Mountain

Odi et amo

Regia: Jennifer Peedom

Produzione: Jo-Anne McGowan, Jennifer Peedonm

Sceneggiatura: Robert Macfarlane, Jennifer Peedom

Voce narrante: Willem Dafoe

Musica: Richard Tognetti

Fotografia: Renan Ozturk

Montaggio: Christian Gazal, Scott Gray

Durata: 74 min.

Nazionalità: Australia

L’uomo e la montagna. Odi et amo, per citare Catullo. Narrato dalla suadente voce di Willem Dafoe, incorniciato dalla maestosa colonna sonora dell’orchestra della Sydney Opera House diretta da Richard Tognetti, Mountain è più di un documentario.
Idealmente, il film australiano diretto da Jennifer Peedom è il seguito del suo precedente Sherpa; ma se quello era soprattutto una critica all’industria dell’Everest, pronta a far correre rischi enormi alle sue guide per accondiscendere al desiderio di avventura degli stranieri, questo è piuttosto un tributo alla montagna e ai suoi scalatori più avventurosi.

Splendida la fotografia, che mostra panorami vertiginosi ed immagini mozzafiato delle cime più alte del globo, e che, insieme alle avvolgenti note suonate da una vera orchestra, accompagna lo spettatore lungo un viaggio di secoli, per descrivere appunto il controverso rapporto tra l’uomo e la montagna.
Fino a pochi secoli fa, l’uomo rispettava e temeva la montagna ed i suoi pericoli; col tempo, ha preso il sopravvento la sua volontà di dominarla (from mistery to mastery, narra Dafoe), e le montagne sono diventate un avversario da sconfiggere. Ma con la conquista dell’Everest, la montagna sembra aver perso gran parte del timore reverenziale dell’uomo, per trasformarsi in una sorta di enorme parco giochi per turisti. Raggiungere la cima dell’Everest non è più un’avventura da brivido per scalatori solitari ma piuttosto una lunga fila per salire sulla giostra.

In una sferzante sinfonia audiovisiva, Mountain racconta tutto questo. Dalle coraggiose scalate delle vette più impervie alle odierne imprese ai limiti del possibile di climbers, cyclists, bikers e acrobati di ogni genere. Dal funambolismo all’estremo bungee jumping, dalla tuta alare alle enormi reti sospese, sembra non esserci più limite per l’uomo. Ma è davvero così? La montagna è molto più di un Luna Park per bramosi di emozioni forti. Imponente, temibile, che sia temuta oppure amata, non va mai comunque sottovalutata. Un gigante della natura imprevedibile ed indomabile pronto a ricordarci i nostri limiti.

Michela Aloisi

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