GIOELE DIX: NASCOSTO DOVE C’E’ PIU’ LUCE

GIOELE DIX ALLA PRIMA DELL'AMBRA JOVINELLI

Grande successo in TV per “Nascosto dove c’è più luce”, lo spettacolo teatrale di Gioele Dix, andato in scena lo scorso 9 giugno su RAI5. Gli applausi finali degli spettatori a teatro hanno sancito l’apprezzamento del folto pubblico al bel “monologo” (con spalla) dell’attore milanese.

Addormentatosi sulla scena del suo stesso spettacolo, un attore si sveglia improvvisamente per colpa di un incubo. Quello che vede da sveglio non è più la realtà che lo circonda, ma uno strano limbo sospeso fra immaginazione e realtà. A sorvegliare su di lui e a condurlo nel passaggio fra vita terrena e aldilà, uno strano angelo custode. Il flusso continuo dei pensieri dell’attore diventa il copione di questa commedia, un diario bordo fatto di annotazioni e ricordi.

La scenografia che si schiude agli occhi del pubblico fa intuire immediatamente la vena poetica dello spettacolo che la platea si accinge a vedere. Un letto, una parete scura, una luna che emerge dall’alto, altri piccoli oggetti a donare un senso di quiete all’ambiente. Quando si apre il sipario, Dix si dimena sul letto in preda a degli incubi. Sembra essere nel bel mezzo di una crisi, perché un attore, un comico anzi, deve “partorire” continuamente nuove battute, deve far ridere le persone in ogni occasione. Tutto questo genera ansia e panico, ma a un certo punto l’attore si sveglia di soprassalto e si ritrova catapultato in uno strano luogo, a cavallo fra immaginazione e realtà, immerso in un torpore che lo rende confuso, sia sulla sua condizione (sveglio? Addormentato?) sia sul luogo (Paradiso? Terra? Inferno?). Lo accoglie un etereo angelo custode (interpretato da Cecilia Delle Fratte) con il compito di guidarlo e assisterlo in questo passaggio tra sogno e realtà, un angelo che invece di dare delle risposte formula continuamente domande. E allora forse il nostro angelo custode è semplicemente la nostra coscienza.

Sempre più confuso, l’attore scopre di essere immerso in un luogo stravagante, in cui è custodita tutta la “memoria” della sua esistenza, le azioni, i pensieri, persino le intenzioni, siano esse positive o negative. Nel grande “giro della vita”, tutto è stato conservato e tutto ha un peso. L’atmosfera onirica coinvolge gli spettatori, appassiona conoscere il destino del protagonista nel probabile passaggio dalla vita alla morte, nel tragitto che si compie per giungere nell’aldilà. E Dix è bravo a sorreggere il testo con la sua voce potente e profonda, a variare tra momenti più comici e considerazioni poetiche sulla vita. In un ritmo sempre vario tra ilarità e confessioni profonde, battute e malinconici ricordi, l’attore si muove con leggerezza e fermezza sul palco, aiutato dalla presenza soave e acerba di Cecilia Delle Fratte.

Fra comiche sospensioni e attese senza inquietudine, l’attore fa un bilancio delle sue imprese, racconta i suoi punti deboli e interroga l’angelo sulla sorte che lo attende fin quando sarà finalmente pronto per affrontare serenamente il proprio destino.

Dopo aver passato anni nel suo riuscito ruolo dell’automobilista incazzato (in preda ai deliri del traffico, al dramma dei parcheggi, agli automobilisti prepotenti), Dix con questo spettacolo ci restituisce una visione più complicata del suo personaggio: gag e risate fanno sicuramente parte del suo bagaglio, ma il tutto avviene su un piano dotato di ironia e intelligenza. Uno spettacolo maturo, insomma, in cui sembrano far capolino citazioni autobiografiche, come la prima tournée teatrale, le pene d’amore, le occasioni mancate e quelle mai avute. “Nascosto dove c’è più luce” in fondo è la rappresentazione perfetta per un teatro. L’attore che sale su un palco, al centro della scena, nasconde meglio di chiunque altro l’uomo che c’è in lui, perché fa parlare il personaggio al suo posto. Ma in questo caso Dix si spinge un po’ più in là e si fa apprezzare meglio, con tutte le sue virtù.

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