Bedda Maki: come reSUSHItare il ristorante e vivere felici

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Milano, metropoli all’avanguardia, centro nevralgico della moda, del business, delle tendenze. Tutto corre e scorre veloce. Tranne che in un posto, la Tonnara di Toni, un angolo di Sicilia nel cuore della città meneghina. La vita scorre lenta, fra un arancino e una parmigiana di melanzane, tutto rigorosamente fritto. Toni è fiero e orgoglioso delle sue origini, della sua cucina, ma non si accorge che, intorno a sé, il mondo sta cambiando e, purtroppo, lui rischia di venir tagliato fuori dal mondo degli affari e della ristorazione. Le casse sono vuote, servono urgentemente centomila euro per risanare l’attività, altrimenti si rischia di chiudere. Maria, la cameriera, cerca in tutti i modi di fargli tornare i piedi per terra e prendere atto della disastrosa situazione economica in cui sta cadendo il ristorante, ma lui è ostinato e sembra non voler vedere il problema, ma soprattutto, non vuol vedere la necessità di un cambiamento. Impossibile cambiare la tradizione, sarebbe come rinnegare le proprie origini, un’onta, un disonore.

In tutto ciò, arriva Calogero, figlio di Toni, sbarbatello dall’aria spavalda e il risvoltino ai pantaloni. Viene a batter cassa, servono i soldi per l’Università, anzi, per l’ “Uni“. La discussione si fa seria, ne nasce un battibecco a tre, perché di certo Maria non è una che le manda a dire, dopo anni e anni al servizio della Tonnara, sa di poter dire la sua quando e come vuole. Calogero apre gli occhi e finalmente si rende conto del problema. Bisogna trovare un compromesso. Calogero, giovanotto sempre sul pezzo, abituato a seguire le mode milanesi, accetta di aiutare il padre a cercare unagiusta soluzione, solo così potrà anch’esso rimediare i soldi per proseguire gli studi. D’improvviso, però, irrompe sulla scena una deliziosa biondina, Ginevra, la fidanzata di Calogero o, per meglio dire, di Calos. E’ così che lui si fa chiamare. Sì, perché, pur non ammettendolo, rinnega le sue origini, le radici siciliane tanto care al padre, detesta quell’odore di fritto che si impregna ovunque. Ma è sempre pronto e puntuale a tornare dal paparino appena il portafogli si svuota!

Dopo una lunga diatriba, le menti si illuminano e arriva la soluzione. Largo all’innovazione, bisogna stare al passo con i tempi, adeguarsi alle tendenze del momento e le nuove tendenze, in fatto di cucina, si chiamano “fusion“, ossia, un pout pourri di mescolanze, un incontro di odori e sapori derivanti da diverse culture, non solo locali, ma soprattutto provenienti da Paesi stranieri. Ciò che va per la maggiore è la cucina giapponese, ma cosa c’entra il sushi con la tradizione siciliana? Apparentemente niente, ma riflettendoci bene, Sicilia e Giappone non sono poi così lontani, in fatto di cibo: entrambi hanno sia il pesce che il riso. Ne nasce un connubio geniale, il sashimi e gli onigiri posssono andare a braccetto con tonno, melanzane e arancini. Bedda Maki!!!

Eh sì, avete capito bene, questa bizzarra esclamazione, che unisce il “bedda mathri” siculo all’involtino di alga giapponese, è perfetto per far rinascere il ristorante. Il locale va dunque svecchiato, via quelle obsolete decorazioni polverose, avanti con il design nipponico, le linee essenziali, i fiori di loto, le lanterne e i paraventi. Persino Toni, Maria e Calogero hanno deciso di cambiare look e di assecondare la moda del Sol Levante. Tutto pronto, tutto perfetto, ma per far decollare nuovamente gli affari, serve un tocco di tecnologia, bisogna farsi conoscere, bisogna far sapere a tutti di questo grande cambiamento e il modo più semplice e veloce è attraverso il web e i social network. Star indiscussa del momento, in ambito di tendenze culinarie è il Food Blogger Yannis. Sarà lui a testare per primo il ristorante e dunque a recensirlo. Se il giudizio di questo “trend influencer” sarà positivo, la Tonnara di Toni, pardon, il Bedda Maki, risalirà la china, i debiti saranno saldati e finalmente tanti nuovi clienti torneranno felici a popolarlo.

Il momento è arrivato, tutto lo staff del Bedda Maki ha preso le sembianze orientali ed è proprio Maria, nei panni di una graziosa, quanto improbabile geisha (per temperamento!), che farà gli onori di casa, tra una storia lacrimevole e una sensuale danza in onore del gradito ospite. Una commedia nella commedia, direbbero gli esperti. In tutto ciò, però, la bella Ginevra ha scoperto la verità su Calogero, sulle sue origini siciliane e sembra non accettare assolutamente la sua vera natura, innamorata com’è del fascinoso personaggio che lui si era costruito. La folle scenata di Ginevra rischia di far saltare tutti i piani, così viene nascosta nel retro, non possono assolutamente permettersi che Yannis scopra chi si cela dietro quei tratti orientali e quei kimono colorati, la sceneggiata deve andare avanti finché lui non sarà andato via a pancia piena, bello e soddisfatto.

L’ansia corre sul filo del coltello, riusciranno i nostri eroi a salvare il ristorante senza essere scoperti?
Yannis, piatto dopo piatto, sembra gustare e apprezzare la cucina del Bedda Maki e persino le graziose riverenze della focosa giapponesina, mentre lo chef (Toni) va tenuto a bada, perché le attenzioni che Maria riserva al Food Blogger non gli vanno a genio, anzi, lo mandano proprio su tutte le furie.

Il finale non lo svelo, ma posso concludere recitando un vecchio proverbio: tutto è bene, quel che finisce bene.

Bedda Maki,  è una commedia divertente, vivace, dal ritmo incalzante, il pubblico ride senza sosta, calandosi nel pittoresco immaginario che fa viaggiare la mente fra la calda Sicilia e il misterioso Giappone e pregustando le deliziose ricette menzionate nello spettacolo. Franco Mirabella (Toni), Caterina Gramaglia (Maria) e Arturo Scognamiglio (Yannis) tengono egregiamente la scena, sembra che i rispettivi ruoli siano gli siano stati cuciti proprio addosso, ma Lorenzo Parrotto (Calogero) e Roberta Azzarone (Ginevra), pur se personaggi secondari, non sono da meno. La storia è ben articolata, tempi adeguati, scenografia ben curata. Unica, piccola, nota dolente, a mio avviso, il linguaggio a volte un po’ troppo acceso e colorito, quasi superfluo, vista la piacevolezza dei dialoghi che coinvolgono e intrattengono, senza la necessità di esagerazioni forzate.

Un applauso in più, tra l’altro, per il fatto che il testo di Bedda Maki è vincitore del primo premio del concorso “Una commedia in cerca di autori” – giunto alla quarta edizione – indetto dal centro di produzione La Bilancia. Il testo è stato scritto da Chiara Boscaro e Marco di Stefano. Una lodevolissima iniziativa accompagna questa commedia, al Teatro de’ Servi, fino al 19 febbraio 2017, ossia la collaborazione con Act!onAid , un’organizzazione internazionale indipendente, impegnata nella lotta contro la povertà e all’esclusione sociale in Asia, Africa e America Latina.

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