Algeciras: tra Flamenco e Medioriente

Ipnotica sintesi di folclore arabo magrebino e tradizione andalusa, nella magica cornice di Santa Severa

Castello di Santa Severa, Festival Sere d’Estate, domenica 12 Agosto

Ana Rita Rosarillo – canto
Sergio Varcasia – chitarra
Riccardo Garcia Rubi – chitarra
Andrea Leonardi – sax
Simone Pulvano – darbuka, req, daff
Paolo Monaldi – cajon, djembe, utar
Caterina Lucia Costa – Palmas
Francisca Berton – ballerina solista e coreografa di flamenco
Perla Elias Nemer – ballerina solista e coreografa di danza mediorientale

Le danzatrici della Compagnia Algeciras Flamenco e Amrat

Intro: Algeciras porta in scena un esempio di sinergia musicale tra la tradizione andalusa ed il folclore arabo magrebino, un viaggio musicale nella parte più occidentale del Mediterraneo.
Il Mediterraneo che separa ed allo stesso tempo unisce la regione spagnola dell’Andalusia al Marocco, due territori e due culture che nella storia si sono incontrate influenzandosi a vicenda.

Per chi è della zona scorgere la sagoma del Castello di Santa Severa che si staglia sul mare è già ammirare una beltà, nonché genuino motivo di orgoglio. Stupefacente è pure l’impressione generalmente destata nei visitatori di passaggio. Fa grande piacere, quindi, che, dopo essere stata a lungo trascurata, questa meraviglia del patrimonio storico-architettonico italiano almeno negli ultimi anni stia venendo finalmente valorizzata: restauri infine effettuati dopo tanta attesa, modalità e orari di visita tali da rendere più accessibile la struttura, qualche spazio invitante dove consumare una cena o un drink, per non parlare appunto del fitto calendario di appuntamenti relativi a danza, teatro e musica, che sta conferendo al Castello un diverso e apprezzabilissimo rilievo culturale. Ed è proprio in questa splendida cornice che abbiamo nuovamente incontrato la Compagnia Algeciras Flamenco, carica di energia e depositaria come in altre occasioni di una visione artistica accattivante e assai coinvolgente, sul piano squisitamente sensoriale.

Ci eravamo congedati dal calore dei musicisti e delle danzatrici di Algeciras non molte settimane fa, al chiuso dell’Auditorium, per ritrovare ora questi appassionati artisti su un bel palco all’aperto, con una rigogliosa vegetazione floreale dietro e ai lati, ed il Castello dalla presenza imponente e rassicurante alle spalle del pubblico. Ad essere cambiato non è soltanto il contesto, però. In Sin volver la cara, lo spettacolo cui si era assistito all’Auditorium, molteplici contaminazioni culturali e un più esplicito desiderio di sperimentare avevano reso probabilmente più sorprendente e creativo l’approccio della compagnia ai momenti di danza, alle coreografie, alle stesse scelte musicali. Qui, sempre attraverso il Flamenco, è la Tradizione a riappropriarsi energicamente della scena. Ma è una ripresa della tradizione, quella approntata per un evento già proposto in precedenti occasioni, a sua volta così fascinosa e ricca da rubare comunque lo sguardo allo spettatore: è difatti l’incontro della cultura iberica con quella araba, l’intrecciarsi vorticoso di sonorità e di colori della regione andalusa, il leitmotiv della serata in questione. Con siffatto repertorio, complementare talvolta a sinuose danze orientali, la ritmicità della musica si fa ancora più importante ponendo in rilievo l’abilità dei percussionisti. Ammaliante anche il canto di Ana Rita Rosarillo. Per non parlare, poi, dello stupore destato da certe danze arabe, in particolare quella resa magnetica dalla luce di grossi candelabri, posti sul capo delle ballerine stesse.

Una magia di sapore mediorientale, insomma, quasi come se dalla torre antistante nessuno avesse avvistato per tempo lo sbarco dei Saraceni. Eppure, anche nella più omogenea partitura di Algeciras Flamenco e Medioriente abbiamo scorto qualche interstizio, qualche detour ideato per proporre le opportune “variazioni sul tema”: su tutte il fantasioso balletto coi bastoni da passeggio, dall’impostazione ritmica particolarmente insistita e tambureggiante, che forse richiederà un po’ di lavoro in più affinché le danzatrici e il comparto musicisti si sincronizzino completamente tra loro. A parte piccoli dettagli da rifinire, lo spettacolo fa comunque presa col suo impatto forte, deciso e suadente sul pubblico. Tanti perciò i motivi per continuare a seguire le attività di questo affiatato gruppo di artisti, votato peraltro a collaborare con altre realtà affini. Tra i prossimi eventi cui daranno vita nella capitale, si possono già segnalare alcune serate flamenque al ristorante Duende al Molo di Ponte Milvio: 18 e 31 agosto, le date al momento sicure.

Le foto sono di Cristina Canali

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