ICE 2020

 

GENERE: Thriller, Sci-Fi

REGIA: Nick Copus

ATTORI: Richard Roxburgh, Frances O’Connor, Nathaniel Lees, Tom Hern, Stephen Moyer, Claire Forlani, Sam Neill, Ben Cross, Simon Callow, Patrick Bergin

SCENOGRAFIA: Tim Ferrier

FOTOGRAFIA: Richard Bluck

MUSICHE: David Long

PRODUZIONE: Power, Screentime

PAESE: USA 2012

DURATA: 02:54

TRAMA: E ‘il 2020. I risultati di uno scienziato ambientale, il Professor Thom Archer suggeriscono che Halo, l’impresa di perforazione della società energetica sul ghiacciaio della Groenlandia ne stanno causando lo scioglimento. Gli avvertimenti di Archer vengono ignorati, così si dirige verso l’Artico per trovare prove inconfutabili. Al suo arrivo, si rende conto che l’umanità è in pericolo immediato, e corre a casa per salvare la sua famiglia. Il ghiacciaio collassa, con conseguenze devastanti..

Film di genere catastrofico, a mio parere un po’ troppo lungo (circa 3 ore) e a tratti lento e poco credibile.

Bella la fotografia e gli effetti speciali, bravi anche gli attori, ma la storia non particolarmente brillante nè inedita, a parte l’ambientazione tra la Groenlandia e una Londra completamente irriconoscibile sepolta dalla neve e semideserta.

Il professor Archer prevede uno scenario da era glaciale a causa delle perforazioni della Halo, una società che perforando un ghiacciaio in Groenlandia in cerca di petrolio, provocherà un disastro ambientale di dimensioni mondiali deviando la corrente del golfo che di conseguenza farà mutare il clima e la temperatura in tutto il mondo, provocando desertificazione in alcuni stati (che nel film sono la Spagna e l’Italia) e temperature da polo nord in altri stati più a nord come la Gran Bretagna. Le previsioni del professore non vengono prese in considerazione e puntualmente si avverano e il mondo è alle prese con questo irrisolvibile problema causato dall’avidità umana.

Poco credibili alcune sequenze quali il tuffo del protagonista e della sua compagna di avventura, nell’oceano artico mentre la piattaforma di perforazione affonda inesorabilmente; poco credibile anche il rocambolesco viaggio del professore dalla Groenlandia diretto verso Londra, dove si trova la sua famiglia che lui deve salvare ad ogni costo. Inverosimile anche la traversata a bordo di un piccolo aereo, con temperature intorno ai -30 gradi, in compagnia della pilota oltremodo spericolata, che tenta un atterraggio di fortuna sul ghiaccio in Gran Bretagna, perché il carburante è finito; distrugge il velivolo ma sia lei che il professore riescono ad uscirne praticamente indenni e miracolosamente si mettono in cammino verso Londra alla ricerca dei familiari del professore.

Film ben raccontato ma un po’ troppo prolisso, in cui il lieto fine è quasi d’obbligo dopo aver raccontato una storia così angosciante.

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