MAMMA O PAPA’, ATROCE DILEMMA

Soprattutto con tre figli minori

MAMMA O PAPA’ di Riccardo Milani1

Con Antonio Albanese, Paola Cortellesi, Carlo Buccirosso, Anna Bonaiuto, Roberto De Francesco, Claudio Gioè, Stefania Rocca, Luca Angeletti, Matilde Gioli, Luca Marino, Marianna Cogo, Alvise Marascalchi

Commedia, Italia, uscita nelle sale 14 febbraio 2017

 

Curioso che proprio il 14 febbraio, festa degli innamorati, arrivi al cinema questo manifesto ufficiale della separazione che è questo film di Riccardo Milani, in cui Nicola e Valeria (Antonio Albanese e Paola Cortellesi) sono due coniugi al capolinea, seppur molto serenamente.

Tutta questa serenità, però, viene ben presto minata da alcune concomitanti circostanze, segno inequivocabile del destino beffardo: entrambi ricevono proprio in questo momento un trasferimento lungamente atteso, sia per soddisfazione professionale che per i risvolti economici. Lui, ginecologo, dovrebbe partire per il Mali, lei, ingegnere edile, per la Svezia, per un certo numero di mesi o forse anni. A corredo di tutto ciò, Nicola ha una storia con un’intraprendente allieva, Melania (Matilde Gioli), ulteriore contributo a spezzare la serenità di cui sopra in quanto Valeria li coglie sul fatto.

3Dunque la lotta per farsi affidare i figli si trasforma istantaneamente in una lotta per sbolognarli all’altro, una lotta che non manca di colpi bassi e situazione grottesche, perchè oltre a quello professionale e quello economico c’è ora in palio un altro elemento: la libertà.

Molto diversi tra loro, i tre figli (abili Luca Marino, Marianna Cogo e Alvise Marascalchi), ma tutti e tre increduli alla notizia della separazione, comunicata con mille difficoltà e poco digerita: un sapientino di circa 8 anni, un’adolescente di circa 12 e uno spirito ribelle di circa 16.

Il punto di forza comico del film dovrebbe essere questa battaglia a mollare i figli da parte dei genitori, ma in sostanza non ho ravvisato trovate geniali, bensì piuttosto scontate, come Valeria che si ubriaca alla festa della figlia per mettersi in cattiva luce e indirizzare così la scelta verso il padre, o equivalenti squallide idee di Nicola, come il trasferimento in una catapecchia semiabbandonata a ridosso di una ferrovia.

Forse il paradosso più divertente resta quello dell’urna e delle schede, approntate dai due genitori per far votare i figli (a scrutinio rigorosamente segreto, ci mancherebbe) la scelta del proprio affidamento.2

La mia sensazione è che tutto si regge sulle abilità consolidate dei due protagonisti, seppure calati in un ruolo diverso dal solito e un pò ambiguo , nonchè quella dell’integerrimo ispettore Bertelli (Carlo Buccirosso), che nonostante il piglio iniziale, in cui mostra comunque un’ottima interpretazione, finisce per essere sempre più divertente nei momenti in cui si fa più vittima.

Un film non esilarante, ma divertente e di riflessione nel suo andare controcorrente e nell’affrontare un argomento sul quale di solito c’è ben poco da ridere, ma che difficilmente supererà la prova del tempo.

Alessandro Tozzi

 

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