“‘O SCARFALIETTO” SECONDO ANTONELLO AVALLONE

Apertura di stagione col botto per il Teatro dell'Angelo

EDUARDO SCARPETTA – ‘O SCARFALIETTO

Regia Antonello Avallone

Con Antonello Avallone, Flaminia Fegarotti, Alessandro Capone, Maurizio Vincenzo Battista, Mena Giustino

Luci Flavio Lauria

Teatro dell’Angelo, Roma, dal 5 al 29 ottobre 2017

 

Ai testi di Eduardo Scarpetta attingono sempre in molti a piene mani, e i motivi sono tanti: quantità, qualità, la migliore napoletanità e tanti spunti comici.

Detto questo, sta agli interpreti che di volta in volta li mettono in scena renderli esilaranti, e da questo punto di vista un titano come Antonello Avallone è un’assoluta garanzia, sia per la sua stessa interpretazione (nonchè la regia) che per quella dei compagni di ventura sapientemente prescelti nella circostanza.

Ne esce uno spettacolo divertente dall’inizio alla fine, pieno ed ebbro di quella Napoli bene che tanto affascina da più di un secolo, e nulla toglie l’eliminazione di una manciata di personaggi rispetto alla versione originale, anzi forse ottiene l’effetto di snellire e dare ritmo a tutta la storia.

Nell’occasione, infatti, alla coppia centrale, i padroni di casa Felice e Amalia (Antonello Avallone e Flaminia Fegarotti) sono affiancati soltanto due camerieri (Michele interpretato da Maurizio Vincenzo Battista e Rosella da Mena Giustino) e il novello giudice Papocchia (Alessandro Capone), ma questa “cura dimagrante” non indebolisce per niente uno spettacolo che diverte dall’inizio alla fine per le cadenze e per i vocaboli strettamente napoletani, in genere già comici per loro natura, ma soprattutto per l’abilità degli attori.

Certa meschinità umana traspare sempre, ma in modo molto divertente nei frangenti in cui i rispettivi interpreti perseguono cinicamente ciascuno i propri obiettivi: Felice e Amalia debbono trovare il modo di uscire vincenti dall’inevitabile separazione con l’appoggio di Papocchia che a sua volta aspetta ardentemente un maschietto dalla moglie dopo tre femmine, i due camerieri si schierano apertamente uno per parte.

I dispettucci e le prese in giro che si scambiano i coniugi sono quelli che hanno fatto scuola nel teatro italiano, Avallone un gigante come sempre ma comunque bravissimi a seguire tutti: la sostenuta Amalia, la macchietta Papocchia, sia in certe spassose “cadute di tono” che nel coloratissimo abbigliamento, i due camerieri sempre pronti a tutti per salvare la baracca, cioè il proprio posto di lavoro. Molto abili nell’interpretazione anche corporea sia Capone che Battista, più composte, ma evidentemente per scelta registica, le interpreti femminili.

Avallone, che dire? Il solito fiume in piena, basta ricordare la scena della deposizione davanti al giudice sotto i suggerimenti del suo cameriere. Un ritmo forsennato di risate, tra suggerimenti mal compresi, equivoci, risposte maldestre e figuracce d’ogni specie.

Con un direttore artistico come Antonello Avallone il Teatro dell’Angelo può dormire sonni tranquilli. Questo spettacolo resta in scena fino al 29 ottobre e vi consiglio di non perderlo, perchè è l’ennesima conferma che, anche fuori dal suo territorio, quando si parla di teatro Napoli resta sempre garanzia di qualità!

Alessandro Tozzi

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