Ho chiesto a Roberta Pagliari, istruttrice cinofila Enci, come dovremo affrontare il ritorno ai ritmi giornalieri per evitare lo stress da abbandono nel nostro cane.
Roberta è stata introdotta in questo mondo dell’istruzione cinofila, grazie al suo cane, un amstaff, adottato a 9 mesi, come terza proprietaria. Ha fatto percorsi con vari educatori che non hanno saputo aiutarla, finché non si è imbattuta in un addestratore, che poi è diventato il suo maestro, iniziando prima un percorso con il suo cane di educazione, poi appassionandosi all’ipo, successivamente facendo pratica, sotto la sua sorveglianza con altri cani.
Ha deciso per ampliare le sue competenze, di fare inoltre un corso di altri 2 anni di tecnico veterinario, terminato pochi mesi fa. Ha seguito degli stage, sull’olfatto, la ricerca, la pet therapy e l’agility. Ha fatto diventare questa sua passione, un lavoro, per poter aiutare i binomi, a non vivere quello che è accaduto a lei, ma a trovare subito un’aiuto concreto, ed inoltre tutto questo le ha permesso di dare una possibilità a cani che non né avrebbero avute.
Recentemente con suo zio, Stefano Bassi, hanno iniziato, appoggiandosi ad un centro cinofilo, a far diventare realtà questi loro sogni e dare uno scopo alla loro passione. Ecco il comportamento ed i consigli che dovremo adottare con i nostri cani ora che stiamo lentamente tornando alla normalità secondo Roberta.
“Finalmente si sta per tornare alla tanto desiderata normalità e la nostra giornata tipo non ci permette più di passare tutto il tempo con i nostri amati animali, come è accaduto in questo periodo di quarantena. I cani sono animali sociali e quindi amano stare in nostra compagnia, ma allo stesso tempo sono abitudinari, con il covid-19, si sono abituati a non stare più soli. Un problema molto comune è l’ansia da separazione (da non confondere con la noia). In questo caso i cani, generalmente insicuri e troppo umanizzati, mostrano un loro disagio, soprattutto se rimangono soli per molte ore. Possono abbaiare, distruggere oggetti in casa, arrivare all’autolesionismo e al non mangiare o bere fino al rientro di un membro della famiglia. Purtroppo questi comportamenti, sono solo la punta dell’iceberg, e correlati alla possessivitá verso il branco umano, se non si corre ai ripari la situazione può solo peggiorare e portare il cane ad un disagio più profondo. Cosa fare? Occorre riabituare il cane alla nostra assenza gradualmente, iniziando con pochi minuti per arrivare a qualche ora con il diminuire dei sintomi, prima della nostra uscita è necessario stancarli il più possibile con giochi mentali e passeggiate/corse, anche se si ha poco tempo è importante la qualità. Quando il cane è agitato/in ansia non va mai accarezzato e rincuorato, perché si rischia di rinforzare quel comportamento. Avviare un percorso con un istruttore, potrebbe facilitarvi il lavoro di rieducazione, soprattutto nei casi più gravi, in cui è assolutamente necessario per non aumentare le problematiche. Se il cane durante la nostra assenza mangia e non c’è pericolo che distrugga giochi, si può utilizzare il famosissimo kong, che gli permette di occupare il tempo in cui è solo ed è un buon antistress.”
Reportage a cura di Marzia Bortolotti
Sophie Sapphire