Robert Doisneau

Robert Doisneau
Paris en Libertè

Robert DoisneauPalazzo delle Esposizioni, 28 Settembre 2012, Roma

Il Palazzo delle Esposizioni ospita nelle sue sale uno dei più grandi fotografi francesi, ovvero Robert Doisneau, fino al 3 Febbraio 2013.

Oltre 200 fotografie, scattate tra il 1934 ed il 1991, raggruppate in diversi ambienti che raffigurano le mille sfaccettature della città di Parigi. Un forte legame e amore che ha legato il fotografo alla capitale francese, per un percorso di immagini in una città senza tempo.

Le fotografie, rigorosamente in bianco e nero, accompagnano il visitatore attraverso i giardini di Parigi, lungo la Senna, attraversando la periferia per giungere negli atelier di moda e nelle gallerie d’arte.

Una Parigi autentica, dove anche i parigini diventano protagonisti di uno scatto “rubato”, assieme ai monumenti ed alle stradine che compongono sullo sfondo delle scenografie straordinarie.

Robert DoisneauCome gli scatti sotto la Tour Eiffel, ove Doisneau immortala dei turisti che guardano estasiati l’altissimo simbolo di Parigi.

Una città dai mille volti, popolata da nobil donne quanto da semplici comuni parigine.

La periferia di Parigi, quella dove durante la notte cala un velo di mistero, in cui perdersi amabilmente, diviene protagonista di alcuni scatti fuori dall’ordinario, per un vero e proprio reportage.

Ecco che Parigi assume lo sguardo delle ballerine dei night, degli avventori dei bar, di corpi tatuati e di sguardi languidi.

Parigi è anche la città dell’amore e del romanticismo.

Robert DoisneauLa sua foto più nota è forse “Bacio davanti all’Hotel de Ville“, foto del 1950, ove la coppia nella folla, indifferente al mondo, socchiude in quel bacio tutto ciò di cui ha bisogno. Nel corso degli anni, il mistero di questa fotografia è stato poi svelato dai protagonisti stessi, ma vogliamo semplicemente considerarla il simbolo della passione e della tenerezza.

In un altro scatto posizionato vicino al famoso bacio, vi è un altro momento simile, ma questa volta uno dei protagonista è all’interno di una sorta di grande culla.

Doisneau è anche un fotografo che ama stupire e provocare, come la sequenza di scatti posti in una sorta di teca trasparente, ove il visitatore può transitare ed ammirare gli sguardi delle persone raffigurate che si indignano o si divertono nell’ammirare ciò che è stato esposto all’interno della vetrina di un negozio.

Robert DoisneauL’allestimento della mostra fotografica, specie in questa mostra, risulta essere molto gradevole agli occhi, con un percorso contornato di un azzurro cielo e delle insenature dove osservare alcuni scatti particolarmente ricercati del fotografo. Sono presenti inoltre dei collage fotografici, dove le foto, posizionate a strati, raffigurano varie parti di un luogo, aggiungendo di strato in strato sempre pià dettagli. Un effetto da ammirare, più che da spiegare.

Sono esposte inoltre una serie delle gigantografie di alcuni scatti effettuati nelle strade di Parigi, dove Doisneau fermo ha immortalato chiunque passasse davanti al suo obiettivo. Macchine, pedoni che corrono per attraversare, cani, bambini. Un esperimento anche sociologico, in quanto molti si sono accostati al fotografo per chiedergli di tutto, come per esempio se avesse con sé un cavatappi, se parlava francese o se aveva visto passare di lì un cagnolino bianco col guinzaglio rosso.

Robert DoisneauI Parigini sanno sempre stupire Doisneau.

La bellissima mostra, per la prima volta in Italia, dopo esser stata esposta a Parigi ed in Giappone, si appresterà infine anche a sbarcare a Milano, dal 19 Febbraio fino al 1 Maggio 2013.

Doisneau scopre la fotografia da giovane, mentre lavora in uno studio di pubblicità specializzato in prodotti farmaceutici. Nel 1931 è operatore da Vigneau e nel 1934 è fotografo per le officine Renault.

Nel 1939 diviene fotografo illustratore free-lance e nel 1946 entra nell’agenzia Rapho. Nel 1974 la Galleria Chateau d’Eau di Toulouse espone le sue opere, e a partire dagli anni Settanta, ottiene i primi riconoscimenti. Da quel momento le sue fotografie fanno il giro del mondo.

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