Afterhours

LA TAPPA ROMANA DEL TOUR CHE CELEBRA L’ALBUM HAI PAURA DEL BUIO

Era il 1997 quando gli Afterhours pubblicavano il loro secondo album in italiano, “Hai paura del buio”. E nell’estate di 18 anni dopo la band milanese porta in tour proprio questo album. Cosa è successo nel frattempo? E’ successo che il MEI (il Meeting delle etichette indipendenti) ha votato il disco come il miglior album indipendente degli ultimi venti anni e, sulla scia di questo successo e di una sempre maggiore attenzione da parte della critica e del pubblico, gli Afterhours hanno ripubblicato il loro lavoro in una doppia versione: “Remastered” e “Reloaded”, ovvero un nuovo CD che vede coinvolti diversi artisti di spicco della musica italiana ed internazionale.

Tra gli artisti che hanno preso e reinterpretato i brani di “Hai paura del buio” troviamo, tra gli altri, Piero Pelù, Eugenio Finardi, Samuel Romano (Subsonica), Daniele Silvestri, Edoardo Bennato, Cristina Donà, Negramaro, ma anche artisti internazionali quali John Parish, Mark Lanegan, Damo Suzuki, Nic Cester, The Afghan Whigs e molti altri.

Era molto grande l’attesa per la data del Roma in Rock Festival. Tra Roma e gli Afterhours c’è sicuramente un grande rapporto e il pubblico accorso in massa all’Ippodromo delle Capannelle lo dimostra.

La prima parte dello spettacolo è tiratissima. Vengono suonati e cantati in rapida successione tutti i brani dell’album (e sono diciannove!). Dopo la intro, si parte con 1.9.9.6. e ci si scatena subito con il grunge di “Male di miele”. Il pubblico accompagna Manuel Agnelli nelle bellissime “Rapace“ e “Pelle” (in cui i cambi di ritmo e  le diverse sonorità dànno un’impronta marcata a tutto  l’album) e si lascia trasportare indomito nelle velocissime e punk “Dea” e “Lasciami leccare l’adrenalina”, in cui la batteria di Prette e le chitarre di Iriondo e Ciccarelli prendono il sopravvento.

Il pubblico ha il suo “momento canoro” con la splendida ballata “Voglio una pelle splendida”, per poi scatenarsi sulle note di “Veleno” (cantata da Nic Cester, come nella versione Reloaded 2014) e soprattutto grazie a “Sui giovani d’oggi ci scatarro su”, manifesto anti-borghese della band milanese, capace di criticare un certo modo snob di essere, a parole, “contro il sistema” (Come pararsi il culo e la coscienza è un vero sballo. Sabato in barca a vela, lunedì al Leoncavallo. L’alternativo è tuo papà! L’alternativo è tuo papà!).

Ci si avvia quindi alla conclusione con “Mi trovo nuovo”, con cui la band saluta il pubblico e esce dal palco. E’ un’uscita di rito, infatti poco dopo la band torna al centro della scena suonando alcune delle canzoni del loro ultimo album “Padania” (tra le altre “Padania” stessa e “Iceberg”).

Siamo di nuovo ai saluti, ma nessuno si muove dal proprio posto e, puntualmente, Agnelli & Co. rientrano sulla scena deliziando il pubblico con la richiestissima “Strategie” (dal loro primo album, “Germi”) e con “Non è per sempre”. E’ quindi la volta della “Ballata per la mia piccola iena” e di “La sottile linea bianca” (dal bellissimo album del 2005 “Ballate per piccole iene”). Ma non è ancora finita, perché gli Afterhours sul palco non si risparmiano e c’è ancora tempo per “Quello che non c’è” (in assoluto una delle più belle canzoni della band) e per l’energia di “Bye Bye Bombay”.

Un concerto che non ha sicuramente deluso le attese. Bravura dei musicisti (ottimi anche il basso di Roberto Dellera e il violino rock, un marchio di fabbrica After, di Rodrigo D’Erasmo), qualità molto alta delle performance e pura energia rock sono stati gli ingredienti mescolati alla perfezione da Manuel Agnelli. La band, ormai nel pieno della maturità artistica, si conferma una punta di diamante della musica italiana contemporanea, sapendo fondere alla perfezione la potenza del rock con le melodie e i testi raffinati di un certo tipo di cantautorato italiano.

Un gruppo anche in continua evoluzione, che non resta ancorato a un’etichetta predefinita ma spazia e sperimenta continuamente nuove sonorità, pur mantenendo il proprio stile inconfondibile.

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