Intervista a Lello Analfino & Tinturia

lello analfino
Foto di Alessandro Castagna
Dopo il successo di “Precario” i Tinturia hanno lanciato il secondo singolo “Cercasi Rivoluzione”. La band siciliana è guidata dal leader Lello Analfino (Voce) e composta da Angelo Spataro (Batteria), Domenico Cacciatore (Basso), Peppe Milia (Chitarre), Edoardo Musumeci (Chitarre), Dario Assenzo (Elettronica), Andrey Re (Rapper).
lello analfino
Foto di Alessandro Castagna

Dopo il successo di “Precario”, “Cercasi Rivoluzione” è il secondo singolo in rotazione. Qual è la rivoluzione che si può mettere in atto in questo momento secondo voi?
Una precisa presa di coscienza di ciò che è utile.

Guardare la classe politica con severità chiedendo i diritti di tutti e non il favore per il singolo.

Rispettare la cosa pubblica.

Maturare finalmente il concetto del bene comune. Mettere da parte il “tornacontismo” per una visione condivisa di collettività.

Il 27 Ottobre è anche partito il vostro tour “Uniweb Tour”, che vi vede protagonisti nelle principali web radio universitarie d’Italia. Come mai questa scelta?
I grandi network sono per i soliti noti. Non ti passano.

Siamo sulle scene live da tanti anni.

Il nostro successo è stato l’amore del nostro pubblico e il passaparola.

I ragazzi siciliani fuori sede che ci amano hanno trasmesso il loro amore ad altri ragazzi di regioni diverse.

La radio è il megafono della musica. Pensare di andare a promuovere la nostra musica negli atenei tra i ragazzi ci è sembrata subito una grande idea.

In che modo le web radio universitarie possono supportarvi nel vostro messaggio musicale?
Passando la nostra musica, incontrandoci. Dare voce alle nostre parole.

Il 18 Dicembre tappa invece a Milano presso i Magazzini Generali. Cosa dovrà attendersi il pubblico milanese?
Quello che capita nei nostri concerti e anche di più.

Il club è un posto più intimo rispetto alle piazze. Sarà un live più intimo tra noi e la nostra gente.


Quanto la vostra musica è ispirata all’attualità di oggi?
Tantissimo. Da sempre abbiamo messo in musica le stagioni della nostra vita.

La composizione delle nostre canzoni è cresciuta e maturata insieme ai nostri anni che passavano.

Adesso non possiamo fare a meno di cantare di precariato, di rivoluzioni promesse e non mantenute, di disastri naturali e di popolazioni abbandonate nei fatti ma salvate a parole.


Come vi sentite ad essere un megafono amplificato per coloro che non hanno spazio per “urlare” il proprio disagio sociale?

Che è un nostro dovere essere il mezzo di protesta di tante persone .


Quale sarà il futuro che attende le nuove generazioni?
Quello che si costruiranno da soli. Sono eredi degli errori delle generazioni precedenti. Sarà dura. Ma se ci togliamo la speranza del cambiamento non ci resta nulla.


“Precario” è prodotto da Roy Paci: come nasce questa collaborazione?
Un incontro da sempre voluto.
Ci uniscono DNA terrone e lo stesso cuore musicale.

Noi in un’intervista dichiarammo che ci sarebbe piaciuto collaborare con Roy. A seguito di quell’articolo anche Roy dichiarò che ne sarebbe stato felice. Da li il passo è stato breve.

Progetti futuri?
La ristampa del nostro ultimo lavoro in vinile ed il tour in continente a dicembre.

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