IL POSTINO AL FEMMINILE DI REBIBBIA

Francesca Tricarico mette in scena lo spettacolo grazie all'impegno di due detenute

IL POSTINO

Produzione Associazione Culturale Per Ananke

Adattamento e regia Francesca Tricarico

Aiuto regia Chiara Borsella & Annalisa D.

Con Annalisa D., Teresa G.

Disegno luci Massimo Gresia

Ufficio Stampa Daniela Bendoni & Erika Cofone

Teatro della Casa Circondariale Femminile di Rebibbia, 8 e 9 aprile 2019

 

Il teatro, la cultura, l’arte come momento di riscatto, redenzione, o comunque vogliate chiamarla. E’ ciò che risulta da questo progetto seguito da Francesca Tricarico con due detenute del reparto femminile del carcere di Rebibbia.

Un punto di contatto con quel “mondo fuori” che a volte sembra non esistere per persone che avranno, si, sbagliato, ma che intendono con tutte le loro forze recuperare; e cosa c’è di meglio che farlo con un’espressione artistica, universale per definizione, come il teatro?

Le Donne del Muro Alto, evidente il riferimento all’ambiente carcerario, sono solo una parte dei gruppi che dal 2013 l’Associazione Per Ananke impegna in progetti come questo, raccogliendo applausi e regalando sorrisi a chi vive un momento difficile della propria esistenza.

Come racconta la regista Francesca Tricarico, l’idea nasce proprio dalle lamentele per i ritardi della posta, unico strumento di comunicazione all’interno del carcere; è così che si è pensato al Postino di Massimo Troisi come progetto da realizzare, e il risultato è notevole.

Con l’ausilio di alcuni spezzoni tratti dal film originale del compianto comico napoletano, le due ragazze, davanti ad una platea gremita, ricreano perfettamente la storia e l’atmosfera: Teresa G. nel ruolo che fu proprio di Troisi, Annalisa G. alternandosi tra la madre e Picasso. Scenografia minimale ma efficace, tutto il film viene in pratica reinterpretato fino al suo epilogo, al ritorno in libertà del pittore e con quella vena di malinconia dell’ultimo Troisi, lui che è stato un grande dell’umorismo.

Si muovono e interagiscono da attrici navigate le due, un naturale accento napoletano e tanta immedesimazione, merito evidentemente di una meticolosa regia. Perfette nei ruoli assegnati: Teresa G. a ricreare quell’eterna timidezza del postino originale, Annalisa G. nei ruoli di maggior determinazione della madre e del pittore.

Ora si spera nel buon cuore di certe autorità per poter portare questo spettacolo anche fuori dal carcere, è un peccato che resti riservato a pochi, sarebbe bellissimo far vedere a tutti come, dopo le avversità e dopo gli errori, il teatro possa essere una vera rivincita.

Alessandro Tozzi

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