KISS KRUISE VIII
Miami, Key West, Nassau, dal 31 ottobre al 5 novembre 2018
Finalmente, all’ottavo anno, il sogno Kiss Kruise si realizza, per il sottoscritto e altri 3 gloriosi elementi destinati a costituire il 50% della delegazione italiana a bordo (8 in tutto i cruisers italiani).
Otto anni di desideri, soddisfatti grazie al pienone degli anni precedenti che ha reso sempre possibile la riedizione dell’iniziativa, e cominciamo subito col dire che l’esperienza vissuta li vale tutti!
Per chi non lo sapesse, la Kiss Kruise è l’ennesimo, ambizioso, forse folle ma intrigante progetto messo in atto dai Kiss: una crociera di 6 giorni con 3 concerti degli stessi Kiss e di una selezionata quantità di illustri ospiti in ambito rock, oltre ad attività di varia specie, artistiche ma anche sportive o di puro relax, come da crociera tradizionale, per esempio la sauna o la piscina. Gli 8 anni di successo danno ragione alla band, tanto è vero che è stata già annunciata la nona edizione, in partenza il 30 ottobre 2019, sempre da Miami.
Quest’anno, poi, il cast si presentava particolarmente intrigante: oltre al Sailaway show in unplugged sul pontile della nave appena salpata e ai due concerti elettrici nello Stardust Theatre della Norvegian Jade (questo il nome della nave da 3mila persone circa), venivano proposti 3 show della prima chitarra dei Kiss, Ace Frehley, e due della band di Bruce Kulick, chitarrista della band nel periodo struccato, a cavallo degli anni ’80 e ’90.
Inoltre, i Dead Daisies di John Corabi e Marco Mendoza, Vintage Trouble, Magnetico, Lucifer, New Roses, Teaze, A Hard Day’s Night (cloni dei Beatles), insomma veramente una settimana a tutto rock!
Il gustoso aperitivo della serata che precede l’imbarco sono i Four By Fate, con due elementi storici dei Frehley’s Comet, la band di Ace Frehley dopo la dipartita dai Kiss, John Regan e Tod Howarth, per un piacevolissimo riscaldamento culminato con l’entrata in scena di Vinnie Vincent, altro ex Kiss, truccato di tutto punto come ai bei tempi, per la partecipazione a qualche brano del suo periodo con i quattro mascherati.
All’imbarco, emozioni forti subito: l’arrivo dei quattro, i saluti e tutti sul pontile per lo show unplugged, che per tradizione ormai vede una gran quantità di “obscure songs”, quelle cioè che di solito il Bacio non esegue dal vivo negli show tradizionali. Mentre ci si avvia al tramonto, Paul Stanley annuncia la visita di “alcuni membri della famiglia”, ed ecco arrivare prima Bruce Kulick e poi proprio Ace Frehley, l’originale Spaceman, prendere posto a fianco all’attuale Spaceman Tommy Thayer e a Paul Stanley stesso. Riuniti 45 anni di chitarre dei Kiss, emozione grande, inutile dire di questo o quel brano, anche qualche defaillance nel ricordare i testi passa assolutamente in secondo piano. Il pontile è gremito di persone e di bandiere e striscioni ad indicare la provenienza di tutto il mondo sulla nave.
Dopo una veloce cena, l’adrenalina continua a correre perchè tocca ad Ace Frehley infiammare il pontile con un repertorio in buona parte basato sui suoi trascorsi con i Kiss, come è ovvio in qualità di superospite, ma anche il singolo Rockin’ with the boys, estratto dal suo nuovo album Spaceman. E’ di buon umore, si sfotte da solo per tutto ciò che non ricorda e addirittura per i testi che non legge bene, il resto della band appare subito degno della prestigiosa platea. Cito solo Strange ways e Getaway, giusto per dare due chicche.
A sera più inoltrata, tocca a Bruce Kulick, con quattro altrettanto validi elementi nella band (due dei quali presi a prestito da Slash), e ci delizia con un’ora di repertorio dimenticato dei Kiss, quello che va da Animalize del 1984 fino a Carnival of souls del 1997, che piacere riascoltare quei pezzi!
E questo era solo il primo giorno di crociera!
Al terzo giorno, la sorpresona: il primo show dei Kiss con i nuovi costumi, quelli che saranno adottati per l’ “End of the road tour” che tra il 2019 e il 2021 comprenderà 300 date in 3 anni come annunciato pubblicamente dal manager Doc McGhee. Un addio lungo 3 anni, se veramente addio sarà. Si tratta di costumi dal design leggermente più moderno, piuttosto “spaziali”, con molto argento e meno colori rispetto ad altri periodi. Dunque siamo stati anche testimoni di questo momento storico!
Per il resto, a parte il clou dei due concerti elettrici dei Kiss, di Ace Frehley e di Bruce Kulick come già riportato, mi impressionano i Dead Daisies per energia e per un repertorio già ricco con solo 3 albums in 4 anni, ma anche i New Roses. Mendoza è una furia, Corabi impeccabile al microfono, gli artisti tutti gentili e disponibili. Ottimi anche gli A Hard Day’s Night, con somiglianze impressionanti anche fisiche ai Beatles. Ma si sono fatti guardare con piacere tutti i concerti.
I due show dei Kiss non differiscono di molto da quelli “a terra” ma evidentemente i quattro vanno sul sicuro; mancano alcuni dei numeri più plateali, quelli “volanti” per motivi di spazio, ma nessuno se ne lamenta perchè è l’evento che si sta vivendo, poco importa di certi dettagli.
Tra un concerto e l’altro, una serie di attività parallele che magari intrigano soprattutto il Kissomane più convinto: interviste, giochi, perfino lezioni di cucina e di pittura (Paul Stanley) o di romanticismo (Gene Simmons), di chitarra per i più piccoli (Tommy Thayer) o di batteria (Eric Singer e Deen Castronovo dei Dead Daisies), oltre all’abbandono ai ricordi con Frehley, Kulick, il manager Doc McGhee per certe rivelazioni come quella dell’imminente tour. Oppure ancora Michael James Jackson, produttore di un paio di album dei Kiss negli anni ’80, che ricorda i diversi approcci alla lavorazione in studio dei vari elementi della band.
Ogni sera, al ritorno in cabina, un piacevole omaggio a marchio Kiss: carte da gioco, foto firmate, gadgets di vario tipo. Metteteci anche un pò di turismo in un paio di giornate con sbarco a terra in due fantastiche isole per un pò di turismo naturalistico e il pieno è fatto.
Lo credo bene che queste crociere vadano puntualmente esaurite ogni anno! Ho visto con i miei occhi il perchè!
Alessandro Tozzi
bellissimo articolo! adrenalinico, rende bene l’idea del clima della crociera/concerto con i Kiss.
Assolutamente, anche se le emozioni non sempre possono essere trascritte… l’ideale sarebbe rifarla e scrivere nuovamente con più coscienza, speriamo bene… grazie dell’apprezzamento! Alessandro Tozzi