Macchine mortali

Un fantasy steampunk style

Macchine mortali
Regia di Christian Rivers.
Con Hugo Weaving, Hera Hilmar, Robert Sheehan, Jihae, Ronan Raftery, Leila George, Patrick Malahide, Stephen Lang
Dai libri di Philip Reeve
Sceneggiatura di Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens

Una guerra lampo (la “guerra dei sessanta minuti”) distrugge l’intero mondo civilizzato, ma la razza umana si evolve e si adatta; le città mettono le ruote e si spostano per il mondo. Migliaia di anni dopo, gigantesche metropoli in movimento vagano per la Terra sottomettendo brutalmente le più piccole città trazioniste. Una di queste città predatrici è Londra, che ha lasciato l’Inghilterra in cerca di prede europee. In una di queste vive Hester Shaw (Hera Hilmar), intrepida ragazza che intende vendicarsi per la morte di sua madre, avvenuta per mano di uno dei potenti della metropoli, Thaddeus Valentine (Hugo Weaving). Il suo incontro con Tom Natsworthy (Robert Sheehan), orfano proveniente da una classe inferiore della grande città trazionista di Londra, che viaggia a bordo dell’immensa macchina mortale, dove colleziona reperti di tecnologie militari del passato, darà vita ad una improbabile alleanza che costerà loro l’esilio ma che cambierà il corso del futuro.

Christian Rivers, regista ed artista degli effetti speciali, porta su grande schermo l’omonimo romanzo fantasy di Philip Reeve, sceneggiato dal pluripremiato trio Peter Jackson, Fran Walsh e Philippa Boyens, autori delle trilogie tolkeniane. E gli effetti speciali sono uno dei punti di forza di questo anomalo steampunk ambientato in un futuro remoto; ma non solo la computer graphic, in Macchine Mortali spiccano anche la cura meticolosa di scenografie e costumi tipici dell’età vittoriana rivisitata in stile steampunk. Forse la storia corre troppo velocemente, a volte in modo superficiale, dando ampio spazio al ritmo ed all’azione a scapito della profondità dei personaggi; ma attori del calibro di Hugo Weaving (indimenticabile Elrond nella trilogia del Signore degli Anelli) raggiungono empaticamente lo spettatore dando voce anche al cuore.

Macchine mortali è più di un fantasy steampunk style; è una splendida avventura nel futuro passato, con una Londra alla conquista del mondo come al tempo della rivoluzione industriale e dell’epoca del colonialismo, il cui spirito colonizzatore resta invariato nel tempo, ma soprattutto è la speranza che nasce laddove non ci si aspetta altro che la fine.

Michela Aloisi

 

 

 

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