Giulio Paolini

Giulio Paolini
Essere o non Essere.

Giulio Paolini   Roma, Museo Macro, 28 Novembre 2013

Essere o non essere è il tema centrale sul quale opera Giulio Paolini per la sua mostra personale all’interno della Sala Bianca del Museo Macro di Roma, il museo di Roma dedicato all’Arte Contemporanea, in mostra fino al 9 Marzo 2014.

Le quattordici opere in mostra sono datate tra il 1987 ed il 2013, ove è inserita anche un’opera realizzata appositamente per questa esposizione al Macro, saranno infine esposte anche a Londra nel Luglio 2014 presso la Whitechapel Gallery.

In questa monografica il Paolini affronta il tema dell’artista e del suo ruolo, o non ruolo, rispetto all’opera, in uno studio ricerca dell’essere o del non essere dell’artista che al contempo diventa spettatore dell’opera stessa assieme al pubblico, una volta concluso il processo creativo, oppure nell’attesa di vedere compiuta un’opera.

Giulio PaoliniLe opere del Paolini sono come isole di luce nella penombra della sala, affinchè possano calamitare tutta l’attenzione del visitatore, oltre ad emergere come delle vere e proprie “oasi” creative, tutte da scoprire ed ammirare.

Nella prima sala sono presenti Delfo IV, un particolarissimo autoritratto dell’artista affacciato al suo bancone, giocando con una sovrapposizione di immagini.

Si prosegue con Big Bang, ove è riprodotto in miniatura lo studio di un artista, come se il visitatore volesse accertarsi di ogni singolo dettaglio dell’opera stessa.

Essere o non essere, opera che da il titolo a questa mostra, è invece una sorta di scacchiera formata da tele, ove si intravedono due figure intente nel veder compiersi l’opera, oltre ai segni caratteristici del disegno e della concezione di un’opera, come possono essere le diagonali che si susseguono e gli schizzi di colore.

Giulio PaoliniImmacolata Concezione. Senza titolo / Senza autore è una installazione composta da tre cubi di plexiglas che formano insieme una sorta di piramide, ove all’interno vi sono dei frammenti e una sfera. Un’opera non opera, che nasce forse prima dell’idea concettuale dell’artista, ma che grazie ai giochi di luce, ne ricrea sempre di nuove.

Contemplator enim raccoglie invece una serie di opere attorno alla grande struttura di plexiglas ove sono raffigurati dei valletti settecenteschi, intenti a sorreggere un qualcosa, i quali inoltre aprono e chiudono un ipotetico sipario di un palcoscenico ove vi è in scena l’arte.

Photofinish è invece un’opera che rappresenta una partita a scacchi, ove il tavolo è alla base, mentre le sedie incastrate tra loro sorreggono la scacchiera. L’evocazione di una partita a scacchi con se stesso, alla ricerca della mossa risolutiva che farà creare all’autore tutte le opere in un’unica opera.

Giulio PaoliniL’Ospite è invece la ricostruzione di uno studio d’artista, ove vi è posta una grande tela, la sedia dell’artista, i suoi attrezzi e semi nascosto il dipinto di Angelo Garino. Vi è inoltre anche uno specchio ove l’autore si riflette, mentre è all’opera. Al contempo quindi l’artista diviene opera e spettatore, nel suo studio creativo.

Conclude la mostra l’opera L’Autore che si credeva di esistere (sipario: buio in sala) ove al centro della sala vi è riprodotto il tavolo dell’artista nella sua fase creativa, alle pareti una serie di cornici vuote ove vengono proiettate delle linee che realizzano lo studio stesso dell’artista, in un susseguirsi di linee e spazi.

Giulio Paolini nasce a Genova nel 1940 ed espone per la prima volta nel 1961. Tra le sue principali esposizioni di ricordano quelle al Palazzo della Pilotta, allo Stedelijk Museum, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, alla Fondazione Prada di Milano, oltre ad esser stato invitato più volte alla Biennale di Venezia.

Paolini ha inoltre sempre nutrito un interesse particolare per la grafica e la scrittura. Si ricorda quindi il suo primo libro Idem, con prefazione di Italo Calvino e L’Autore che credeva di esistere, pubblicato lo scorso 2012.

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