BEN HUR – Una storia di ordinaria follia

Al Teatro 7 Off di Roma, dal 23 febbraio al 5 marzo 2023

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BEN HUR
Una storia di ordinaria periferia
di Gianni Clementi
dal 23 FEBBRAIO al 5 MARZO 2023
Teatro 7 Off
via Monte Senario, 81a
Con Andrea Perrozzi, Alessandro Salvatori, Elisabetta Tulli
Regia di Vanessa Gasbarri

Il duo Perrozzi&Salvatori, affiancati da Elisabetta Tulli e diretti da Vanessa Gasbarri, porta in scena un vero cult teatrale: Ben Hur, una storia di ordinaria periferia di Gianni Clementi; già interpretato con successo da Nicola Pistoia, Paolo Triestino ed Elisabetta De Vito.

INTRO: Siamo a Roma, una Roma che accoglie ma che, nello stesso tempo, respinge. Questa è la storia intrecciata di tre anime perse: Sergio, Maria e Milan; che uniscono le loro forze per sopravvivere in un mondo che lascia affondare i più deboli ma i tre personaggi costruiscono un ponte galleggiante che li sorregge e fra risate e lacrime si alternano momenti di comicità e commozione che lasciano lo spettatore senza fiato.
Sergio, ipocondriaco e furbetto è interpretato dall’istrionico Andrea Perrozzi, è uno stuntman caduto in disgrazia, infortunato e in attesa di un risarcimento, che per sbarcare il lunario si trova costretto a posare, nei panni di un antico centurione romano, per i turisti in visita al Colosseo. Separato con figli e senza denaro chiede aiuto a sua sorella Maria, depressa e disillusa, interpretata dall’intensa Elisabetta Tulli. Anche lei separata, per arrotondare gli spiccioli del fratello, lavora in una chat erotica. A ribaltare la vita dei due fratelli è l’arrivo di Milan, un eclettico ingegnere bielorusso, interpretato da un poetico Alessandro Salvatori che per riuscire a mandare i soldi alla sua famiglia, si arrangia a far tutto, anche e non solo a sostituire Sergio nel ruolo di centurione. 

Vi era un tempo un’amena, salace canzoncina che faceva così: “Ai Romani piaceva la biga / più dinamica della lettiga / il cavallo vedevi tirare / e la biga vedevi volare”.
Frizzi e lazzi, insomma, che abbiamo voluto riesumare semplicemente per accostarci in modo un po’ irriverente alla cornice, quella di una particolare declinazione della romanità che nel secolo scorso (ormai possiamo dire così) aveva ispirato anche la breve ma fortunata stagione di pellicole, inerenti a quel filone cinematografico poi ribattezzato “peplum”; fenomeno per certi versi affine al proliferare nell’Urbe di volenterosi Centurioni, Gladiatori e Poppee, disposti a esibire i propri costumi e a farsi fotografare dai turisti di fronte ai più noti monumenti della capitale.

Nella pièce che erano stati Nicola Pistoia e Paolo Triestino a far girare per i teatri, con enorme successo, come pure nel gradevole adattamento cinematografico da loro stessi curato (in cui tra l’altro faceva capolino, nel ruolo del Camomilla, uno Stefano Fresi già in notevole ascesa), il guardare indietro romanticamente a tali figure a al loro sopravvivere nella Roma di oggi si fonde con tutte le asprezze, con tutti i rigagnoli disincantati e amarognoli di un presente in costante affanno, che ci parla sempre più spesso di lavori precari, assetti famigliari precari, rapporti sentimentali precari e già implosi su se stessi o comunque sul punto di deflagrare rovinosamente.
Ebbene, nella versione dello spettacolo così spigliata e ben ritmata che Andrea Perrozzi, Alessandro Salvatori ed Elisabetta Tulli hanno portato in scena ora, al Teatro 7 Off, abbiamo ritrovato l’essenza di tale tragicommedia, assieme a quella recitazione brillante ed emotivamente partecipe, già colta nelle loro precedenti apparizioni sul palco; con particolare riferimento alle magiche alchimie del binomio maschile formato da Andrea Perrozzi e Alessandro Salvatori, che avevamo apprezzato di recente nella scoppiettante commedia musicale In 2 sotto a ‘na finestra di Elisabetta Tulli: proprio lei, che lì era autrice di un testo ricco sia sotto il profilo della ricerca musicale che dal punto di vista umano, “antropologico”, l’abbiamo incontrata di nuovo qui, in scena, quale controparte femminile dalle sfaccettature alquanto delicate, complesse.

Nello spazio particolarmente accogliente del Teatro 7 Off, del quale è stato ben sfruttato – anche a livello scenografico – un palcoscenico su cui la regia vivace e attenta di Vanessa Gasbarri pare oliare ogni movimento, qualsiasi relazione tra personaggi e oggetti, prendono vita i sogni e le disillusioni di un terzetto a dir poco anomalo. Laddove lo humour a tratti ruvido di certe situazioni diverte il pubblico, lo “cuoce” a dovere, per lasciare spazio sul finale a una morale senz’altro cinica, sconcertante, che lascia molto su cui riflettere.  Applausi interminabili alla fine della rappresentazione cui abbiamo assistito. E di rimando la commozione degli attori sul palco, compreso un Alessandro Salvatori calatosi così bene in BEN HUR – Una storia di ordinaria periferia, da non voler più abbandonare, simpaticamente, l’accento pittoresco e anche tenero del bielorusso Milan!

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Marco
Marco
1 anno fa

Ma……………

Marco
Marco
1 anno fa

Ma …………………………