LE VIBRAZIONI DI LENNY KRAVITZ

Forse la vera maturità di un grande artista

LENNY KRAVITZ – RAISE VIBRATION – BMG  RECORDS – 2018

Produzione Lenny Kravitz & Craig Ross

Titoli: 1) We can get it all together; 2) Low; 3) Who really are the monsters?; 4) Raise vibration; 5) Johnny Cash; 6) Here to love; 7) It’s enough!; 8) 5 more days ’til summer; 9) The majesty of love; 10) Gold dust; 11) Ride; 12) I’ll always be inside your soul

 

Polistrumentista e artista di grosso calibro, Lenny Kravitz, questo è indubbio, per quanto almeno l’ultimo decennio sia stato caratterizzato più dalle concessioni commerciali, pur di notevole valore, che dal mantenimento delle fantastiche promesse alla Mama said.

Questo Raise vibration è l’undicesimo album di inediti, e sembra un ragionevole compromesso tra i due aspetti: ripesca molti passaggi soul/black senza disprezzare orecchiabilità radiofonica. E’ in questa terra di mezza che si colloca il singolo Low, dal sapore retrò senza esagerare.

Il contenuto dei testi verte sempre su pace, amore, fratellanza e tante belle cose, fino alle contestazioni di Who really are the monsters? It’s enough!, ma colpisce soprattutto la varietà strumentistica utilizzata in quest’album, ballad comprese, alcune meno avvincenti Here to love, altre di maggior piglio emotivo (Johnny Cash, in cui affiora la nostalgia della mamma perduta). C’è un momento di gloria anche per il blues, accennato nell’omonima Raise vibration, condita da un’interessante parte centrale strumentale, e comunque non stonano neanche certe parti elettroniche di tanto in tanto, perfino nella stessa Who really are the monsters? che risulta a conti fatti tra i brani più movimentati del disco.

Resta però l’energia, sporcata solo a tratti, dell’opener We can get it all toghether e di altri episodi come The majesty of love, in cui il nostro non rinuncia all’attitudine da bellissimo, o da nuovo Prince, come spesso è stato definito da autorevoli voci, concedendo un importante spazio al sax. La sensualità che lui sempre riesce ad assortire perfettamente con l’energia (per non dire delle ballad) lo rende in qualche modo unico o quasi. Un macho comunque capace di buoni sentimenti, con le sue ormai 54 primavere.

Nessuna novità di rilievo nel disco e nel personaggio, ma senz’altro una rinnovata vena creativa che intelligentemente accorpa le varie fasi della sua espressione musicale.

Alessandro Tozzi

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