENEGGIATURA: Alessandro Camon, Walter Hill

ATTORI: Sylvester Stallone, Jason Momoa, Sarah Shahi, Christian Slater, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Sung Kang, Jon Seda, Holt McCallany, Marcus Lyle Brown, Weronika Rosati

FOTOGRAFIA: Lloyd Ahern II

MONTAGGIO: Timothy Alverson

MUSICHE: Steve Mazzaro

PRODUZIONE: Automatik Entertainment, EMJAG Productions, Millar Gough Ink

DISTRIBUZIONE: Buena Vista International

PAESE: USA 2013

DURATA: 97 Min

SOGGETTO: Ispirato al celebre graphic novel “Du plomb dans la tête” di Matz (Alexis Nolent).

TRAMA: Si racconta la storia di un sicario di New Orleans (Jimmy Bobo) che non conosce le buone maniere e che medita vendetta contro Keegan, un mercenario senza scrupoli che prova a ‘liquidarlo’ dopo avergli commissionato un omicidio. Lo aiuterà Taylor Kwon, un detective di Washington D.C. col vizio del BlackBerry e della navigazione virtuale, a cui salva la vita. Jimmy e Taylor metteranno le mani su documenti scottanti e su un politico corrotto, che vorrebbe cambiare faccia alla città e poi lucrare sull’edilizia.

Jimmy Bobo è un film che non vive di ricordi del passato né dell’utopia del futuro, ma che si gode quel che c’è di buono del presente con tenace determinazione a volte politicamente scorretta, senza troppi orpelli né recriminazioni.

Ma andiamo con ordine; Stallone nonostante l’età avanzata mostra ancora una prestanza fisica e una presenza scenica da far invidia a tanti suoi colleghi molto più giovani, tuttavia mostra in alcune scene una certa stanchezza nella recitazione.

Il film non si reggerebbe così bene se non ci fosse un protagonista come Stallone, Sung Kang è un’ottima spalla e il ritmo del film è lento ma denso di azione.

La storia è quella di un sicario di New Orleans che non conosce le buone maniere e che medita vendetta contro Keegan, un mercenario senza scrupoli che prova a liquidarlo dopo avergli commissionato un omicidio. Lo aiuterà Taylor Kwon, un detective di Washington D.C. col vizio del BlackBerry e della navigazione virtuale, a cui salva la vita.

In un film di questo genere, con questa trama e soprattutto con questo protagonista non potevano mancare scene di lotta e sparatorie qualche volta un po’ troppo sopra le righe; anche la storia non è delle più originali e soprattutto manca di ritmo e di suspance, insomma non è la solita pellicola adrenalinica a cui Stallone ci ha abituato, il personaggio principale (Jimmy Bobo appunto) ricorda un po’ Rambo prima maniera, parla poco e agisce molto ma utilizzando una buona dose di astuzia ponderata.

Le ambientazioni sono ragionevolmente scontate ma la fotografia e la sceneggiatura sono di pregevole qualità, buona anche la colonna sonora.

Tratto da un fumetto francese dal titolo Du plomb dans la tête, scritto da Alexis Nolent, il film di Hill traduce la storia già delirante per conto suo in una sorta di incubo con brevi sprazzi di umorismo, battute e battutacce.

Non mancano riferimenti al genere western, paesaggi notturni di palpabile infelicità e un duello finale con le asce contro il perfido Jason Momoa che lascia quasi senza fiato; Stallone ci aveva abituato a combattimenti atletici a mani (quasi) nude e qui non delude del tutto i suoi fans più affezionati, ma forse il peso dell’età comincia a farsi sentire.

Il risultato è un film che funziona, una storia piuttosto scorrevole e gradevole ma dallo scorrimento lento e priva di quell’adrenalina che lo spettatore si aspettava.

 

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