100Scialoja, la mostra

Scialoja
In mostra presso il museo Macro l'arte di Toti Scialoja fino al 6 Settembre 2015.

Roma, 27 Marzo 2015, Museo Macro

ScialojaIn occasione del centenario dalla nascita di Toti Scialoja, il Museo Macro, il Museo d’Arte Contemporanea di Roma, ospita la mostra “100Scialoja – Azione e Pensiero”, aperta al pubblico fino al 6 Settembre 2015.

Il percorso espositivo è allestito all’interno della Sala Enel del Museo Macro, mentre a dar il benvenuto alla mostra è l’opera “Macchina a pettine”, dal colore bianco e rosso, una delle cinque originali macchine sceniche ideate da Scialoja per l’opera di Rosso di San Secondo, ovvero “Il ratto di Proserpina”, andato in scena nel 1986.

La macchina è stata restaurata dagli artigiani di Gibellina e ridipinta dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma.

Le opere selezionate dalla Fondazione Scialoja fanno parte proprio della grande collezione dell’artista e si snoda su opere pittoriche, ispirate dapprima alla pittura espressionista ed alla pittura tonalista romana degli ’20 e ’30, passando alle serie delle “Impronte” della seconda metà degli anni ’50, fino agli ultimi grandi dipinti della fine degli anni ’90.

ScialojaMa è proprio con la serie “Impronte”, ove il soggetto è duplicato più volte sulla tela, proprio come una sorta di stampa, che Scialoja da vita alla sua “Azione”, un periodo in cui è molto attratto dall’espressionismo astratto americano. Proprio sul suolo americano Scialoja ha modo di consolidare la sua fama, entrando in stretto contatto con artisti come Mark Rothko, Willem de Kooning e Robert Motherwell.

Il “Pensiero” di Scialoja invece viene evidenziato attraverso la sua attività svolta per il teatro, come scenografo e costumista. In questa sezione ricchissima di bozzetti preparatori su costumi e scenografie, si può ammirare l’estrosa creatività dell’artista.

Ad arricchire il percorso espositivo vi sono anche le illustrazioni e le pubblicazioni per l’infanzia realizzate dall’artista, ove emerge il gioco sintattico ed il nonsense, presente anche nelle filastrocche.

Non mancano inoltre video e filmati provenienti dalle teche Rai, trasmettendo alcune puntate di “Le fiabe dell’albero” e “Fantaghirò”.

Inoltre, per le celebrazioni del centenario, l’Accademia di Belle Arti di Roma ed il Museo Macro, daranno vita a una serie di attività didattiche ed incontri.

Due dei progetti sperimentali che saranno avviati saranno rivolti a persone con disabilità. Il primo, rivolto alle persone non vedenti, sperimenta nuovi modi di lettura di alcune opere pittoriche di Toti Scialoja, con dei prototipi utili all’esplorazione tattile, mentre il secondo coinvolge le classi della scuola dell’infanzia dell’Istituto Statale per Sordi di Via Nomentana, lavorando sulle poesie dell’artista, concentrandosi su giochi di parole, specialmente in rima, per favorire le abilità linguistiche dei bambini.

ScialojaToti Scialoja nasce a Roma nel 1914 e di dedica dapprima alla poesia ed al disegno, abbandonando la poesia per la pittura.
La sua prima mostra personale è del 1940 presso la Galleria Genova, mentre nel 1943 esordisce a teatro come scenografo e costumista in “Opera dello straccione” di John Gay.

Nel 1957 inventa la tecnica dello “stampaggio”, che da vita alle “Impronte” che espone presso “La Salita” di Roma.
Negli anni ’60 torna a scrivere di poesia realizzando libri di poesia nonsense per bambini, contenente anche sue illustrazioni.

Dopo aver vissuto all’estero, torna in Italia e viene nominato direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma, dove ha insegnato.

Negli anni ’70 la sua pittura si evolve di nuovo, con forme rettangolari e colori.
Muore a Roma nel 1998.

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