Il parassita usa il suo ospite: lo sfrutta, ne fa casa e cibo, ricovero e dispensa. Ha necessità del suo ospite e al contempo lo spolpa.
E’ questo l’assunto da cui parte lo spettacolo ideato da due dei più conosciuti e apprezzati improvvisatori italiani, Mico Pugliares e Antonio Vulpio. Due improvvisatori teatrali, come dei perfetti parassiti, si nutriranno della scenografia e del progetto luci di uno spettacolo teatrale appena conclusosi, per dare vita ad una messa in scena nuova e completamente improvvisata. Quindi parassiti del teatro, del quale sono ospiti, che danno vita a uno spettacolo mai visto prima né mai più replicabile, che nasce al momento, seguendo le indicazioni e i suggerimenti del pubblico. Però nessuna sceneggiatura precostituita. Anzi, la difficoltà di coinvolgere oggetti provenienti da un’altra storia sconosciuta, nella propria trama.
Nel caso dello spettacolo al Teatro Ambra alla Garbatella dello scorso febbraio (in scena Mico Pugliares, siciliano trapiantano a Milano, e Omar Galvan, giramondo improvvisatore argentino che vive a Madrid), davanti agli occhi dello spettatore è apparso un salotto un po’ in disordine, con riviste e giornali in terra e cartoni della pizza sui tavoli. In questo ambiente, è nata e si è sviluppata la storia di due fratelli, di un piccolo paese e dei suoi bizzarri personaggi.
I due fratelli, apparentemente diversi e molto distanti tra loro, si troveranno a dover affrontare insieme la “fuga” della madre. L’occasione è buona per trovare invece un rapporto fraterno, una complicità e un cameratismo del tutto nuovi, in un susseguirsi di emozioni, rivelazioni sognate, risate e scene esilaranti, grazie agli attori in scena davvero molto bravi. Due soli attori ma capaci di calarsi con velocità e credibilità nei panni di personaggi secondari, figure che vivono dentro la storia con una propria autonomia e che “servono” alla scena dei due protagonisti principali.
Il format mira direttamente a ricostituire i principi del teatro di improvvisazione, basandosi sulla capacità di stupirsi e di stupire, di rischiare e di seguire gli impulsi creativi che nascono, all’istante, qui ed ora, sopra ad un palco e davanti a un pubblico pronto a seguire una trama, una storia, che non era stata mai pensata prima.