CIAO LEMMY, SEI STATO GRANDE

IL LEADER DEI MOTORHEAD VINTO DAL CANCRO

Un altro mostro del rock se ne è andato.Lemmy 1

Poco prima che finisse l’anno, il 28 dicembre, Lemmy Kilmister, anzi semplicemente Lemmy, si è arreso al cancro che ne ha messo in discussione l’ultimo paio d’anni di carriera, sebbene il nostro avesse mollato anche a lui qualche colpo di coda, qualche gomitata ben assestata prima di alzare bandiera bianca.

E’ stato elemento fondamentale degli Hawkwind e fondatore dei Motorhead, due giganti della musica nei rispettivi generi, ma non starò qui a fare l’almanacco, bensì a ricordare ciò che di lui e dei suoi Motorhead più mi ha colpito in tanti anni di ascolto e dopo averlo visto in qualche occasione sul palco.

Leggendaria la sua posa “sottomessa” al microfono, quando cantava con quella voce a marmitta, sempre abile e più che presente al basso, sempre il pieno controllo della situazione nei live, nonostante uno stile di vita non certo irreprensibile, lui, che si è beatamente concesso tutti i vizietti possibili ed immaginabili.

I Motorhead erano una certezza, prendevi il loro disco appena sfornato e sapevi benissimo quel che trovavi; e sono sempre rimasti anche piuttosto prolifici, raramente sono trascorsi due anni tra l’uno e l’altro, cosa piuttosto inusuale da quando esiste Internet che ha dato colpi mortali alle vendite discografiche in tutto il mondo.Lemmy 2

Per quel che ho potuto vedere dalla sua immagine pubblica, Lemmy mi è sempre sembrato uno autentico, vero, diretto. Lui entrava in scena senza annunci, senza sigle, senza presentazioni, spesso diceva semplicemente “We are Motorhead and we play rock & roll”; era uno che ti annunciava l’”ultimo pezzo”, poi, al boato di delusione del pubblico: “Ok, make some noise and we’ll come back” senza tanti complimenti.

La sua voce incancrenita era perfetta per il rock supersonico e pompato dei Motorhead dell’ultimo ventennio almeno, evoluzione naturale dei primissimi, e mitici, Motorhead che in qualche modo dovevano forse ancora qualcosa agli Hawkwind; più invecchiava, più la voce si sporcava, allagata di alcool e di tutto il resto, ma restava maledettamente e magicamente sovrastante.

Omaggi e ricordi calorosi sono arrivati da tutto il mondo del rock, ma ho molto piacere di recepire un paio di episodi da Stefano Loi da Cagliari, accanito fan, compagno di avventure di Lemmy in terra sarda per un lungo periodo.

“Ho conosciuto bene Lemmy qualche anno fa per un lungo periodo, circa due anni, poi senza che accadesse nulla di particolare, i suoi impegni lo hanno portato altrove e ci siamo un po’ persi. Però ho chiuso il mio personale archivio con 52 concerti dei Motorhead, non posso lamentarmi. Avevo visto in lui qualcosa di diverso, ma credo di essermelo sempre spiegato con il tempo che passava e l’età che aumentava, non pensavo di certo ad un male simile, anche perché ad un certo punto una piccola ripresa c’è stata. L’ultimo concerto a Cagliari lo ha fatto dopo essere stato sveglio per 3 giorni consecutivi, da non crederci, eppure è salito sul palco e ha fatto regolarmente la sua serata! Nessuno ha sospettato nulla, solo io lo sapevo e lo show è stato impeccabile come sempre.”Lemmy 3

D’altronde, dato fornito dallo stesso Stefano, parliamo di uno che con i Motorhead ne ha fatto 2715, di concerti… mica male come curriculum. Quanto invece ai suoi innumerevoli vizi: “Si, li aveva tutti, forse il più morboso era quello del gioco. Era un eterno bambinone ma con tutti i vizi degli adulti, l’unico momento in cui si assentava completamente da tutto e tutto, a parte quando componeva, era davanti ai videopoker o alle slot machines, per il resto aveva una lucidità impressionante, non gli sfuggiva un dettaglio. Poi mentre giocava pensavo io a rifornirlo di tutti i suoi vizietti, lui non si alzava nemmeno, era rapito dallo schermo. Ma era un giovialone anche nello scherzo: sapendo che il giorno dopo dovevo accompagnare una ragazza a fare turismo a Cagliari le aveva detto, sapendo che qualcuno me lo avrebbe riportato, che ero un pessimo guidatore. Era un giuggiolone, però attenzione, oltre all’attenzione che non gli calava mai, era anche un assiduo lettore di libri di ogni specie. Voleva scoprire, sapere sempre tutto. Credo sia questo un segreto del suo successo, per questo è salito sul palco fino alla fine con lo spirito di un esordiente. Era giovane dentro! In quel periodo mi ha chiesto spesso di portarlo al cinema a vedere cartoni animati. Ricordo bene “L’Era Glaciale”” visto con lui.”Lemmy 4

Che bella chicca, grazie, immagino ne avrai un’infinità… “Beh, si, infatti sono stato già contattato da uno scrittore inglese che credo abbia in animo di pubblicare un libro o qualcosa di molto interessante.”

E allora lo aspettiamo, intanto grazie a te per l’”acconto” e onore e gloria eterna a Lemmy il grande!

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