Permette? Alberto Sordi

Una risata ci salverà

“Un giorno senza un sorriso è un giorno perso”, ha detto il grande Charlie Chaplin. Ecco, in questo momento, in cui tutta l’Italia vive la tragedia, può sembrare difficile sorridere. Ma solo la risata ci salverà. E, per noi ‘romani de Roma’, la risata ha un volto unico, inconfondibile: quello dell’Albertone nazionale, Alberto Sordi.

Lo scorso febbraio è stato proposto al cinema come evento speciale quello che andrà in onda nei prossimi giorni come film tv, “Permette? Alberto Sordi”. Un film che non vuole ripercorrere tutta la vita e la carriera dell’attore, ma si concentra piuttosto sui suoi inizi, dal difficile esordio alla celebrità, ripercorrendo i rapporti familiari, le amicizie, gli amori. Ritroviamo sullo schermo la forte presenza della mamma, il felice incontro con Federico Fellini, la lunga storia con Andreina Pagnani. Ma sopratutto, grazie ad un bravissimo Edoardo Pesce, ritroviamo, per due ore, Lui, il Mito.

Espulso dall’Accademia dei filodrammatici di Milano a causa del suo accento romano, Alberto torna a Roma col suo sogno ancora intatto; considerato inadatto al cinema per il suo ‘faccione’ ma con una voce interessante, riesce ad ottenere il doppiaggio di Oliver Hardy, l’Ollio della coppia Stanlio e Ollio, iniziando quindi a lavorare nei varietà e per la radio. Sarà l’amico Fellini a segnare
l’inizio della sua celebrità.

Essendo nato come film tv, “Permette? Alberto Sordi” risente in parte dei paletti della convenzionalità della messinscena, uno su tutti quello di ritrovare il nostro eroe, nel mezzo della guerra (il film è infatti ambientato nel ventennio 1937-57), quasi rinchiuso in una sorta di ‘bolla personale atemporale’; ciononostante gli sceneggiatori e il regista Luca Manfredi hanno il coraggio di fare scelte interessanti, mostrando episodi meno conosciuti degli esordi e non celando, ad esempio, le ambiguità del suo rapporto con la Pagnani (ben interpretata da Pia Lanciotti). Ben rappresentati inoltre il rapporto con l’allora esordiente Fellini, il quasi ‘cameo’ di Aldo Fabrizi (un irriconoscibile bravissimo Lillo Petrolo), l’ingerenza materna (laddove la mamma è interpretata con efficacia da Paola Tiziana Cruciani) nella sua vita sentimentale.

Ma il centro della scena e del film, nato come omaggio al centenario della nascita di Alberto Sordi, è il funambolo Edoardo Pesce, che non imita il Mito ma piuttosto ne indossa la ‘maschera‘; lo evoca, ne rimanda l’eco grazie ad una attenta gestualità, alla postura, all’inserimento di espressioni tipiche del personaggio. Un omaggio sincero quello di Pesce, colmo di amore e rispetto ma anche di grande professionalità; perché in fondo, come lo stesso Albertone soleva dire: “Quando se scherza bisogna esse seri”

Michela Aloisi

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