Cose dell’altro mondo

cose dell'altro mondo
Si accorgono di te solo quando non ci sei più.

cose dell'altro mondoUSCITA CINEMA: 03/09/2011
REGIA: Francesco Patierno
SCENEGGIATURA: Diego De Silva, Giovanna Koch, Francesco Patierno
ATTORI: Valerio Mastandrea, Diego Abatantuono, Valentina Lodovini, Sandra Collodel, Maria Grazia Schiavo, Maurizio Donadoni, Vitaliano Trevisan, Riccardo Bergo , Sergio Bustric, Fabio Ferri, Laura Efrikian, Fulvio Molena
FOTOGRAFIA: Mauro Marchetti
MONTAGGIO: Cecilia Zanuso
PRODUZIONE: Rodeo Drive
DISTRIBUZIONE: Medusa film
PAESE: Italia 2011
GENERE: Commedia
DURATA: 90 Min

C’era una volta nella laboriosa cittadina di provincia, dove il lavoro è sacro, oltre che essere un diritto/dovere di ogni abitante del luogo, un imprenditore dalle idee un po’ bizzarre; il suo business non conosceva discriminazioni, egli offriva lavoro a tutti coloro che rispettavano le leggi, gli usi e costumi, che avevano voglia di lavorare e che si accontentavano del salario.

Gli italiani, suoi concittadini, avevano preferito far altri mestieri e dedicarsi alla carriera di medici, avvocati e imprenditori così, chi poteva lavorava e chi non poteva lasciava il posto alla forza lavoratrice accorsa dall’estero.

Lo spavaldo imprenditore, tutto casa e lavoro, aveva però il tempo per dedicarsi anche alla sue passioni, ovvero collezionare spade di ogni manifattura, le chiacchiere al bar con gli amici e fare talk show in televisione per dir la sua. Ma l’imprenditore era anche un uomo innamorato di una splendida ragazza africana.

In una notte buia e tempestosa, un temporale si abbattè sulla cittadina, mentre l’imprenditore recitava il suo discorso alla rete regionale, auspicando che gli stranieri che non ottemperavano ai loro doveri e che non rispettavano il paese ospitante, venissero spazzati via da una sacrosanta apocalisse.

Così al mattino tutti gli stranieri svanirono misteriosamente e la cittadina si risvegliò smarrita e senza manovalanza. Gli anziani abbandonati dalle badanti furono gentilmente ospitati e presi in cura nelle carceri semivuote, le fabbriche deserte si bloccarono e gli imprenditori partirono a caccia di operai italiani che però rifiutarono le misere paghe e che anzi, si divertivano a giocare al rialzo per andare dal migliore offerente, finalmente consci di avere potere, le massaie facevano chilometriche file dal panettiere per prendere la dose di pane prevista e non una briciola di più, come se fossero in guerra (così esclama una comparsa nel film).

La medesima situazione si replicò alla scuola, dove i bambini italiani rimasti tracciarono gli identikit dei loro compagni di classe svaniti, sperando di ritrovarli con l’aiuto del poliziotto e della maestra. I disegni dei bambini furono poi rilasciati in un canale di scarico che conduceva al mare, dove magicamente svaniscono anche loro.

Partirono dunque le ricerche, gli abitanti si chiesero disperati perchè sia accaduto tutto questo e chi manderà avanti le famiglie e le fabbriche, finchè non sopraggiunge nel paese un mago che con una magia cercherà di riportare tutti nella cittadina e in tutto il paese.

Un film che ha fatto molto discutere, sin dalle prime proiezioni, che rispecchia in parte quanto ormai i lavoratori giunti in Italia siano indispensabili per l’economia del paese stesso, sottolineando talvolta discriminazioni che giungono per via della non conoscenza reciproca dei popoli e dei loro usi e costumi, e con un tocco forse un po’ troppo accentuato nella disperazione degli italiani. Da non fraintendere questo passaggio, è che forse l’italiano dà ormai tante cose per scontate che solo quando non le possiede più, ne sente davvero la mancanza.

Un film divertente ma che al contempo fa riflettere, sulla condizione umana e sociale di ogni cittadino di questo paese, italiano o straniero poco importa, sono le sfumature e il suo essere a renderlo tale.

Un Abatantuono che sa creare e prendere spunto dalla realtà, un Mastandrea superlativo che si reinventa sempre nei suoi ruoli, e una Lodovini che compone il trio dei protagonisti della storia in un personaggio a metà tra l’innovativo e il moderato, sempre in bilico ma pronta ad affrontare quel che il futuro le prospetta.

Chissà se con il ritorno di Palla, il coniglio della scuola svanito assieme alla piccola che l’aveva preso in custodia, torneranno anche tutti gli altri abitanti.

In fondo, siamo tutti una grande famiglia allargata.

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