Brunori Sas

IL CANTAUTORE COSENTINO CON IL SUO TOCCO IRONICO DIVERTE L’ATLANTICO LIVE DI ROMA

Sta attraversando l’Italia con il suo tour: Roma, Palermo e poi ancora Napoli, Catania, Bari e prossimamente Pescara, L’Aquila e Livorno. Poi forse si concederà il “Cammino di Santiago in Taxi”, che dà il titolo al suo terzo album e a questo tour che, ovunque, registra un successo di critica e pubblico.  Sembra un cantautore “per caso”, Dario Brunori – alias “Brunori Sas” – ma è il talento che ha fatto emergere questo cantautore del sud nel panorama musicale  italiano. Lo spiega lui stesso: al verificarsi di un evento tragico, qual è la morte di un genitore, abbandona la Toscana e torna a vivere a Cosenza, ad occuparsi della ditta di famiglia, la “Brunori Sas” appunto, che vende materiali da costruzioni. Ma proprio quando la vita sembra risucchiarti in una spenta e deprimente routine, Dario inizia a scrivere le canzoni che saranno ricomprese nel primo album “Volume 1” del 2009. Con uno stile ironico e cantautorale, si mostra all’attenzione della critica e vince il Premio Ciampi come “miglior disco d’esordio” e la Targa Tenco come “migliore esordiente”. Nel 2011 è il turno di “Volume 2 – Poveri Cristi”, che conferma le sue doti artistiche e quelle della sua band.

Era quindi tanta l’attesa per l’uscita del volume 3, ribattezzato appunto “Il cammino di Santiago in Taxi”, che ha visto come singolo di apertura la bella “Kurt Cobain”, dedicata al leader dei Nirvana scomparso drammaticamente giusto venti anni fa.

Tanta attesa c’era anche all’Atlantico Live di Roma per il concerto e Brunori Sas, giusto dirlo, non ha tradito: grande inizio con “Arrivederci tristezza”, “Pornoromanzo” e “Il Santo Morto”, poi “Lei, lui e Firenze” e “Kurt Cobain” per una fase iniziale che ha mischiato energia e poesia coinvolgendo da subito il pubblico. Oltre a essere un bravo musicista, Dario Brunori è anche dotato di una profonda ironia (le sue canzoni ne sono l’espressione più limpida) e molto divertenti sono i dialoghi che intrattiene con il pubblico tra una canzone e l’altra. Per un artista la simpatia non è mai scontata ed è stato bello scoprire anche questo lato “più umano” dell’artista.

La serata scivola via velocemente, si crea una simbiosi tra band sul palco e pubblico in platea, in un gioco continuo tra momenti di maggiore intensità e poesia e momenti in cui il ritmo e l’energia prendono il sopravvento. Il pubblico si scatena sulle note di “Mambo reazionario”, “Italian Dandy” e dimostra di apprezzare anche “Guardia 82” e il finale travolgente con “Sole come son Sol” e “Rosa”.

Un concerto sicuramente ben riuscito, che ha confermato la bontà dell’ascolto – oltre dei primi due album – anche di questo suo ultimo lavoro. Uno spettacolo che è sembrato in ogni momento molto equilibrato, con una giusta dose di poesia e di energia, di ritmo e di allegorie malinconiche, ma sempre condito dalla travolgente simpatia di Dario che ha fornito spunti per sorridere in più di una occasione. Lui gioca molto a fare da contraltare all’archetipo della rock-star: preferirebbe starsene tranquillamente in pantofole; al macho-man inesauribile contrappone la stanchezza di un uomo qualunque che “non ha più il fisico” e che soffre il caldo insopportabile di una giacca un po’ troppo pesante per un concerto.

Quello che resta della serata è l’assoluta convinzione di aver assistito a uno show denso di poetiche melodie, che ha immediatamente generato la voglia di andare a riascoltarsi le canzoni e soprattutto di riassaporare i suoi testi brillanti ed ironici, come nella migliore tradizione dei grandi cantautori italiani.

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