Buongiorno, uomini curiosi di capirci qualcosa.
Sono una donna che da un paio di anni buoni ha iniziato a fare burlesque e nella vita sono una professionista delle relazioni di aiuto molto seria.
Anni fa ho scritto anche una tesi di laurea dopo aver lavorato con le donne vittime della tratta, le prostitute, e oggi il burlesque è una mia grande passione.
Per questo oggi proverò a buttare giù un breve elenco scorrevole per raccontare la differenza che spesso sfugge fra i due mondi.
Iniziamo:
- La libera scelta.
La prostituta in genere non sceglie il proprio lavoro, spesso viene rapita e subisce varie violenze prima e dopo aver iniziato a prostituirsi; chi lo sceglie per lavoro lo fa spinto da motivazioni economiche, senza sapere in quale pantano sprofonderà.
La donna che inizia a fare burlesque sceglie da subito di provare a riprendersi la propria femminilità e si catapulta in quello che apparentemente è il luogo più pericoloso del mondo, tana delle tigri, la dove nessun uomo per quanto coraggioso vorrebbe mai trovarsi: un gruppo di donne apparentemente competitive, sicure e seduttive, forse addirittura con il ciclo.
- Le battaglie
La prostituta rischia ogni santo giorno di trovarsi davanti un perverso, un violento o un omuncolo che la deruberà e soffre, ma non ha armi, spesso non può fare molto altro che subire e ammalarsi, nella mente e nel corpo.
La performer sceglie di imparare l’arte dello streep tease. Spesso all’inizio non lo sanno né la famiglia né gli amici, la vedono uscire di casa con il borsone da palestra e tornare sorridente, cosa strana dato che dice di andare a un corso di taglio e cucito o di cucina messicana. Al saggio di fine anno fa outing e si sente dire dal compagno e dai suoi che non l’avevano mai vista così serena, femminile, divertita e un po’ artista.
Detto ciò, ci vuole coraggio per dire cosa fai, tanti pregiudizi su cui lavorare, sempre e comunque. Ma noi donne siamo forti abbastanza per lavorare anche su questo.
- Il rapporto con il proprio corpo
Il corpo per la prostituta è ridotto ad un oggetto, sempre più segnato dalle violenze, che non da gioia, che mostra all’esterno i segni del freddo, delle percosse, dell’anoressia, della tossicodipendenza. Un corpo che nasconde una bimba che vorrebbe solo piangere e urlare ma sa che non verrà asoltata da nessuno.
La performer è la ragazza della porta accanto che vorrebbe sentirsi regina e ammaliatrice, spesso inizialmente insicura e timida, alle prime lezioni quasi sempre in leggins, canotta, struccata e senza tacco ma che lentamente inizia a guardarsi e scopre allo specchio di essere bella e desiderabilissima per quello che è, padrona delle proprie scelte.
- Il rapporto con il sesso
Per la prostituta il sesso è lavoro e obbligo, per la performer il sesso è ciò che è per qualsiasi donna: lo desideriamo e ci piace tanto se fatto bene, ma tocca vedere a chi concederci.
Voi uomini dovete essere intelligenti, protettivi, romantici, un po’ stronzetti, colti, sfuggenti, presenti, cavalieri, divertenti, belli ma non troppo, e comunque cosa vogliamo non lo sappiamo nemmeno noi. Per approfondire consiglio la canzone “Cara, ti amo” di Elio e le storie tese.
- Il desiderio dell’uomo.
Per la prostituta non c’è, al massimo può esserci un bisogno fisiologico dovuto a modificazioni ormonali conseguenti la professione.
La performer non desidera e non vuole andare con chiunque la guarda in sala, la seduzione è un bellissimo gioco a due: a voi piace sentirvi sedotti, a noi piace sfoggiare bellezza e ironia. Chi non rispetta il limite può parlarne fuori dal locale con il bodyguard presente vicino al palco
- I vestiti
La prostituta mostra la merce, la performer vaga per mercatini, mercerie e sartorie. Sogna e costruisce l’abito che immagina più bello del mondo, armata di colla a caldo, ago e filo. Vede una sciarpa di pailettes e vuole dei bellissimi copri capezzoli, ci lavora mentre vede un film o quando si ritrova con le amiche tutte convinte che un abito non risolve la vita ma una giornata con un vestito fantastico mentre ti guardi e pensi “che gnocca” vale più di mille parole.
- Donne fra donne
Questo vale per tutte. Noi donne siamo famose per la competizione femminile, ma quando ognuna di noi pensa a valorizzare e tirar fuori la propria bellezza non si compete più. Ci si consiglia, ci si vede fra pari e diventiamo orgogliose l’una dell’altra, protettive e spensierate. Se anche una signora anzianotta e poco in forma vede una performer serena e fiera dei propri difetti immagina di poter fare altrettanto e si rincuora, se vede una donna bellissima si gode piacevolmente lo spettacolo.
- Gli uomini della nostra vita
Per la prostituta sono clienti, papponi o principi azzurri che forse un giorno conosceranno.
Il compagno della performer sa che pure se hai il pigiama in pile con le mucche che ridono sei donna e femmina, sei solo sua, quando vuoi.
Sul palco puoi giocare con mille sguardi maschili ma hai scelto proprio lui per rendere un po’ fantastica la tua vita. E almeno per le occasioni speciali lo spettacolo privato è garantito.
Elisabetta “Curvy Chanel” Giliberti