Nevermind

Una commedia grottesca e surreale

Nevermind

Regia: Eros Puglielli

Con: Paolo Sassanelli, Andrea Sartoretti,Giulia Michelini, Massimo Poggio, Alberto Molinari.

Nevermind è un film a episodi perfettamente incastonati tra di loro, descritti con il classico mood paradossale del regista, grottesco e surreale. Una commedia ai limiti dell’impossibile, sconcertante, che pure lascia passare il senso di una realtà distorta eppure vera. Trait d’union della storia è un rinomato psicologo, investito da un carro attrezzi all’uscita della radio dove interviene settimanalmente in una rubrica a lui dedicata, e lasciato sul selciato; storia di ordinaria quotidianità nell’insensibilità del mondo odierno, ma che darà il via ad una reazione a catena imprevedibile ed incontrollabile.

Entriamo così nella vita di alcuni suoi pazienti e, come in una scatola cinese, scopriamo la storia nella storia, una storia abilmente incastrata come un domino in quattro distinti episodi che intersecano personaggi singolari collegati tra loro da un invisibile filo rosso. Nel primo, Il ravanatore, una segretaria lavora per un avvocato con abitudini “particolari”; il suo dentista è il datore di lavoro della protagonista del secondo episodio, Babysitter, in cui una ragazza deve occuparsi di un bambino inesistente; il fidanzato della ragazza è un imprenditore senza capitale che nel terzo episodio, Ziopadre, torna al paese natio e ritrova un vecchio amico d’infanzia con un presente incestuoso; nell’ultimo episodio, Non lo posso vedere, Valerio, un aspirante cuoco ossessionato da uno zotico e prepotente compagno di studi arrivato direttamente da un programma tv, Il trono di spiedi, ci riporta al nostro psicologo, da cui era in cura. Nel frattempo, il nostro psicologo è tornato al lavoro adottando comportamenti a dir poco bizzarri, fino allo scoppio della ‘bomba ad orologeria’ nella sua testa che lo porterà in fin di vita in ospedale. Gli unici al suo capezzale, il suo paziente Valerio e un suo collega, che prenderà in cura il primo consigliandogli una cura particolare: l’utilizzo di una tecnica mentale che fa letteralmente sparire le persone, cancellando mentalmente giorno per giorno una parte della persona odiata. E l’aspirante cuoco si dimostrerà molto abile nel suo utilizzo, facendo sparire prima il suo rivale e poi tutto il mondo intorno a lui. Ad eccezione del nostro psicologo. Si ritroveranno nell’epilogo, uno uscito dall’ospedale e l’altro, sull’orlo della pazzia, ridotto a fare il barbone. Un incontro spezzato… dal perseguitante carro attrezzi del prologo, a chiudere il cerchio della storia.

In Nevermind, il regista ci racconta storie all’apparenza inverosimili ma che sono delle ‘leggende urbane’ con un fondo di verità; dal pirata della strada su carro attrezzi all’avvocato ravanatore, dall’uomo d’affari che perde tutto alla coppia che non accetta una realtà senza figli, dai popolari show di cucina alla delicata questione dell’incesto, Puglielli descrive storie di ordinaria follia in un’Italia in profonda crisi di valori, culturalmente in corsa al ribasso, umanamente aberrante. Ma lo fa con leggerezza, utilizzando le tecniche del paradosso, del surreale, del grottesco, spinte al limite estremo. Perché “Nevermind” è anche l’equivalente di “Scialla”: a volte cerchiamo soluzioni limite a problemi che non possiamo risolvere, quando basterebbe liberarsi dalla ragnatela dei nostri pensieri e lasciar andare le cose come vanno. Nevermind, appunto, non importa. O forse, in questo caso, non ha importanza. Perché in fondo “nella vita nessuno mai sa cosa cazzo sta facendo“.

Michela Aloisi

 

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